Gas, i numeri dell’emergenza gelo

Qualche cifra per rendere l’idea: dall’11 al 17 gennaio di quest’anno in regione sono stati consumati 46,4 metri cubi di gas nei 106 comuni gestiti da Toscana Energia, mentre durante il freddo polare della prima settimana di febbraio è stata raggiunta quota 65,4. Il servizio di fornitura tuttavia è stato garantito, e lo è tuttora, grazie al monitoraggio continuo di Toscana Energia, che è riuscita a fronteggiare la situazione grazie ad un sofisticato sistema di controllo. La società ha mantenuto inoltre in allerta il suo sistema di pronto intervento, attivo 24 ore su 24 per intervenire in caso di dispersioni, irregolarità o interruzioni delle forniture.
La dipendenza dell’Italia da forniture estere è fin troppo nota: appena l’11% del gas destinato al consumo nazionale (complessivamente 77,80 miliardi di metri cubi nel 2011) viene prodotto in Italia.
Fra i futuri gasdotti che dovrebbero interessare la Toscana incrementado gli approvvigionamenti, South stream (Eni-Gazprom) che attraverso condutture che passeranno sotto il Mar nero porterà il gas russo fino in Puglia. La partenza dei lavori è prevista a dicembre di quest’anno. C’è poi il progetto Galsi, con il gas in partenza dall’Algeria che raggiungerà la Sardegna. In ogni caso, tuttavia, per emanciparsi dalla schiavitù dei gasdotti occorrono forniture diversificate. Una soluzione potrebbe essere rappresentata dall’ingresso nella produzione di gas liquefatto per garantirsi approvvigionamenti alternativi a quello “via tubo”. Aumentare le importazioni di Gln (gas naturale liquefatto), costruendo un numero maggiore di rigassificatori consentirebbe di incrementare il numero di fornitori di gas. Fra i rigassificatori in fase di costruzione in Toscana quello di Livorno, i cui lavori però sono già in ritardo di un anno. Fra quelli ancora in fase progettuale quello di Rosignano (Li), il cui iter però secondo le dichiarazioni del governatore Rossi dovrebbe subire un’accelerazione nei prossimi mesi.

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