Gare per pubbliche forniture, interdetti nove imprenditori

Firenze – L’ipotesi di reato formulata dagli uomini della Guardia di Finanza è associazione a delinquere finalizzata a turbare il corretto svolgimento delle procedure di affidamento di pubbliche forniture, in particolare divise, per Comuni e altri enti pubblici. Ed è sulla base di questa che l’inchiesta condotta da Gdf e procura di Firenze ha portato all’esecuzione di misure interdittive a esercitare uffici direttivi di società per 9 imprenditori titolari di ditte toscane che producono capi di abbigliamento da lavoro. Le indagini si sono appuntate anche sul ruolo di alcuni dipendenti pubblici che risultano indagati. Si tratta di  tre funzionari, a cui viene contestato il reato di turbativa d’asta, e per i quali la procura ha chiesto la misura dell’interdizione: il gip deciderà dopo l’interrogatorio non ancora avvenuto.

Le indagini, condotte dai militari del Nucleo di Polizia Economica Finanziaria della Guardia di Finanza di Firenze sotto la direzione della Procura della Repubblica del capoluogo toscano, sono state avviate a seguito di una denuncia presentata nel settembre 2017 dall’Ufficio Anticorruzione, Trasparenza e Controlli del Comune di Firenze e avrebbero messo in luce alterazioni nelle procedure di affidamento indette da alcuni comuni ed enti pubblici della regione Toscana.

Nell’ambito dell’indagine, è emersa la presenza sul territorio regionale di un nucleo di imprese che, in circa cinque anni, sono risultate più volte aggiudicatarie all’esito delle procedure concorsuali bandite da alcuni enti pubblici, territoriali e non, per l’acquisizione di beni costituiti prevalentemente da capi di abbigliamento ed accessori da destinare al personale dei corpi di polizia municipale, dei servizi di guardiania e di rappresentanza.

Dalle attività della Procura della Repubblica di Firenze, allo stato, sarebbe emerso un forte vincolo a carico di alcune delle principali società attive nelle forniture dei beni, fondato su interessi perseguiti secondo logiche di non aggressione e accordi attraverso cui alcune aziende si sarebbero divise i territori di diverse regioni del Centro-nord.

I tre funzionari pubblici indagati sarebbero risultati in stretto collegamento con alcuni degli imprenditori destinatari dei provvedimenti interdittivi nonché quella di tre società con sede in Firenze, Prato e Empoli, per le quali sarà valutata l’adozione di eventuali ulteriori analoghi provvedimenti.

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