Firenze – Il Garante dei detenuti della Toscana sarà in visita al carcere e alla Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems) di Volterra martedì 9 luglio. Conclusa la nuova iniziativa, i tre giorni di digiuno sostenuti questa settimana per ottenere risposte sulle tante questioni urgenti che riguardano gli istituti di detenzione nella nostra regione, Franco Corleone ha programmato il sopralluogo a Volterra. Una visita, spiega, che “sarà l’occasione per verificare anche le denunce fatte dai dipendenti dell’amministrazione penitenziaria”. Alle loro sollecitazioni, che gli sono giunte attraverso una lettera inviata al ministero di giustizia, replica con una risposta pubblicata anche sulle pagine web del Garante: “Colgono l’occasione di un mio digiuno per nulla coraggioso – afferma Corleone – per denunciare una situazione di difficoltà strutturale della Fortezza di Volterra. Voglio chiarire che dopo il mio primo digiuno e questo in corso hanno come obiettivo di sollecitare le questioni bloccate da troppo tempo”. E ricorda come gli obiettivi “erano e sono il superamento dello scandalo dei bagni a vista della sezione femminile di Pisa, il ritardo della destinazione del Gozzini a istituto femminile, valorizzando la differenza di genere e la mancata attivazione della seconda cucina a Sollicciano e nella sezione dell’alta sicurezza a Livorno”. Ancora, “la richiesta di apertura della sezione trattamentale a Lucca, la denuncia delle condizioni di vita di tutta la comunità penitenziaria a causa della calura estiva”.
Riguardo al progetto del teatro di Volterra, rivendica l’iniziativa: “Certamente ho posto l’urgenza di definire finalmente il progetto per la costruzione del Teatro stabile che ha avuto un finanziamento già alcuni anni fa”. E mette in guardia: “Sarebbe da pazzi iniziare una guerra tra poveri o mettere in alternativa esigenze e priorità diverse. Assicuro – conclude Corleone – che aggiungerò negli obiettivi del mio prossimo digiuno alcune delle questioni segnalate nella lettera. Sarò felice, di avere accanto se non tutti almeno alcuni dei 53 firmatari”.