Una proposta di legge per la tutela del prestito soci alle cooperative: questa l’iniziativa promossa dal Federconsumatori e presentata a Reggio Emilia dal presidente dell’associazione, Emilio Viafora. La legge propone l’obbligo, per le cooperative che raccolgono prestito soci, di costituire un fondo nazionale a cui convogliare risorse a copertura delle potenziali crisi che mettono a rischio il prestito sociale.
Si tratta, dicono i proponenti, di un fondo di natura privatistica indipendente, riconosciuta dalla Banca d’Italia” che “dovrà avere la capacità di coprire l’80% del prestito sociale di cooperative insolventi”. Il fondo Garancoop avrà il compito “di effettuare un costante monitoraggio sull’attività di raccolta e sulle modalità di impiego del prestito sociale” e “dovrà permettere la copertura, fino ad un massimo dell’80% del prestito, di ogni socio già coinvolto da procedure fallimentari”. Una misura che va incontro alle diverse crisi del settore cooperativo: solo in ambito reggiano, con la liquidazione coatta delle coop Unieco e Coopsette è evaporato prestito sociale per oltre 20 milioni di euro. A sostegno della proposta sono intervenuti gli onorevoli del Pd Maino Marchi e Paolo Gandolfi.
“Pensiamo che la tutela dei prestatori e il recupero delle somme che hanno conferito alle coop – ha detto il presidente nazionale di Federconsumatori Viafora – non siano solo un fatto di giustizia sociale, ma anche atti fondamentali per ricostruire la fiducia nella cooperazione, che assolve un ruolo fondamentale nel complesso dell’economia nazionale”.
Ora si apre il confronto con il mondo cooperativo e con la politica – ha commentato il presidente provinciale di Federconsumatori Giovanni Trisolini -. Noi abbiamo iniziato a ragionare da oltre un anno su come sia possibile tutelare il prestito soci e le nostre idee hanno preso forma di questa proposta di legge”. “Con questa proposta andiamo a regolamentare l’informazione tra prestatore e cooperativa – ha sottolineato Barbara Puschiasis, presidente Federconsumatori Friuli Venezia Giulia – perché vogliamo che non ci siano segreti su come il prestito verrà impiegato. Vogliamo anche che il socio sappia tutto fin dall’inizio su come il prestito sarà restituito nel caso in cui la coop si trovi a non operare più”.