Firenze – Israel Galván, il più importante interprete di flamenco, debutta in prima nazionale al Teatro della Pergola, Saloncino ‘Paolo Poli’, dal 9 al 12 novembre con un programma che prevede, nella stessa serata, El Amor Brujo, una sua versione del classico di Manuel de Falla, e La Consagración de la Primavera (La Sagra della Primavera) di Igor Stravinsky.
Entrambe le composizioni sono eseguite dal vivo al pianoforte da Daria van den Bercken, Gerard Bouwhuis e El Amor Brujo anche dalla mezzosoprano Barbara Kozelj.
La produzione è di Israel Galván Company, in coproduzione con numerosi partner internazionali, tra i quali figurano il Théâtre de la Ville di Parigi e il Teatro della Toscana.
Coreografo e bailaor, Galván si distingue per proporre un proprio linguaggio espressivo, non solo come ballerino, ma anche come creatore scenico. Un linguaggio fino a oggi sconosciuto nel ballo flamenco, basato su frammentazioni, mescolanze e somme di gesti.
Nato a Siviglia, in Spagna, da José Galván ed Eugenia de los Reyes, entrambi danzatori, Israel Galván è creatore di uno stile virtuoso e innovatore, gioca in questa dicotomia, in uno straordinario equilibrio tra il flamenco di oggi e il suo incredibile passato.
Vincitore del Premio Nazionale di Danza 2005 (nella categoria Creazione) assegnato dal Ministero della Cultura spagnolo, ha ricevuto diversi premi durante la sua carriera, come il Bessie Award (il New York Dance and Performance Award for Outstanding Production) e la Medaglia d’Oro al Merito in Belle Arti concessa dal Ministero della Cultura spagnolo.
Nel 2016 è stato nominato Ufficiale dell’Ordine delle Arti e delle Lettere della Repubblica di Francia dal Ministero della Cultura francese. È un artista associato del Théâtre de la Ville di Parigi.
Spiega Israel Galván del programma:«Presenterò per la prima volta uno spettacolo che desideravo realizzare da tempo: un doppio programma di due capolavori del XX secolo. O, per meglio dire, due opere che alla prima esecuzione furono un vero disastro e che ora sono considerate dei capolavori. Poiché entrambe le composizioni durano circa 35 minuti, ho sempre presentato El Amor Brujo e La Sacre du Printemps come si fa molte volte, aggiungendo una seconda parte per completare la serata.
Eppure – prosegue Galván – ho sempre desiderato danzare questi due maestri nella stessa serata. È nota l’amicizia dei due e l’ammirazione che avevano l’uno per l’altro. De Falla era presente alla prima de La Sacre, si dedicarono partiture a vicenda e si scambiarono i ritratti che Picasso dipinse. Igor Stravinsky (che ammirava il canto andaluso) disse del flamenco che è essenzialmente un’arte compositiva classica. De Falla si nutrì dell’ispirazione popolare del flamenco e dell’audacia modernista. Il modello di appropriazione culturale che De Falla citava nei suoi scritti era in qualche modo russo, compreso il “primitivismo” di Stravinskij in musiche come Il rito della primavera. De Falla era un compositore forse meno “terreno”. Tuttavia, ha sottolineato le radici “primitive” e “orientali” del flamenco.
In definitiva – conclude Israel Galván – mi ha sempre interessato questo viaggio dal fallimento al successo. Stravinsky è stato un maestro per me nel flamenco grazie al suo ritmo percussivo e la coreografia di Nijinsky con i colpi a terra hanno sempre ispirato il mio lavoro. Ho ballato la versione classica di Amor Brujo quando ero con Mario Maya, ma ho iniziato a guardarlo veramente quando Kazuo Ohno, il maestro del Butoh, ha creato una coreografia in omaggio a La Argentina, la bailaora pioniera che portò la danza flamenca dal tablao ai più grandi palcoscenici del mondo che dieci anni dopo la difficile prima mondiale con Pastora Imperio ballò di nuovo l’opera nella nuova versione».
Foto: Israel Galvan, La Consagraciòn de la Primavera (ph. Jean Louis Duzert)