Firenze – Nasce una nuova galleria per lanciare giovani artisti italiani e internazionali. Si chiama ZetaEffe e ha sede nella tradizionale via dell’arte e dell’antiquariato, via Maggio 47/rosso, colpita duramente dalla crisi economica. L’inaugurazione è fissata per sabato 13 dicembre alle ore 19.00. La Galleria nasce da un progetto di Sonia Zampini (storica dell’arte e curatrice) e Francesco Giannattasio (responsabile della Galleria Immaginaria a Firenze) che insieme ad alcuni collezionisti hanno deciso di dar vita ad un nuovo spazio espositivo, all’interno del quale saranno presentate mostre, video d’arte oltre alla presenza di un’area riservata in mostra permanente, allestita con opere degli artisti che collaborano con la ZetaEffe.
Il programma espositivo presenterà opere di giovani artisti, italiani e internazionali, e retrospettive sui maestri contemporanei, in modo da poter creare un ideale dialogo tra la storia, colta nella suo respiro contemporaneo, e i giovani che ne ereditano e sviluppano le premesse. Per questo sarà attiva anche una sala adibita a video e la programmazione contemplerà anche un corpo di mostre dedicate alla fotografia.
Per l’inaugurazione della galleria ZetaEffe sarà presentata la mostra fotografica “Poliuretani” con opere di Max e Torquato Perissi che sarà visibile dal 13/12/ 2014 fino al 31/1/2015. Max e Torquato, fotografi rispettivamente di moda e di arte, inaugurano un ciclo di opere che nasce da un lavoro collettivo, in cui le esperienze precedenti si uniscono e danno vita ad una nuova espressione artistica. Le foto che compongono il corpo di immagini di Poliuretani ereditano dalla pittura classica, tardo settecentesca e ottocentesca, le ambientazioni, gli interni, gli elementi descrittivi dei soggetti, ma osserva con un’attenzione destabilizzante il contemporaneo prossimo futuro. Infatti i soggetti in primo piano sono protagonisti di un’ era ventura, di un tempo prossimo che ridiscute, tramite la presenza di elementi simbolici, un passato che fa da sfondo a nuove genti, dalle attitudini umane, collocate in una dimensione rarefatta del tempo, sospesa tra il passato e il futuro. Sono manichini di ultima generazione, colti in atteggiamenti che rimandano all’uomo, composti da poliuretano e idealizzati dalla fotografia come una possibile prossima civiltà che si colloca in una porzione di spazio senza tempo.