Nelle ore scorse oltre 120 lavoratori delle Camere di Commercio hanno partecipato ad un’assemblea mettendo in videoconferenza le sedi di Reggio Emilia, Parma e Piacenza. Tema dell’assise è stata la probabile e imminente fusione tra le Camere di Commercio dei rispettivi territori, che sarà votata il prossimo 30 gennaio dai tre consigli camerali.
Se la fusione dovesse avvenire si costituirà la prima Camera di Commercio in Emilia Romagna con oltre 142mila aziende attive, contro le 105mila di Bologna e l’unica con tre province come distretto territoriale.
Eppure tutto questo sta avvenendo lasciando ai lavoratori troppe incognite sul loro futuro professionale. “Come prima cosa – dichiarano Davide Battini della Cisl Fp Emilia Centrale, Francesca Fornasari della Fp Cgil e Mauro Chiarini della Uil Flp – vanno garantiti gli assetti occupazionali degli oltre 160 dipendenti. Non vi dovrà essere nessun esubero. Eventuali riduzioni del personale andranno gestite tramite mobilità volontarie o prepensionamenti come avvenuto per la Provincia”.
Sono molteplici le tematiche sul tavolo che dovranno essere affrontati e discussi, continuano i sindacalisti, “a partire da quelle delle sedi, sia quelle principali che secondarie, per giungere quelle della riorganizzazione e del nuovo assetto che dovrà garantire un’adeguata presenza occupazionale e di servizi in tutte le città, a prescindere da quella sarà la sede principale e, non ultimo, gli investimenti sui territori”.
I sindacati ritengono che, oltre che un “problema” dei lavoratori, quella del nuovo assetto camerale sia una questione che debba coinvolgere le città e le rispettive provincie e di cui tutti i soggetti dalle associazioni alle istituzioni dovranno occuparsi in modo trasparente. Tale trasparenza è stata richiesta dall’assemblea in modo unanime. “I lavoratori e le organizzazioni che li rappresentano vanno coinvolti in tutti i passaggi, valorizzando l’apporto che potranno dare in base alle esperienze e competenze professionali, approntando tutti gli strumenti utili ad affrontare questa difficile fase”.
I sindacati e le Rsu delle tre camere di commercio su mandato dei dipendenti costituiranno un unico soggetto che aprirà un confronto con la dirigenza al fine di evitare inutili perdite di tempo e affrontare in maniera univoca i problemi che questa fusione comporterà per tutti i lavoratori.