Negli undici anni 2011-2021 l’Italia ha perso oltre 111mila giovani laureati under 40 a favore degli altri Paesi. Cosa rende meno attrattive le regioni italiane? Parte da questo interrogativo la ricerca di Shira Fano e Gianluca Toschi pubblicata nel Rapporto Nord Est 2023La mappa delle possibilità infinite. Forze inespresse, attrezzi utili e percorsi fruttuosi,, pubblicato da Marsilio.
Il titolo della ricerca è Cosa allontana il Nord-est (e il resto d’Italia) dalle regioni europee più attrattive per i talenti, Fano e Toschi hanno messo a punto un indicatore (RAI, Regional Attractivness Index) che permette di valutare il grado di attrazione delle regioni europei nei confronti dei giovani talenti.
Il RAI – spiegano i due ricercatori – è il risultato dell’interazione fra 26 variabili selezionate in base a cinque grandi forze attrattive. La prima è Enable, cioè l’abilitazione economica, che si esprime nella ricchezza (PIL pro-capite e sua distribuzione) e nella facilità o difficoltà a trovare lavoro (vari tassi disoccupazione). La seconda è Attract, ed esprime l’effettiva attrattività (espressa dalla presenza di persone con altra nazionalità) e la capacità di innovare, osservata indirettamente, in quanto lo scopo è di attrarre talenti. La terza è Grow e considera il potenziale innovativo dato dagli occupati in attività di frontiera. La quarta è Retain, cioè trattenere le persone attraverso il riconoscimento del merito, che passa attraverso la trasparenza ed è negato dalla corruzione. La quinta e ultima è Global-Knowlegde-Skills, ossia l’intensità della presenza di persone con elevate competenze ma anche la facilità di muoversi, che permette a chi ha talento di ridurre i tempi di viaggio per raggiungere le regioni e spostarsi più facilmente, e la presenza di una cultura imprenditoriale evoluta che brevetta le innovazioni e crea marchi riconoscibili e quindi attrattivi.
Ciascuna variabile è stata poi ricalcolata in modo da farle assumere un valore compreso tra zero e cento e le è stato attribuito un peso calcolato con diverse metodologie.
Ne risulta, per quanto, riguarda l’Italia, una forte dispersione di risultati regionali, che rispecchia il grande divario nei livelli di attrattività di talenti tra le regioni del Nord e quelle del Sud, in cui le differenze di reddito tra le due aree giocano un ruolo rilevante: il basso reddito è un fattore importante che spinge ad andarsene a cercare migliori opportunità altrove.
Regioni italiane: poca attrattività di talenti, molti giovani in fuga | ||||
(Posizione nella classifica delle regioni europee in base al RAI) | ||||
Posizione | Regione | RAI* | Expat** | |
38 | Lombardia | 47,76 | -2,37 | -92.033 |
58 | Veneto | 44,59 | -2,73 | -50.098 |
62 | Lazio | 44,38 | -1,56 | -34.157 |
63 | Emilia-Romagna | 43,92 | -2,05 | -34.337 |
69 | Friuli-Venezia Giulia | 43,41 | -2,66 | -11.251 |
72 | Provincia Autonoma di Trento | 43,28 | -3,34 | -7.562 |
76 | Piemonte | 42,92 | -2,28 | -35.197 |
89 | Liguria | 41,66 | -2,02 | -10.342 |
99 | Umbria | 40,39 | -2,10 | -6.508 |
104 | Toscana | 39,90 | -1,43 | -18.868 |
118 | Marche | 39,03 | -2,77 | -15.125 |
154 | Provincia Autonoma di Bolzano | 35,55 | -3,34 | -7.562 |
157 | Abruzzo | 35,02 | -1,98 | -9.372 |
175 | Molise | 32,38 | -2,36 | -2.506 |
182 | Sardegna | 31,54 | -2,56 | -13.829 |
186 | Basilicata | 31,02 | -1,58 | -3.235 |
190 | Puglia | 30,39 | -1,73 | -26.652 |
197 | Valle d’Aosta | 29,68 | -3,12 | -1.420 |
207 | Campania | 28,05 | -1,49 | -35.976 |
211 | Sicilia | 27,20 | -2,65 | -52.241 |
222 | Calabria | 25,84 | -2,38 | -17.702 |
*Regional Attractivness Index; più basso il numero, minore l’attrattività
** Saldo cittadini italiani 0-39 anni reimpatriati-espatriati negli undici anni 2011-2021 in % della popolazione residente di 0-39 anni all’inizio del 2023 e in valore assoluto
Fonte: elaborazione Fondazione Nord Est su dati proprietari e ISTAT
Nessuna italiana in fascia alta
A seconda del punteggio RAI, le regioni europee sono state suddivise in cinque grandi gruppi: le tre migliori, con RAI oltre 60, Stockholm, l’Ile-de-France (Parigi) e l’Oberbayern (la regione tedesca in cui si trova Monaco di Baviera); la seconda fascia conta 23 regioni con un RAI tra 50 e 60. In nessuna delle due c’è un’italiana, ma undici tedesche, tre olandesi e due belghe; il nocciolo duro dell’Europa (da cui lo UK si è autoescluso).
In terza fascia, con RAI tra 40 e 50 ci sono 79 regioni europee, di cui 11 tedesche, 9 italiane (Lombardia, Veneto, Lazio, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Provincia Autonoma di Trento, Piemonte, Liguria e Umbria in ordine di RAI decrescente) e 7 olandesi. Nella quarta fascia (RAI tra 30 e 40) ci sono molte regioni della Francia, della Spagna, della Polonia e otto dell’Italia, quasi tutte del Centro-sud (Toscana, Marche, Provincia Autonoma di Bolzano, Abruzzo, Molise, Sardegna, Basilicata e Puglia).
In ultima fascia ecco le rimanenti quattro italiane: Valle d’Aosta, Campania, Sicilia e Calabria.
La distanza tra le regioni europee migliori e quelle italiane del Nord-est è significativa, conclude la ricerca. Non tanto per livello e distribuzione del reddito, che anzi sono non lontani da quelli delle aree di testa. E nemmeno per la qualità delle istituzioni. Quanto per il basso numero di laureati rispetto alla media europea, per la ridotta quota di lavoratori impiegata in settori creativi e di lavoratori della conoscenza e per la minor produzione di marchi e brevetti, quest’ultima effetto più dell’arretratezza della cultura imprenditoriale che della dimensione delle imprese. Anche per quanto riguarda le infrastrutture e la connettività via terra e aereo Triveneto+Emilia-Romagna perdono posizioni rispetto alle migliori regioni europee.
La conclusione è che istruzione più elevata, migliori infrastrutture per la mobilità e maggiore ricerca e brevettazione e brandizzazione sono gli ambiti in cui è più urgente intervenire per evitare di aumentare ulteriormente il divario con le più performanti regioni europee e riguadagnare competitività e, conseguentemente, la capacità di formare e trattenere talenti, impiegati in settori a più elevato valore aggiunto. Ricerca, brevetti e marchi aziendali chiamano in causa direttamente le imprese e le loro politiche di sviluppo.
Sintesi del capitolo Cosa allontana il Nord-est (e il resto d’Italia) dalle regioni europee più attrattive per i talenti, scritto da Shira Fano e Gianluca Toschi