Firenze – “Una struttura teatrale che è diventata un punto di riferimento per tutto il Valdarno inferiore e per tutta la Toscana”. Così il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani ha salutato la nuova stagione del teatro Pacini di Fucecchio, soffermandosi in particolare sull’ultimo appuntamento, L’Eccidio, “una rappresentazione struggente e coinvolgente sulla strage nazifascista del padule di Fucecchio che coinvolse oltre 150 persone. E’ importante che Fucecchio, città di cultura e centro della Via Francigena, sappia dare una spinta e un impulso al teatro in Toscana”. Intanto ad aprire questa sera il cartellone, impaginato dal direttore artistico Enrico Falaschi lungo un calendario principale che da qui a ad aprile mette in fila otto appuntamenti, sarà, fresco del debutto romano dei giorni scorsi, l’anteprima regionale di un avveniristico “donchisci@tte”, prodotto da Arca Azzurra e firmato da Nunzio Caponio, liberamente ispirato al capolavoro di Miguel de Cervantes, che schiera nei panni del cavaliere dalla triste figura e del suo fedele scudiero Sancio Panza, rispettivamente Alessandro Benvenuti e Stefano Fresi.
“Si tratta – racconta Benvenuti che con Fresi condivide il successo televisivo della serie ‘I delitti del BarLume‘ – di una rappresentazione ironica e graffiante in cui i mulini a vento vengono sostituiti da moderni mostri contro cui in qualche modo si deve sempre e comunque combattere. Un’analisi inedita dei nostri tempi che passa tra le quinte e il palcoscenico per arrivare in platea e che nel teatro, luogo e arte, trova un mezzo di comunicazione sicuramente appropriato”. Con vesti sgangheratamente complottiste e una spiritualità naif, accompagnato da un Sancho che è insieme figlio e disorientato adepto, Chisciotte intraprende un corpo a corpo, disperante e comico, contro un mondo sempre più virtuale, spinto a trovare l’origine del male nel sistema che lo detiene.
“Lo spettacolo – spiega a sua volta il regista Davide Iodice – scaturisce da una scrittura originale che a sua volta prende ispirazione dallo spirito dell’opera di Cervantes scagliando una volta di più la simbologia di questo ‘mito’ contro la nostra contemporaneità. Dall’improbabile rifugio in cui si è rintanato, il nostro eroe lotta per mantenere intatto il suo pensiero critico, coltiva ancora la forza dell’idea. E se nella giostra di pensieri che galoppano verso l’inevitabile delirio, le menti malefiche dei giganti delle multinazionali sono il nemico conto cui scagliarsi, l’amore è ancora il vento che soffia: anche se Dulcinea, intrappolata in una webcam, può svanire dolorosamente dopo un banale blackout”. Sottolinea l’autore Nunzio Capone: “Se avessimo un pizzico del coraggio e del senso di giustizia del Don Chisciotte, forse, le nostre folli vite troverebbero finalmente un senso”. L’ultima parola al direttore artistico Falaschi: “Una stagione ricca in bilico fra tradizione e innovazione, che dopo l’hidalgo di Cervantes vedrà alternarsi spettacoli comici e leggeri, e alcuni di impegno civile come Lampedusa sui migranti. E ancora il Trio Trioche con Troppe arieembre, le United Voices nell’ambito del Toscana Gospel festival, il Teatro popolare d’arte di Gianfranco Pedullà con Falstaff, Emilio Solfrizzi protagonista di Roger, ovvero Roger Federer, per finire con Francesca Reggiani in Donne d’origine controllata”. Il Chisciotte di Benvenuti e Fresi arriva a Firenze il 22 e 23 novembre, al teatro Puccini.