Firenze – L’Europa premia la Toscana con 44 milioni di risorse in più e la Toscana destina i fondi aggiuntivi a rafforzare le politiche del lavoro e dei servizi alla prima infanzia.
E’ una delle principali novità emerse nel corso dell’evento annuale del Fondo sociale europeo (FSE) organizzato quest’anno nella cornice della prima edizione della Fiera Toscana per il Lavoro alla Fortezza da Basso.
Il premio era stato formalizzato nei mesi scorsi dal comitato di sorveglianza del Fse grazie al raggiungimento degli obiettivi raggiunti nel 2018. Ora la Regione ha annunciato come utilizzerà i fondi arrivati: in particolare 13 milioni serviranno a potenziare i servizi per la prima infanzia, 10 a sostenere le politiche attive del lavoro erogate dai Centri per l’impiego toscani. Le restanti risorse andranno a rafforzare le altre misure del Fondo.
Ammonta così a 732 milioni di euro la dotazione finanziaria messa a disposizione della Toscana per il settennato 2014-2020 nell’ambito di quello che è il principale strumento finanziario con cui la Ue interviene sull’inclusione sociale e lavorativa, con particolare attenzione alle categorie più fragili.
Dall’analisi del percorso sin qui compiuto, è emerso che il 73% di questo importo (pari a 537 milioni) è già stato movimentato e in larga misura impegnato. Una grande quantità di bandi e progetti sono partiti permettendo di realizzare circa 27.000 mila interventi che hanno raggiunto oltre 986mila destinatari. Si tratta di interventi diretti in molti casi verso le categorie più deboli e vulnerabili: i giovani, le donne, i disoccupati di lunga durata, i soggetti svantaggiati ( disabili, ex detenuti, ex tossicodipendenti etc).
L’insieme di questi interventi ha contribuito a attenuare gli effetti pesantissimi della crisi economica e poi a iniziare una inversione di tendenza confermata dai dati: tra il 2013 e il 2018 il tasso di occupazione è aumentato del 3% (è al 71,3), la disoccupazione giovanile è diminuita di 10 punti (ora è al 22,9), ed è diminuito sensibilmente anche il tasso di abbandono scolastico (ora è al 10,6, con un -5,7 tra il 2013 e il 2018); infine anche il dato sulle persone a rischio povertà, pur con un andamento altalenante, registra un complessivo -2%.