Fridays for Future: “Emergenza climatica e Ambientale”

Firenze – Riceviamo e pubblichiamo la richiesta di dichiarazione dell’Emergenza Climatica ed Ambientale avanzata dal movimento ecologista Fridays for Future che è nato sull’onda della protesta giovanile iniziativa da Greta Thurnberg

PREMESSO CHE – Il 15 marzo scorso si è tenuto il ‘Global Strike for Future’, giornata di mobilitazione mondiale contro i cambiamenti climatici promossa dal movimento Fridays For Future, che ha visto più di 1,8 milioni di persone protestare nelle città di tutto il mondo;

– I Governi non hanno fatto e non stanno facendo abbastanza per contrastare i cambiamenti climatici in corso, mentre questi dovrebbero essere la priorità dell’agenda politica delle Istituzioni che governano questo paese; – Ognuno di noi deve accettare di modificare alcune abitudini per non doverle poi modificare tutte, perché i cambiamenti climatici, se non debitamente affrontati, porranno fine alla vita umana sulla terra così come la conosciamo;

– Venerdì 24 maggio si è tenuto il secondo Sciopero Mondiale per il Futuro che ha visto una seconda mobilitazione mondiale contro i cambiamenti climatici svoltasi in tutti i continenti del mondo, in 131 stati, e in più 152 città in Italia le quali hanno richiesto la dichiarazione di emergenza climatica e ambientale sia alle istituzioni nazionali che a quelle locali.

CONSIDERATO CHE – La lotta al collasso climatico ed ecologico e la tutela dell’ambiente è la sfida più grande di di sempre per l’umanità. Stiamo affrontando una crisi non solo climatica, ecologica ed ambientale, ma esistenziale;

– Noi esseri umani abbiamo già parzialmente compromesso in modo irreversibile l’ecosistema terrestre e la sopravvivenza di tutti gli esseri viventi, inclusa la nostra specie, mettendo in discussione la presenza stessa dell’essere umano sul pianeta;

VISTO – I dati allarmanti sul riscaldamento globale, che, salvo azione immediata, provocherà̀ un aumento di temperatura globale superiore ai 3 gradi centigradi entro il 2100, con effetti devastanti sull’ecosistema terrestre e sulla specie umana;

– L’ultimo rapporto IPCC-ONU (2018), secondo cui l’umanità̀ ha tempo entro il 2030 per limitare l’incremento della temperatura a 1.5°C, per evitare danni irreversibili al clima;

– L’ultimo rapporto IPBES-ONU pubblicato il 6 maggio 2019, che segnala un declino ecologico “senza precedenti”, in cui un milione di specie animali e vegetali sono a rischio estinzione nel breve periodo per colpa dei cambiamenti climatici e di un sovrasfruttamento di terra e mare, piante e animali;

– Il dovere morale dello Stato e di tutte le istituzioni locali nel rispettare il patto sociale intergenerazionale che impone alle attuali generazioni di lasciare un pianeta vivibile soddisfacendo i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di rispondere ai loro;

– I preoccupanti effetti del riscaldamento globale e dell’inquinamento che ogni anno diminuiscono le aspettative di vita di circa 6,5 milioni di persone in tutto il mondo;

– Il rapporto sul Global Environment Outlook (GEO), firmato da più di 250 scienziati; – Lo studio della Ellen MacArthur Foundation, in collaborazione con il World Economic Forum “The New Plastics Economy: Rethinking the future of plastics” il quale stima che ad oggi finiscono nel mare 8 milioni di tonnellate di plastica ogni anno e che nel 2050 gli oceani potrebbero contenere più plastica che pesci, in termini di peso.

– L’Accordo di Parigi (Dicembre 2015) sottoscritto da 192 Nazioni tra cui l’Italia e ratificato con la L. 4 novembre 2016, 204, che si riferisce al “Ruolo delle città, delle regioni e degli enti locali”, come di seguito citato: “L’accordo riconosce il ruolo dei soggetti interessati che non sono parte dell’accordo, nell’affrontare i cambiamenti climatici, comprese le città, altri enti a livello subnazionale, la società civile, il settore privato e altri ancora. Essi sono invitati a: 1) intensificare i loro sforzi e sostenere le iniziative volte a ridurre le emissioni; 2) costruire resilienza e ridurre la vulnerabilità agli effetti negativi dei cambiamenti climatici; 3) mantenere e promuovere la cooperazione regionale e internazionale.”

– L’impegno preso dal Comune di Firenze con l’adesione al “Patto dei Sindaci” tramite Deliberazione del Consiglio Comunale 2010/C/00008 – Proposta N. 2010/00047 del 15/02/2010 con lo scopo di ridurre le emissioni di CO2 attraverso il risparmio energetico, utilizzo delle fonti rinnovabili e puntando ad uno sviluppo sostenibile;

– La già avvenuta dichiarazione dello stato di emergenza climatica del Regno Unito, dell’Irlanda, della Scozia e di oltre 600 consigli comunali in tutto il mondo, tra cui quello di Milano e Napoli, che si sono impegnati formalmente davanti ai cittadini a ridurre le emissioni di gas climalteranti, anche in tempi più brevi rispetto ai termini previsti negli Accordi di Parigi;

CHIEDIAMO

1. La dichiarazione dello stato di emergenza climatica ed ambientale riconoscendo le responsabilità storiche del cambiamento climatico;

2. Ogni possibile contributo all’interno delle competenze del Comune di Firenze per contenere l’aumento della temperatura globale entro 1,5°C e fissare un obiettivo di azzeramento delle emissioni nette di gas climalteranti entro il 2030, ritenendo l’obiettivo di zero emissioni nel 2050 insufficiente e incoerente con lo stato di emergenza climatica;

3. La massima priorità al contrasto al cambiamento climatico nell’agenda dell’Amministrazione comunale, tenendo conto in ogni azione amministrativa o iniziativa degli effetti che questa comporta sul clima;

4. Che le misure di contrasto, mitigazione e adattamento vengano implementate secondo il principio di giustizia climatica. I costi della transizione non devono gravare sulle fasce più deboli della popolazione ma devono essere sostenuti soprattutto da chi ha causato maggiormente i danni ambientali;

5. Di invitare tutte le istituzioni territoriali, a partire dalla Regione Toscana e dal Governo della Repubblica, a varare analoghi provvedimenti

 

Fridays For Future Firenze

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