Pisa – Aderiamo e promuoviamo l’appello lanciato questa mattina da il Tirreno: GABRIELE LIBERO!
Perché come scrive il direttore Luigi Vicinanza nel corsivo della prima pagina: noi stiamo con il giornalista e documentarista toscano Gabriele Del Grande rinchiuso in un carcere turco da giorni, senza un fondato motivo. Trattenuto in un limbo dalle autorità di polizia dal 9 aprile. Nell’ultima telefonata ha dichiarato di non aver subito nessuna violenza ma che il suo materiale di studio è stato requisito.
Il caso diplomatico di Gabriele ha mobilitato la stampa italiana per chiedere la liberazione immediata di un cittadino europeo. Il Bosforo scivola giorno dopo giorno verso un regime autocratico. In risposta all’illegalità della sua detenzione Gabriele ha annunciato di essere entrato in sciopero della fame. Nella Turchia di Erdogan circa 200 giornalisti sono stati arrestati in questi mesi con l’accusa di terrorismo o di divulgare segreti di stato. Possedere una tastiera e una videocamera è l’anticamera di un tribunale infernale.
La macchina governativa di Ankara ha giornalmente e puntigliosamente colpito la libertà di stampa. In Turchia la strada della democrazia è stata smarrita e il caso di Gabriele è l’ultimo episodio eclatante del disastro di Istanbul. Ad una tale ferocia repressiva non c’è che riaffermare il diritto di Gabriele a tornare a casa. Subito.
Alfredo De Girolamo
Enrico Catassi