Fratelli d’Italia si ristruttura, Cellai coordinatore cittadino lancia la sfida

Firenze – Fratelli d’Italia si ristruttura a Firenze, e si presenta alla città non solo con la nuova pianta organica, ma anche con un progetto per Firenze che, come dice Paolo Marcheschi vicepresidente dell’assemblea nazionale del partito, è e vuole essere del tutto “alternativo” rispetto a ciò che si configura come il disegno della maggioranza progressista. Il nuovo coordinamento cittadino vede  Jacopo Cellai, consigliere comunale, è il nuovo coordinatore, vice coordinatore vicario Angela Sirello (capogruppo al Q5), Giovanni Gandolfo e Claudio De Santi vice coordinatori. La nuova organizzazione territoriale del partito è stata presentata dal coordinatore regionale Fabrizio Rossi (vicesindaco di Grosseto), il capogruppo a Palazzo Vecchio Alessandro Draghi, il vice presidente dell’Assemblea nazionale Paolo Marcheschi, i consiglieri della Città metropolitana Claudio Gemelli e Alessandro Scipioni. Il capogruppo in Consiglio regionale Francesco Torselli era assente per impegni istituzionali.

Spiega Fabrizio Rossi, vicesindaco di Grosseto e coordinatore regionale, che ha annunciato anche la creazione di una nuova sede regionale del partito a Firenze , “il processo evolutivo che è stato presentato stamani ha come punto di verifica naturale i prossimi appuntamenti elettorali”. Un momento evolutivo dunque che ha anche lo scopo di dare conto di quelle capacità amministrative che la “destra di governo” (pensando alle esperienze di varie città toscane, a cominciare appunto da Grosseto) ha dimostrato,  nei territori. Dunque, “sono dell’avviso – spiega il coordinatore regionale di FdI – che bisogna mettere in campo una bella programmazione che ci accompagnerà alle prossime elezioni amministrative”. Parlando dell’organizzazione, “passa anche da un partito che si struttura per dipartimenti, quindi questa forma si sta strutturando su tutto il territorio e deve costruire la sua cabina di regia a Firenze, compresa la nuova sede regionale”, dal momento che, anche con un occhio ai sondaggi nazionali, “si può ben sperare che FdI divenga centrale nel dare, negli anni che verranno, una scossa, o meglio una svolta a Firenze”.

Di velleità del progressismo e di mancanza di risposte concrete ai bisogni  della gente, e della necessità di sviluppare un progetto diametralmente opposto a quello del centrosinistra parla Paolo Marcheschi che mette anche il punto sulla centralità di FdI nella compagine conservatrice della politica.  “La sfida non è solo organizzativa ma anche politica: serve un nuovo partito conservatore alternativo al progressismo. La crisi del Covid ha dimostrato il fallimento del mondialismo; sono emerse le capacità dei singoli Stati nel fronteggiare l’epidemia. Ma il progressismo di sinistra è ancora malato di utopia: che si tratti dei rifiuti zero per non realizzare termovalorizzatori o di un tram che dovrebbe per magia eliminare le auto”.

Grande soddisfazione da parte di Jacopo Cellai. “Sono orgoglioso di questa nomina da parte di Giorgia Meloni – ha dichiarato Cellai – ho visto coi miei occhi cosa sia un coordinamento di partito che funziona: la sede di Alleanza Nazionale in via Maruffi, quando coordinatore del partito era mio padre Marco. Gli obiettivi adesso sono: portare avanti le segnalazioni dei cittadini e raccogliere le proposte dei professionisti per individuare soluzioni ai problemi .Il nostro obiettivo – dice Cellai – è quello di organizzare il partito sul territorio. Quindi riprendere il lavoro positivo svolto precedentemente in anni particolarmente difficili, facendo tutti gli sforzi possibili in relazione al tesseramento, attivando circoli territoriali, per dare una presenza più forte in tutte le realtà del quartiere, e poi organizzare iniziative di confronto e di ascolto”. A questo proposito, il gruppo regionale ha già organizzato un’iniziativa sul turismo, in cui ci sarà la presenza degli operatori della categoria.

“La stessa cosa verrà fatta sul tema della mobilità, che per noi è argomento centrale che ci accompagnerà fino alle elezioni. Siamo straconvinti che il partito democratico abbia preso una linea che non corrisponde alle esigenze dei fiorentini. Questa è la differenza fondamentale: “loro” hanno una visione dirigista, hanno deciso che la mobilità privata in questa città deve essere massacrata, prova ne sia che la visione della Firenze del 2050 portata ieri in giunta dall’assessore Guccione, quella di una città dove non ci sono più auto ma solo biciclette.Un conto sono i legittima desiderata di ciascuno di noi, un conto capire se la politica deve essere al servizio del cittadino o se deve essere l’imposizione di una visione che non aiuta questa città a svilupparsi”. A proposito delle tre linee tramviarie messe in atto, “nessuno – sottolinea Cellai – è venuto a darci i dati della eventuale riduzione del traffico veicolare, in particolare l’analisi del traffico in alcuni snodi della città dove ci sono stati sbagli grossolani, a partire dal sottopasso di Ponte alla Vittoria a quello della Fortezza, dove per pecrorrere quel tratto si rischia di dovere impiegare fino a un’ora. Il nostro obiettivo è un modello alternativo di mobilità, che tenga conto della necessità della realizzazione di parcheggi, fallimento delle giunte PD e per noi fondamentali per tutelare la residenza in centro storico”. Inoltre, occorre, dice Cellai, essere più stringenti nelle risposte alla cittadinanza. “Ad esempio, le case popolari: non si è voluto individuare in bilancio i 2 milioni di euro che sarebbero bastati per stabilire una rotazione continua degli alloggi senza lasciarli vuoti per anni e anni come succede adesso. Stessa cosa per la proposta che abbiamo fatto di mettere 300mila euro in più per il bonus sociale”. Ancora, per restare solo ai temi più importanti, nessuna risposta per quanto riguarda “la realizzazione di un Centro per il Rimpatrio che consenta di dare applicazione alla legge in merito al fenomeno dell’immigrazione irregolare”. Conclude Cellai: “Vorremmo sapere cosa si fa in questa città per esempio sui rifiuti, sulla sicurezza, sui centri per il rimpatrio”.

Infine, un’attenzione particolare per le imprese, dal momento che “niente o pochissimo è stato fatto per venire incontro alle loro difficoltà” in particolare in questi anni difficilissimi della pandemia. Lanciata anche l’idea, “per la valorizzazione dell’identità cittadina, di un marchio made in Florence”, mentre la viceccordinatrice vicaria Angela Sirello ha sottolineato la necessità di “più risorse per i quartieri, che dovrebbero avere di conseguenza più competenze. Senza praticamente avere alcun contatto con la giunta e senza né compiti né fondi i quartieri diventano inutili e così come sono tanto vale abolirli”.

 

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