Frankenweenie, Tim Burton e Disney in un connubio pienamente riuscito

Dopo aver inaspettatamente perso il suo adorato cucciolo Sparky, il giovane Victor Frankenstein sfrutta il potere della scienza per riportare in vita il suo amico, ma con qualche lieve variazione. Avuto successo con il suo esperimento il ragazzo prova a nascondere la sua creazione cucita in casa, ma quando Sparky esce i compagni di scuola di Victor, gli insegnanti e l'intera città scoprono che "tenere al guinzaglio una nuova vita" può essere mostruoso.

Tim Burton torna alle origini e porta su grande schermo il remake dell'omonimo mediometraggio da lui girato quasi trent'anni fa, questa volta avvalendosi della stop-motion – tecnica d'animazione a lui molto cara, si pensi a quel capolavoro che è Nightmare Before Christmas (diretto da Herny Selick ma nato dalla mente di Burton) o al cortometraggio Vincent girato quando ancora lavorava alla Disney come animatore.

Proprio dal suo periodo di dipendente alla Disney arriva il mediometraggio “Frankenweenie”, permettendo a Tim Burton di prendersi una bella vendetta nei confronti della casa madre di Topolino, infatti il mediometraggio, nel lontano 1984, sarebbe dovuto essere presentato al cinema nella riedizione cinematografica del classico “Pinocchio”, ma per screzi con la dirigenza, il mediometraggio non era adatto al pubblico di bambini cui si puntava,

“Frankenweenie” non vide mai la luce se non anni dopo nei contenuti speciali del DVD di “Nightmare Before Christmas” insieme al fantastico cortometraggio Vincent. Oggi la stessa Disney compare tra i produttori del nuovo film di Tim Burton che allarga i confini del mediometraggio cui si ispira pur mantenendo intatte la narrazione e lo stile in bianco e nero.

Nel panorama della classica cittadina americana, patria di una middle-class oramai in decadenza, si svolge la storia del giovane Victor e del suo amico a quattro zampe Sparky. Il giovane insieme ai suoi compagni di classe viene colpito dal fascino della scienza grazie alle parole del professor Rzykruski, e grazie a questo,e spinto dal lutto, si spinge a riportare in vita il proprio cane.

Ma in una cittadina del centro degli Stati Uniti in cui tutti si conoscono e le regole del buon vicinato sono al primo posto, mentre chiusi nella comodità delle proprie case si svolgono orrori inenarrabili (pensiamo alla visione surreale della classe media americana fatta da David Lynch in Velluto blu), colui che propone nuove idee è il diverso, lo straniero, e per ciò va eliminato.

Il popolo deve rimanere nell'ignoranza altrimenti si accorgerebbe dell'inettitudine dei propri governanti. Tralasciate le parentesi politiche, di cui forse solo un italiano potrebbe accorgersi, “Frankenweenie” è un'opera deliziosa che riesce a dare nuove energie alla carriera di Tim Burton, che ultimamente non era riuscito a presentare pellicole degne di nota, “Alice in Wonderland” su tutte.

Tanti i richiami ai grandi classici della cinematografia horror, “Frankenstein” e “Dracula” in primis, ma anche “la mummia” e “il mostro della laguna nera” finanche a “Godzilla”. Insomma la pellicola affonda le proprie radici nell'orrore degli anni cinquanta, quello post atomico e ingenuo che ha fatto la storia del cinema grazie a effetti speciali improvvisati, tanto amore e altrettanta passione.

E proprio la passione e l'amore sono ciò che spinge il protagonista ad attuare gli esperimenti del suo omonimo di origine letteraria per riportare in vita il suo cane. “It's alive” si trasforma in “You are alive”, il passaggio da un termine indefinito, la creatura per Frankenstein è una cosa mentre Sparky per Victor è un compagno, denotano quell'attaccamento personale che solo un cane può riuscire a ricreare.

In piena crisi di idee il regista Tim Burton guarda al passato e confeziona un opera positiva e nostalgica, molto più sua rispetto agli ultimi lavori che abbiamo visto. Ricorda per molti versi quel piccolo capolavoro che è “Ed Wood”, vera dichiarazione d'amore per il cinema degli anni cinquanta. Accompagnato dalle sempre bellissime musiche del collaboratore di sempre Danny Elfman, “Frankenweenie” è un viaggio divertente alla (ri)scoperta di un tipo di cinema che oramai non si fa più e che forse solo con una tecnica d'animazione che mette in primo piano il lavoro manuale si può riportare in vita.

Regia: Tim Burton
Sceneggiatura: John August (da un idea di Tim Burton)
Genere: Animazione
Nazione: USA
Durata: 87'
Interpreti: Winona Ryder, Catherine O'Hara, Martin Short, Martin Landau, Robert Capron, Conchata Ferrell
Fotografia: Peter Sorg
Montaggio: Chris Lebenzon, Mark Solomon
Produttore: Walt Disney Pictures, Tim Burton Animation Co., Tim Burton Productions 

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