Francesco Bianchi per il futuro internazionale del Maggio”

Firenze –  E’ pronta sul tavolo, la proposta del consiglio di indirizzo della fondazione del Maggio musicale fiorentino per quanto riguarda il nome del sovrintendente che dovrà guidare il “nuovo corso” dell’Opera di Firenze verso un futuro “stellare”: ed è il nome di Francesco Bianchi, commissario ormai ex, colui che ha guidato la difficilissima partita degli ultimi mesi, sempre a un soffio dalla liquidazione coatta della Fondazione.

A dire “chi”, è stato il sindaco Nardella, al termine della prima riunione del potentissimo consiglio di indirizzo della fondazione, insediatosi ieri e che ha segnato la conclusione del periodo di commissariamento, che vede al suo interno Enzo Cheli (assente per un impegno), Micaela Le Divelec, Mauro Campus e Vittoria Franco.La scelta di Bianchi, che è avvenuta scartando nomi più che quotati come il dirigente regionale Ugo Caffaz e l’architetto Luigi Ulivieri, è stata spiegata dal sindaco come legata alle “capacità dimostrate nel gestire una fase difficilissima e molto delicata nella vita della fondazione, che a più riprese ha visto verificarsi il rischio concreto della liquidazione coatta. Mesi difficilissimi conclusi però con uno straordinario lavoro di riorganizzazione e rilancio, reso possibile anche con la collaborazione di sindacati e lavoratori che hanno firmato l’intesa per il piano di rilancio triennale”.

Il sindaco ha poi aggiunto che “spera di poter contattare il ministro informarlo sulla designazione, che speriamo trovi di suo gradimento, e gli chiederò disponibilità a varare in tempi brevi il nuovo piano triennale che è stato presentato. Da parte nostra, garantiremo impegno personale nel reperimento di fondi privati per il teatro”. Infine, Nardella ha voluto lanciare una previsione sul futuro dell’Opera fiorentina: “I prossimi cinque anni potranno portare il Maggio a livelli internazionali come mai non lo abbiamo avuto. Nessuna fondazione, nemmeno la Scala ha a disposizione un teatro con le caratteristiche dell’Opera di Firenze. Il destino di questo teatro è di diventare un grande teatro a livello internazionale, con una programmazione stellare. O viaggeremo a livelli di eccellenza mondiale o il lavoro che è stato fin qui svolto non ha avuto senso”.

 

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