Questa la doppia faccia dei ricordi di Francesco Azzarà in una intervista pubblicata oggi da La Nazione. Rapito a Nyala, in Darfur il 14 agosto 2011, dove lavorava presso il Centro pediatrico di Emergency, e liberato il 16 dicembre scorso dopo quattro mesi di prigionia nelle aree montuose di Jabal Marra, nel Darfur Occidentale, il 34enne calabrese di adozione toscana, volontario di Emergency, è tornato a vivere a Lucca da un settimana. Qui lavora nell’azienda del cugino, l’ingegner Carmelo Sgrò, consulente aziendale in materia di sicurezza sul lavoro e nuovo socio dell’Fc Lucca. La dura esperienza della prigionia non ha spento in lui la passione per il volontariato con Emergency, e forse si è preso solo un pausa prima di ripartire.
"Ora tifo per Rossella Urru" e "Continuo a collaborare con Emergency" dice Francesco Azzarà. «E’ vero — sottolinea Francesco — ma io ripartirei anche domani, se dessi retta solo al mio istinto. Continuo ancora a collaborare con Emergency, ma per ora resto qui a Lucca con mio cugino. Devo pensare anche a tutti quei familiari e amici che hanno sofferto tanto per me. Più avanti vedremo, è una scelta difficile e complessa. Mi dispiace di non aver concluso quel lavoro, di non aver salutato quella meravigliosa gente in Sudan. Prima o poi dovrò chiudere il cerchio. Diciamo che mi sono preso una pausa…».