“Il teatro della vita”, la mostra con opere di Michele Salemi che ha preso il via il 17 novembre e si conclude il 3 dicembre prossimo, è un vero e proprio affresco dell’esistenza, le cui tele appaiono come finestre da cui affacciarsi, come dice l’assessore alla cultura e vicesindaco di Castelnovo de’ Monti, Emanuele Ferrari.
La mostra si svolge nel foyer del Teatro Bismantova, che continua così a espletare il suo ruolo di fulcro della cultura dell’area della montagna appenninica.
“È con grande gioia che accogliamo queste opere negli spazi del nostro teatro” dice il vicesindaco. Un’esposizione che ha molti motivi per suscitare gioia, intanto quello che si tratta di un dono: “Per volere della figlia dell’artista molte delle sue opere sono ora in possesso dell’istituto musicale Peri-Merulo – ricorda Ferrari – ora per la prima volta iniziano a viaggiare, a mostrarsi, come è proprio ed essenziale per ogni opera d’arte”.
Secondo motivo, legato “a questo luogo, un teatro, o meglio il teatro della montagna, del nostro Appennino, sede di un Parco nazionale, la Riserva Mab Unesco e da poco entrata anche a far parte del patrimonio dell’umanità con i suoi gessi triassici- continua – il segno, il colore, i paesaggi, reali e immaginari di Salemi, diventano nella loro concretezza gli attori di una messa in scena: abitano il teatro, dove “tutto è finto e niente è falso”, con i loro corpi e la loro anima”.
Tra il pubblico del teatro e il discorso artistico di Michele Salemi “può nascere un dialogo silenzioso ma fertile. L’ultimo motivo è legato alla capacità tutta umana di ricercare e raccontare storie. Questo ha fatto Michele Salemi come artista. Dagli studi accademici a una libertà espressiva che gli ha fatto attraversare tempo e spazio, linguaggi, avanguardie e nuove interpretazioni. Facendo così della vita, come dimostra il filo invisibile che lega queste opere qui in mostra, uno slancio continuo verso un altrove che è sempre passo aldilà, opera ancora da farsi. Avvenire”, conclude Ferrari.
Nato a Brindisi nel 1942, Salemi ha vissuto e lavorato a Bologna dal 1954. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel 1974 lascia gli studi per una formazione libera ed autonoma. Sin dalle sue prime esperienze, dà il via ad una carriera fatta di intensa ricerca con forti tendenze alla sperimentazione che si concretizza attraverso gli anni nelle innumerevoli serie: Citazionismo, Alberi, Motivi Femminili, Cieli Neri, Sguardi, Proiezioni. È scomparso il 12 dicembre 2013.