Punto di riferimento nazionale e internazionale nel panorama degli appuntamenti della fotografia, Fotografia Europea, il festival promosso dal Comune di Reggio Emilia con il supporto di numerosi partner, andrà in scena cambiando il volto della città dal 15 al 17 maggio – giornate inaugurali di Fotografia Europea 2015 – con 21 mostre Istituzionali, un ricco programma di eventi e l’esplosione del circuito Off con 327 mostre (di cui 31 collegate) che ruotano attorno al tema “Effetto Terra” in occasione di Expo 2015.
Fotografia Europea è una forza propulsiva per lo sviluppo della creatività dell’intera città e a confermarlo è la crescita costante del Circuito Off, un esempio di adesione dal basso, di partecipazione libera dei cittadini a un grande evento culturale, con la costruzione di un percorso espositivo, parallelo alle mostre istituzionali, che riserva una pluralità di sguardi diversi e innovativi.
Con il circuito OFF di Fotografia Europea sedi istituzionali, musei e fucine dei creativi, ma anche negozi, alberghi, ristoranti, scuole, circoli, teatri, case private e interi quartieri si trasformano in galleria d’arte. A Reggio Emilia e in provincia ogni spazio parla il linguaggio dell’immagine grazie ad associazioni, circoli, enti, privati cittadini, che danno spazio ad autori affermati, nuovi talenti, semplici appassionati e studenti.
Dalla prima edizione del 2007, il circuito “parallelo”, curato da Antonella Cipressini, si è radicato sempre più e ampliato significativamente, arrivando a coinvolgere tutto il tessuto urbano e la provincia: nell’anno in cui il festival compie dieci anni, ci sono 233 mostre in centro storico e ben 94 mostre fuori dal centro storico (tra periferia e provincia). Senza contare che il circuito OFF è arricchito grazie alla rete dalla sezione Portfolio Online, con un centinaio di progetti in “mostra” sul sito di Fotografia Europea ( HYPERLINK “http://www.fotografiaeuropea.it/off2015” t “_blank” www.fotografiaeuropea.it/off2015). In tal modo l’OFF si configura come un festival nel festival che mette in luce quanto è fondamentale la partecipazione, il contributo di tutta la città, di ogni singola persona, di ogni singolo spazio per la riuscita della manifestazione.
Non è tutto. Proprio per sottolineare l’importanza di questo circuito, quest’anno sponsorizzato dal centro Commerciale L’Ariosto e Librerie.Coop, si svolge un concorso ad hoc. Un comitato di esperti, formato da Elio Grazioli, Gigliola Foschi e Antonella Cipressini, selezionerà i quindici migliori progetti OFF – che saranno esposti tra via Veneri e viale Ramazzini – e il 17 maggio, alle 18,30, nell’ambito di un “OFF party” ai Chiostri di San Pietro saranno premiati i tre vincitori scelti sempre dalla giuria di esperti. H&M, marchio svedese che offre moda e qualità a prezzi competitivi e con attenzione alla sostenibilità, supporterà l’iniziativa partecipando alla premiazione. Ai vincitori saranno infatti assegnate come premio tre Gift Card H&M del valore di 100, 200 e 300 euro, messe in palio dal punto vendita H&M di Reggio Emilia, aperto nel settembre 2014 nel centro storico della città.
Inoltre sarà decretato il migliore progetto votato dal pubblico – attraverso il sito internet di Fotografia Europea – con premiazione in occasione del finissage di Fotografia Europea.
Orientarsi tra le tante proposte OFF non è semplice. Ecco che quest’anno, per la prima volta, viene dedicata a questo circuito una guida specifica con tanto di mappa della città: uno strumento che racconta tutti i progetti dell’edizione con l’indicazione di autori e sedi di mostra. La guida OFF racconta inoltre, con una serie di approfondimenti, i progetti più interessanti sul tema “Effetto Terra”, modalità ripresa sul sito web – HYPERLINK “http://ww.fotografiaeuropea.it/off2015” t “_blank” ww.fotografiaeuropea.it/off2015 – con interviste e contenuti extra dedicati alle diverse proposte che animano il circuito.
Ci sono ad esempio proposte interessanti in diversi quartieri cittadini: si va dalla zona di via Adua alla zona stazione per arrivare a via Roma. Spiccano nuove location: l’Archivio di Stato e il Chiostro della Prefettura. Le associazioni fotografiche, i circoli e le gallerie si confermano tra i più attivi. La Collezione Maramotti, la Biblioteca delle Arti, l’ex Chiesa dei Santi Carlo e Agata e gli Atelier Viaduegobbitre non mancano all’appello. Tanti poi gli appuntamenti in provincia: si va dalla Casa Museo di Pietro Ghizzardi a Boretto alla Corte Ospitale di Rubiera. E tra i nomi clou spiccano Michael Kenna, Esko Männikkö, Gianni Berengo Gardin, Lewis Baltz, Vasco Ascolini, Maurizio Galimberti e tanti altri.
HANNO DETTO – Alla conferenza stampa alla Biblioteca della Arti, organizzata per presentare il circuito Off, ha partecipato l’assessore all’agenda digitale, partecipazione e cura dei quartieri del Comune di Reggio Valeria Montanari, che si è detta “orgogliosa di poter presentare la parte di Fotografia Europea dedicata all’Off: in prima battuta per i numeri, poiché stiamo parlando di circa 330 mostre di cui 230 circa in centro storico e un centinaio nei quartieri e nei Comuni limitrofi. Questo lavoro evidenzia la volontà dei reggiani e delle reggiane di partecipare e di tante associazioni di cooperare – ha proseguito la Montanari – per ottenere risultati significativi, oltre a dimostrare che la spinta dei cittadini produce qualità. Anno dopo anno la qualità cresce e assieme alle mostre istituzionali è capace di aumentare l’interesse del pubblico rispetto a una proposta che nasce con una matrice più popolare ma non per questo meno significativa, intensa e piena di emozioni e suggestione”. E ancora: “Il circuito Off si sviluppa in sedi più istituzionali come la Fondazione Maramotti, la biblioteca delle arti, l’atelier di via dei due Gobbi; quest’anno poi avremo anche novità importanti e l’onore di poter esporre all’interno dei magnifici chiostri della prefettura in corso Garibaldi e anche nell’Archivio di Stato. Un arricchimento particolare è rivolto ai quartieri e alle frazioni e a zone della città che tradizionalmente non hanno i riflettori accesi ma che oggi possono fare perno sulla partecipazione, sulla bellezza e sulla capacità di restituire emozioni tipica di un contest fotografico; penso per esempio a via Veneri, che sarà la sede del concorso Off. Mi preme sottolineare inoltre l’impegno delle scuole della città e degli esercizi privati commerciali, che hanno un atteggiamento di grande apertura nel mettere a sistema gli spazi trasformandoli da privati a pubblici. Una mostra particolare è senz’altro “Pink Project”, che intende sensibilizzare le donne sul tema della prevenzione e della cura del tumore al seno. Per i tre giorni inaugurali del festival ogni donna potrà dare il proprio contribuito indossando una parrucca rosa e diventando testimonial della battaglia contro il cancro al seno”. Infine, ha evidenziato l’assessore, “da quest’anno è a disposizione una guida dell’Off bella e significativa: è importante averla per dare giusto valore ai protagonisti ma anche perché guardandola si ha modo di avere il senso della capacità artistica di tutto un corollario di fotografi inseriti in un circuito non tradizionale, ma che vanta comunque nomi significativi”.
Elisabetta Farioli coordinatrice di Fotografia Europea, ha poi sottolineato la “crescita quantitativa dell’Off”, dicendosi “colpita perché credevo che il territorio fosse saturo: al contrario, Fotografia Europea resta la maniera migliore per rispondere alle esigenze di protagonismo molto forte nella nostra città. Quantità ma anche qualità: Off non è un circuito secondario ma è parallelo, di più libera propositività”. Parlando della guida, la Farioli ha evidenziato che “la manifestazione principale ha fatto un passo indietro per dare spazio all’Off: ma ci è sembrato giusto così. Abbiamo diviso la città in quartieri per consentire una leggibilità più forte. Off rappresenta un esempio di aggregazione spontanea di persone che hanno voglia di fare in ambito culturale, specie nella fotografia, un’aggregazione disseminata sul territorio che travalica i confini, una sorta di nuovo modello di governance. Dietro al circuito c’è un grande lavoro che dura da settembre basato su patto di parità chiaro ed efficace: il Comune non ha risorse, ma mette a disposizione dei cittadini la sua professionalità. Fotografia Europea coinvolge tante persone: i visitatori stranieri, sempre in crescita, rimangono incantati da questo “effetto città”, perché si capisce che dietro c’è una città che ha lavorato insieme, orgogliosa di riconoscersi nel progetto. Il nostro modello non è esportabile, riesce e funziona grazie all’impegno di tutti. C’è tanta qualità, a cominciare dalla Fondazione Maramotti che presenta una mostra importante di Mannikko. E poi c’è la mostra alla Casa dei Burattini di Otello Sarzi con gli scatti di Vasco Ascolini, la casa museo Al Belvedere di Ghizzardi a Boretto con gli scatti di Gardin, e tutto il lavoro dei tanti circoli fotografici e associazioni sul territorio: non a caso sono stati loro il motore che nel 2006 ha fatto partire la grande macchina di Fotografia Europea”.
Infine ha preso la parola Antonella Cipressini, che ha curato il coordinamento del circuito Off. Suo il compito di presentare una panoramica dei progetti più significativi, a cominciare da quello “in zona stazione del regista Enrico Masi che ha coinvolto residenti di viale IV Novembre e via Eritrea. E poi ancora via Roma con residenti e negozianti che organizzano cinquanta progetti tra mostre, happening ed eventi e li identificano con altrettante sedie Magenta; sempre in via Roma, nella banca Albertini & Syz, c’è una mostra collegata importante che rende omaggio ad Angelo Davoli. Tra le nuove location ci sono il Chiostro della prefettura e l’Archivio di Stato: sono spazi molto suggestivi, che di solito non si ha l’occasione di visitare”.
I QUARTIERI SI ACCENDONO
I quartieri cittadini si illuminano con Fotografia Europea. Una delle proposte OFF più interessanti riguarda la zona della stazione ferroviaria, per l’esattezza Viale IV Novembre e via Eritrea dove l’arte scende in strada e arriva direttamente… dal Brasile, grazie a una proposta del regista Enrico Masi, che negli ultimi anni ha seguito alcuni “grandi eventi” per osservare il loro impatto sul territorio. L’ultimo progetto di Masi si focalizza sul Brasile alle prese con il secondo mega-evento, le Olimpiadi con sede a Rio De Janeiro, dopo i Mondiali di Calcio del 2014. Insieme ad Alessandra Maisani e Yasmim Assade, Masi ha seguito le evoluzioni di questa situazione per le strade delle megalopoli brasiliane, specie a San Paolo, venendo a contatto con storie, eredità culturali, atti di resistenza. Ne è nato il film “Lepanto” prodotto da Caucaso, collettivo di artisti/attivisti con sede a Bologna fondato nel 2002. A sua volta, da un capitolo del film, è scaturita la mostra fotografica “Urgente Brasil” che racconta di una surreale partita di calcio su un terreno abbandonato di una sconfinata periferia: un’immagine inedita e partecipata di un mondo trascurato dai riflettori del circo mediatico. L’attitudine “on the road” del progetto si riproduce a Reggio Emilia, in collaborazione con il comitato di quartiere, utilizzando le vetrine dei negozi a fini espositivi. Inoltre la sede del dopolavoro ferroviario di via Eritrea ospiterà lo stesso Masi nelle giornate inaugurali per un incontro con il pubblico, una performance musicale e la proiezione di un estratto di “Lepanto”. Non è l’unico evento ad animare il quartiere. Sempre in viale IV novembre, nella sede di Icarus Ensemble, è ospitata la mostra di Simone Morciano “Tamera”, reportage sul villaggio eco-sostenibile del Portogallo, e un progetto con protagonista la cittadinanza e i suoi scatti di famiglia.
Un’altra proposta interessante, dal titolo “Veneri OFF!”, è promossa dal comitato “Via Veneri Non Mollare”. Saranno affissi tra Via Veneri e Viale Ramazzini quindici progetti selezionati dal concorso Off 2015. Ogni cittadino potrà scegliere il suo progetto preferito e votarlo direttamente sul sito internet di Fotografia Europea nella sezione OFF. Oltre alle quindici mostre selezionate, vi aspettano in zona anche le proposte di Michele Fornaciari, Simone Fornaciari, Federica Bologna.
Passare da una casa all’altra, incontrare e conoscere persone nuove, “masticare” arte negli angoli più impensati di appartamenti, cortili, scale, terrazzi: tutto questo e molto altro viene proposto in via Roma durante le giornate inaugurali. “Tutti i luoghi il luogo” è l’evento promosso da Ghirba Biosteria e coordinato da Irene Russo, Maddalena Cattani, Marco Appiotti, Dalila Longo, Pierluigi Sgarbi, Flavia Prodi. Cinquanta fotografi hanno interpretato il tema del festival, Effetto terra, realizzando a volte opere site-specific o ispirate all’atmosfera del quartiere. Le sedie rosa davanti alle porte sono un invito a entrare per scoprire le vite degli altri, sbirciare dentro alle camere d’albergo o chiacchierare con i negozianti. Cuore dell’itinerario è l’Hotel City ma nessun angolo è risparmiato. Perfino i distributori automatici dove Alessandra Calò – che espone anche nel circuito ufficiale – ha posizionato tra le merendine le sue opere autografate a tiratura limita, acquistabili a un prezzo simbolico. Fabrizio Cicconi rappresenta una finestra dentro a un’altra finestra mentre l’Hotel Lorenz offre una cabina telefonica e un ascensore alle idee della videomaker Sara Bonaventura e del pittore Umberto Giorgione. Per vedere una delle foto di Sandra Lazzarini, annidate tra i capi della Lavanderia Vanna, bisognerà invece avere un numero come quando si ritira un abito. Nelle giornate inaugurali apriranno le porte ai visitatori anche la storica Tipografia Fratelli Manfredi, il Palazzo Maria Melato, la Scuola Internazionale di Comics, l’Atelier L’Altromondo e il Lab Art del parco Santa Maria, con una collettiva di artisti in prevalenza argentini, a cura di Ruben Quiroga. Dagli studenti dell’Istituto Comprensivo Leonardo Da Vinci, in collaborazione con il Teatro dei Quartieri, arrivano le foto del Challenge Instagram “Naturale Resistenza”, esposte nella vetrina di un barbiere. Nelle tre giornate inaugurali inoltre verranno messi in scena performance teatrali, concerti e degustazioni. Per orientarsi tra i tanti luoghi e le varie iniziative di Via Roma, è stata ideata anche la App “Via Roma Trip” (disponibile gratis su Google Play e App Store).
In più, sempre in via Roma, al civico 8, è in programma la mostra collegata “Questo è il mondo”, presso la Banca Albertini & Syz, un omaggio ad Angelo Davoli, artista prematuramente scomparso la cui ricerca ha visto un confronto tra l’elemento contemporaneo ed un richiamo altro, quasi metafisico. Visitare l’allestimento presso Albertini & Syz è come accedere al “laboratorio” di Davoli grazie a materiali inediti e scatti preparatori utilizzati per la realizzazione dei lavori più noti; fra questi anche l’installazione “Cantiere Morini”, eseguita in un sito industriale della provincia di Reggio Emilia e confluita poi nell’opera “Certe notti” realizzata da Mauro Bigonzetti e Luciano Ligabue.
NUOVE SEDI APRONO ALL’OFF
Ogni anno il Circuito Off si arricchisce di nuove location. Tra le altre, si segnalano le mostre “Riconosco, nell’uomo, la natura” al Chiostro della Prefettura di corso Garibaldi e “Il Giardino del Re” nell’Archivio di Stato di via Cairoli, entrambe promesse dall’associazione Refoto. La prima, curata da Massimo Mantovani, indaga il profondo carattere conoscitivo di un “genere” come il ritratto che esula dall’ambito strettamente estetico. La seconda, curata da Cesare di Liborio, si misura con un suggestivo tema immaginario per stimolare l’inventiva degli artisti. L’Archivio di Stato ospita anche le foto di Fiorella Iacono, Luca Monzani ed Ettore Moni.
LE SEDI CHE NON MANCANO MAI ALL’APPELLO
Una delle sedi collegate più prestigiose è la Collezione Maramotti (in via Fratelli Cervi 66) che ospita “Time Flies. A Highlight” di Esko Männikkö. L’artista finlandese, già presente nell’edizione 2013 di Fotografia Europea (Circuito On), ama paragonare il proprio lavoro a quello di un cacciatore – sulle orme di un’antica passione del padre – di un collezionista di immagini. Va così alla ricerca di soggetti realistici che provengono dalla propria esperienza e sensibilità: gli uomini soli e i paesaggi remoti della terra d’origine (“Female Pike”), i luoghi abbandonati dall’Emilia al Texas (“Organized Freedom”), le nature morte (“Flora & Fauna”) e gli animali imbalsamati (“Harmony Sisters”), le sculture funerarie in stato d’abbandono (“Blues Brothers”). La mostra ospitata alla Collezione Maramotti presenta 50 opere tratte da queste serie, ognuna autonoma e nello stesso tempo in dialogo con le altre. L’obiettivo di Männikkö rispetta il dato realistico e allo stesso tempo lo trasforma, esaltandone la bellezza. L’uso magistrale della luce e dei cromatismi e la capacità di dare vita a composizioni eleganti e calibrate avvicinano la sua ricerca all’ambito pittorico. La sensibilità e l’attenzione per aspetti apparentemente periferici – edifici in rovina e soggetti emarginati, familiari ma anche universali – si fonde con l’utilizzo di cornici di seconda mano o appositamente costruite a partire da materiali di recupero, contribuendo alla creazione di un universo espressivo inedito. Männikkö condensa in un magico equilibrio elementi apparentemente inconciliabili: empatia, humor, inquietudine e sentimento del sublime.
C’è poi la Biblioteca delle Arti (piazza della Vittoria 5/T) con la proposta di Gianluca Balocco che, nei primi anni ’90, ha effettuato ricerche di lungo respiro come quella compiuta insieme alle pazienti lungodegenti di un ospedale psichiatrico e quella affine ricavata dalla frequentazione di un gruppo di poeti di Marsiglia. Per “Naked Plants” – mostra che propone a FE2015 – Balocco ha impiegato due anni per far crescere alcune specie di piante stagionali. Seguendone letteralmente lo sviluppo, l’artista è entrato nel loro mondo che è quello di una differente durata con tappe, imprevisti, svolte e adattamenti. Successivamente ha estratto le piante dalla terra per fotografarle in ambientazioni umane (stanze, interni, ecc.): sospese con le radici visibili in balia di un nuovo contesto. Infine le ha restituite alla terra per il compimento del ciclo naturale: la morte. Un processo avvenuto in successione: prima una pianta poi un’altra in un disteso e meditato arco temporale. Proprio questo processo di spoliazione, di alienazione dal proprio ambiente rende il contatto con queste immagini così intenso. Nell’ambito della mostra, sabato pomeriggio 16 maggio, sarà presentato il catalogo di mostra curato da Elio Grazioli e Riccardo Panattoni; a seguire, si terrà una performance.
Se ci spostiamo all’Ex chiesa dei Santi Carlo e Agata (in via San Carlo) troviamo il progetto “Noctua Agathina” di Dacia Manto, basato su una particolare specie di falena: la Noctua Agathina, che appartiene alla famiglia delle Nottuidi. Il nome di questo animale richiama quello della Santa cui è co-intitolata la Chiesa che ospita l’allestimento promosso dall’associazione Flag No Flags ContemporaryART e curato da Marinella Paderni. Il fascino delle creature notturne anima questo progetto composto da un video, un’installazione a terra e dall’esposizione di reperti naturali e artificiali. Un approccio che mescola suggestioni provenienti da varie discipline come botanica, biologia, geografia e scienze naturali. In un alternarsi di luce e ombre, quello creato da Manto è una sorta di piccolo “ecosistema” con il suo ciclo vitale. Una maniera nuova di vedere l’evento artistico come opportunità di penetrare l’ignoto che ci circonda ad ogni istante.
PINK PROJECT
Dal 15 al 17 maggio in via San Giuseppe 4/a è ospitato Pink Project, progetto fotografico artistico e sociale, promosso da Andos, nato da un’idea di Francesca Tilio, che ha l’obiettivo di sensibilizzare le donne sul tema della prevenzione e della cura. Il progetto ha mosso i primi passi dalla volontà di tenere in mano la vita nel pieno della malattia. E ha camminato. Prima con una visibilità legata ai social network, poi con una visibilità sempre crescente sulla stampa, fino ad arrivare al crowfunding lanciato sulla piattaforma Vizibol, che ha permesso di raccogliere i fondi necessari a trasformare il Pink Project in una mostra, a cura di Silvia Parmeggiani. Una esposizione che è anche un inno alla vita, alla speranza, alla capacità di resistere e trovare risposte alla malattia. Per i tre giorni inaugurali del festival ogni donna potrà dare il proprio contribuito al Pink Project. Come? Indossando la parrucca rosa di Francesca, facendosi fare uno scatto e diventando testimonial della battaglia contro il cancro al seno. I ritratti confluiranno in un grande contenitore di immagini sul web. Chiunque potrà acquistare una cartolina ricordo della giornata e contribuire così con piccole somme a favore dell’associazione Andos, che offre supporto e servizi alle donne operate al seno. Un piccolo grande aiuto, tutto nel nome di Erika Gallinari. HYPERLINK “http://www.francescatilio.it/” http://www.francescatilio.it HYPERLINK “http://www.andosreggioe.it/” http://www.andosreggioe.it
LE ASSOCIAZIONI E LE GALLERIE IN CAMPO
Diverse sono le associazioni in campo per l’OFF. Oltre alla già citata Refoto, troviamo ad esempio il Circolo degli Artisti con varie proposte: quella clou è “Pianeta Terra” a Palazzo Dossetti (Università di Modena e Reggio, in via Allegri), una meditazione sulle condizioni ambientali del nostro mondo in via di trasformazione e di crisi.
Sono poi tantissime le gallerie private che aprono le loro porte per FE2015. Ci sono ad esempio gli Ateliers Viaduegobbitre nell’omonima via in pieno centro. Anche quest’anno aprono le porte ad appassionati e curiosi coinvolgendo oltre trenta artisti. Inoltre, il 23 e 24 maggio, in collaborazione con CNA Comunicazione e Terziario Avanzato, propongono letture portfolio e presentazioni di libri e riviste fotografiche. Tra le varie mostre in programma, si segnala l’omaggio a Enrico Fontanelli, scomparso un anno fa, che ha legato il suo nome agli Offlaga Disco Pax, band reggiana tra le più amate del panorama indipendente nazionale. Dal titolo “Faded”, raccoglie diverse polaroid che rappresentano una specie di diario che coglie e trasfigura la prosaicità del quotidiano. Questo omaggio a Fontanelli è completato il 23 maggio da una serata al circolo Dinamo con la presentazione della riedizione in vinile dell’album della sua prima band, i Kathleen’s, e un concerto tributo.
La Galleria 13 di via Roma presenta un big della scena internazionale, Michael Kenna, che imprime un tocco creaturale e metafisico alle proprie immagini. Merito di una padronanza tecnica fuori dal comune, di “appostamenti” e tempi di posa lunghissimi, dell’utilizzo di un bianco e nero evocativo, della capacità di “dialogare” con la luce e con i suoi momenti più rari e rivelatori. In questo modo la fotografia assurge a una dimensione classica e diventa forma di autentica conoscenza. Se ci si sposta da 8,75 Artecontemporanea di corso Garibaldi si può incontrare la singolare storia di Stefano Fogato, milanese trasferitosi più di trent’anni fa in Sicilia per diventare pescatore. Le sue immagini documentano la storia della tonnara di Favignana. Un’installazione accoglie i visitatori di Bonioni Arte, in corso Garibaldi. Il reggiano Pietro Iori utilizza diverse tecniche – fotografia e scultura – per “Risorta. Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, una riflessione concettuale in cui il paesaggio è riletto come luogo simbolico, risorsa da sfruttare e ambiente da tutelare. Il percorso si conclude con la duratura ricerca su luoghi e atmosfere dell’Appennino compiuta da Luigi Menozzi in “Platinopie” alla Galleria Zannoni di via Guido da Castello, con le “Cartoline dal Pianeta Terra” di Mariagrazia Sandonà e Fabio Vezzani (Galleria San Francesco, di via Bardi) e con gli scatti di Massimo Tassi realizzati nel territorio che corrisponde all’antica Palestina (in mostra da Dimensione Foto, via Emilia all’Angelo 21/F).
LE PROPOSTE PER I PIU’ PICCOLI E DELLE SCUOLE
Tra le varie proposte per i più piccoli, spicca la mostra alla Casa dei Burattini di Otello Sarzi (via del Guazzatoio). Per tutto il mese di maggio gli scatti di Vasco Ascolini documentano il suo incontro con il maestro burattinaio. Sono foto in bianco e nero sviluppate in camera oscura con pellicole degli anni Ottanta: ritraggono burattini, marionette in movimento e raccontano la vita di Sarzi. Altra proposta interessante è all’Ostello della Ghiara: la mamma blogger Mary Franzoni presenta il progetto “Playground Around the corner” – una raccolta di foto di parchi per bambini sparsi in giro per il mondo -, il sito dove racconta gli spazi verdi ideali per i più piccoli ( HYPERLINK “http://playgroundaroundthecorner.it/” t “_blank” playgroundaroundthecorner.it) e una app per trovarli quando si viaggia. Nel weekend inaugurale di FE2015 si svolgeranno in contemporanea laboratori per ragazzi; letture a tema in occasione del weekend successivo, durante Reggio Narra.
Tante le scuole dell’infanzia, elementari, medie, superiori in campo, così come l’Università. Ad esempio l’Università degli Studi di Modena e Reggio (sede di via Allegri) ospita le mostre dal titolo “Effetto Convivenza”, “Le macchine per la Vita” con le foto di Gianfranco Borghi e Gabriele Cabassi e “Retracing Emilia” di Daniele Roversi.
Gli alunni delle scuole primarie di Reggio e provincia hanno realizzato vari scatti confluiti nella mostra “Immaginifico sguardo sul Corso” lungo corso Garibaldi. Stando i città, gli studenti del Liceo Gaetano Chierici sono gli autori di “Terre” nei locali della scuola. I ragazzi della Scuola media Da Vinci di Reggio e del Get Gandhi propongono “Obiettivo Terra” a Palazzo Casotti. Gli alunni della classe quarta D della scuola primaria Anna Frank di Borzano “Io sono quello che mangio” al Look At di Corso Garibaldi 53/a in città. Il Liceo Ariosto Spallanzani espone “Studenti, una speranza per curare le ferite del pianeta”. Il nido Choreia “Immaginatutto.it”. Spostandosi in provincia, la scuola secondaria Maria Ausiliatrice di Bibbiano espone nella Biblioteca comunale del paese. Le scuole di Boretto nella sede della Bottega del Tempo libero del paese. Gli scatti degli studenti di seconda media della Scuola Allegri di San Martino in Rio dialogano con le foto di Fabio Boni sui giovani nella locale Rocca Estense.
TANTE PROPOSTE IN PROVINCIA
Fotografia Europea offre varie proposte anche in provincia. In Val d’Enza a Bibbiano, Cavriago, Campegine, Montecchio, Gattatico, San Polo d’Enza. Nella Bassa a Bagnolo in Piano, Boretto, Brescello, Cadelbosco Sopra, Campagnola, Correggio, Fabbrico, Guastalla, San Martino in Rio. Nella zona Ceramiche a Casalgrande, Rubiera, Scandiano. In montagna a Carpiteti, Casina, Vezzano. Fuori provincia a Mamiano di Traversetolo (Parma).
Ad esempio a Boretto, nella Casa Museo Al Belvedere di Pietro Ghizzardi (via De Rossi 27/B), vi aspettano gli scatti di Gianni Berengo Gardin. Il noto fotografo, grazie al grande istrione Zavattini, ha incontrato Pietro Ghizzardi, una delle leggende dell’epopea naif. Ospitato nell’abitazione del pittore a Boretto, si è aggirato tra i quadri esposti ovunque, nelle stanze e sulle pareti esterne. È entrato in contatto con un universo nel quale le barriere tra arte e vita sembrano evaporare. In realtà è un’intera civiltà – quella contadina con le durezze e le sue sofferenze, ma anche con la sua carica di vitale e coraggiosa umanità – che sta scomparendo, presa d’assalto dalla modernità consumistica. Nella mostra allestita per FE2015 si può cogliere la testimonianza di quell’incontro: diciassette foto inedite che raccontano una quotidianità fuori dal tempo eppure capace di regalare suggestioni profonde e spontanee. Il tutto mediato dal celebre bianco e nero di Berengo Gardin, dal suo sguardo capace di cogliere con eleganza e precisione la verità dei suoi soggetti. L’ambientazione nella Casa Museo “Pietro Ghizzardi” non fa che aumentare il fascino di una figura e di un mondo per molti versi ancora da scoprire.
A Rubiera, alla Corte Ospitale (di via Fontana 2), l’associazione Linea di Confine ricorda uno dei più grandi rappresentanti della fotografia americana, Lewis Baltz – affermatosi a partire dagli anni ‘70 come esponente di spicco del movimento New Topographics che rivoluzionò la fotografia di paesaggio – e il regista italiano Michelangelo Antonioni che, con il film–evento “Il deserto Rosso”, ha influenzato generazioni di artisti. L’omaggio a Baltz è arricchito dai lavori di Stephen Shore, John Gossage, Frank Gohlke, Olivo Barbieri, Guido Guidi, Tim Davis, John Davies, Axel Hütte, Walter Niedermayr. Mentre, per quel che riguarda l’omaggio al film di Antonioni, Linea di Confine ha commissionato a un ristretto numero di fotografi italiani di re-interpretare l’eredità di quel capolavoro.
A Correggio, nella splendida cornice di Palazzo dei Principi (in piazza Cavour 7), Marco Spaggiari espone polaroid singole e composite strutturate in scatti sovrapposti nella mostra “Il silenzio della Folgore”. Spostandosi fuori provincia, un’altra location molto suggestiva, è la Fondazione Magnani Rocca a Mamiamo di Traversetolo (Parma) che premia con una mostra Riccardo Nencini, vincitore del concorso di fotografia d’arte “La Maestà della forma”.
PORTFOLIO ONLINE: TANTI STRANIERI E NOMI IMPORTANTI
Ogni anno sono tantissimi gli stranieri che scelgono di esporre a Fotografia Europea. Quest’anno molti hanno scelto di proporre i loro progetti sul sito di FE2015. Nella sezione “Portfolio online” si possono ammirare proposte di autori inglesi, francesi e spagnoli. Spiccano tra i progetti sul web anche nomi importanti italiani, come quello di Maurizio Galimberti. Con la Polaroid esprime a modo suo il mosaico fotografico “Marrakech Instax”, un tributo a Elias Canetti e alle sue “voci di Marrakech”. Si ricorda che Galimberti nel 1983 ha iniziato la sua passione-ossessione per la Polaroid che apprezza per la immediatezza del risultato e per la possibilità di “manipolazione”. Con la Polaroid esprime a modo suo il mosaico fotografico, forma artistica per cui è maggiormente conosciuto, scomponendo e ricomponendo l’immagine in mosaici per ricreare la stessa, reinterpretandola.
TERRA, VITA E VITE. OTTO ARTISTI PER OTTO SCATOLE
Nell’anno di Expo la passione per l’arte, il design e il vino ha dato vita ad un progetto originale a firma We Strategie Creative che si inserisce nel Circuito Off di Fotografia Europea per dimostrare che la comunicazione non deve avere barriere e può prendere vita nelle sue forme più diverse. Terra, Vita e Vite. Otto Artisti per Otto Scatole, unisce la passione per la fotografia alla volontà di fare qualcosa di nuovo per rendere un semplice scatola qualcosa di unico. I protagonisti di questo progetto sono 5 scatti fotografici che rappresentano la Vita della Vite nella sua Terra, e 64 scatole create da otto artisti che per professione e passione usano le mani per esprimere le loro idee dando sfogo alla loro immaginazione. Terra, Vita e Vite. Otto Artisti per Otto Scatole sarà esposto al ristorante Caffè Arti e Mestieri di Reggio Emilia dal 15 maggio al 30 giugno. HYPERLINK “http://www.poderefrancesco.com/8×8/” t “_blank” http://www.poderefrancesco.com/8×8/
Per maggiori informazioni: HYPERLINK “http://www.fotografiaeuropea.it/” t “_blank” www.fotografiaeuropea.it