Firenze – Con tutti i webinar, call conference, zoom a gogò che abbiamo vissuto nei due anni di pandemia c’è un nuovo arrivo nell’immaginario di tutti noi. La telecamera del computer ci ha portati nei salotti degli interlocutori che per lo più hanno usato (e usano) come sfondo per i loro interventi le proprie biblioteche domestiche. Così le file di libri incorniciate in modo più o meno semplice, su palchetti ricchi di oggetti simbolo-ricordo- coperta di linus-suggerimento culturale etc. , sono entrate a far parte del nostro vissuto quotidiano.
Qualcuno ha avuto l’idea di trasformare questa presenza costante delle librerie di casa in soggetti dell’arte fotografica che parlano non solo della nostra proiezione sui libri degli altri alla ricerca di somiglianze ed empatie, passioni condivise, identificazioni di generazione o semplicemente di filoni letterari o saggistici. Dicono molto anche della personalità di chi le ha create nel corso dell’esistenza con l’eredità fisica dei libri che corrispondono ai diversi periodi della sua maturazione spirituale e della sua attività professionale.
Il fotografo è Mauro Cenci, autore apprezzato di un’altra opera Affacci sull’Arno nel quale si declinava lo stesso concetto: come nelle facciate di palazzi e monumenti si riflette la personalità della vita che sta dietro ma che si può tranquillamente decifrare dall’osservazione di ciò che appare, così nelle librerie si riflette non solo il portato intellettuale di un’epoca, ma soprattutto ciò che di questo è stato scelto a creare mondi diversificati ma contigui: “L’uomo è ciò che legge”.
Nelle sale intitolate a Carlo Alberto Ciampi, nel complesso del palazzo del Pegaso del Consiglio regionale della Toscana, Cenci ha inaugurato la mostra “Biblioteche domestiche” , una settantina di fotografie a colori che mostrano il living – book di 35 personaggi, uomini e donne del mondo dei lettori fiorentini e no. L’interesse del visitatore non si ferma dunque solo sulle costole delle opere conservate, ma anche sull’allestimento per così dire, concetto che va oltre l’arredamento per inserire elementi di scenografia che corrisponde al tipo di rapporto che il padrone di casa tiene con i suoi volumi.
Così si può apprezzare la razionalità ordinata ma con tocchi di colore e di preziosi suggerimenti storico culturali di Silvia Alessandri, già vicedirettrice della Biblioteca nazionale, dal titolo “Una dichiarazione d’intenti”. O la prorompente dimensione del pensiero filosofico e letterario dei filosofi Sergio Givone, Sandro Pagnini e Sergio Caruso. E ancora il mondo biblioteca di Massimo Morisi docente di scienze politiche (titolo “La Politica. E la città, con i suoi dilemmi”), oppure i decisi perimetri della biblioteca di Giovanna Franchi, psicologa, e le librerie murales di una indimenticata grande critica d’arte, Lara-Vinca Masini.
A tagliare il nastro della mostra aperta fino al 30 luglio il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo e il critico d’arte Paolo Barbaro. Sulla mostra di Cenci verrà realizzato un libro catalogo nell’ambito delle attività per il Patto per la lettura.