Anche le lumache di campagna possono essere fonte d’ispirazione. Così è stato per Joan Fontcuberta, il grande fotografo catalano che al Palazzo dei Musei nel 2015, in occasione della decima edizione di Fotografia Europea, ha presentato due nuove mostre Gastropoda e Fauna Secreta. Carta bianca a Joan Fontcuberta, frutto del lavoro che l’artista aveva svolto negli stessi musei di Reggio Emilia
Graffiante, pirotecnico e instancabile Joan Fontcuberta, partendo dalle suggestioni di quei lavori, torna a Reggio Emilia fino a venerdì 15 gennaio, alla scoperta delle collezioni dei musei civici in particolare della Collezione Spallanzani e della Sala Antonio Vallisneri. I nuovi scatti integreranno il lavoro precedente e diventeranno una preziosa pubblicazione, edita da Silvana Editoriale, che sarà presentata in occasione di Fotografia Europea 2016 in programma a Reggio Emilia dal 6 maggio al 10 luglio sul tema “ La via Emilia. Strade, viaggi, confini”. Info: www.fotografiaeuropea.it
Ospite della scorsa edizione di Fotografia Europea, Fontcuberta che non smette di sovvertire i codici del linguaggio iconografico e di mettere in dubbio la percezione che ne abbiamo, aveva invaso il museo di Scienze Naturali del Palazzo dei Musei con due progetti fotografici inediti: Gastropoda e Fauna Secreta. Carta bianca a Joan Fontcuberta. Il primo, un progetto sul ciclo vitale delle immagini, sulla trasformazione e sul decadimento, nasceva dall’osservazione di un fatto curioso: la sorte degli inviti recapitati nella cassetta della posta di Fontcuberta, destinati a essere distrutti dalla voracità delle lumache nelle settimane in cui l’artista era in trasferta. “Significa che anche le immagini, come tutti gli organismi viventi, nascono, si sviluppano, fanno il loro corso, per poi decadere e morire” spiegava Fontcuberta. Il secondo donava nuova luce a fotografie e documenti inerenti la collezione Spallanzani. Un modo diverso per inserire tra le meraviglie della natura interventi di riflessione artistica, nel continuo rimando fra vero e falso che caratterizza la sua poetica.
Ma chi è Joan Fontcuberta? Da una trentina d’anni Joan Fontcuberta scompiglia il mondo della fotografia con una serie di geniali progetti che giocano con il potere, il fascino e il rischio contenuto in ogni immagine per invitare, spesso con humor. lo persone a sbarazzarsi delle abitudini e a esplorare i confini tra realtà e finzione.
Nato a Barcellona del 1955 Fontcuberta inizia il suo percorso nel mondo dell’arte lavorando nel campo della pubblicità e del giornalismo.
È il 1974 quando inizia a dedicarsi alla pratica delle arti visive, sviluppando un suo personale percorso creativo che si accompagna ad attività parallele di critico d’arte, teorico, curatore di mostre e relatore.
L’attività artistica e teorica di Fontcuberta si concentra su temi quali la rappresentazione, la conoscenza, la memoria, la scienza, la veridicità e l’ambiguità, indagando gli aspetti documentaristici e narrativi delle immagini fotografiche e dei mezzi di comunicazione.
Fontcuberta è autore e curatore di decine di saggi su molteplici temi che riguardano la storia, l’estetica e la pedagogia della fotografia.
Tra le pubblicazioni dei suoi lavori, numerose sono quelle insignite di riconoscimenti internazionali, ad esempio Erbario (1985), Fauna (1988) e Sputnik (1997).
Negli anni più recenti le sue pubblicazione esplorano invece le interazioni tra fotografia e digital imaging, come Paesaggi senza memoria (2005) e Googlegrammi (2005).
I più importanti musei del mondo quali il MoMA di New York e l’Art Institute di Chicago gli dedicano mostre personali. Le sue opere sono presenti nelle collezioni di numerosi musei tra cui il Metropolitan Museum of Art , il San Francisco MoMA, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, il Musée National d’Art Contemporain – Centre Georges Pompidou di Parigi e molti altri.