Firenze – I numeri corrono, gli sfratti si alzano, sono giunti a circa 150 al mese nella sola Firenze, ma corrono il rischio di conoscere un aumento insospettato fino a qualche mese fa. Il motivo, la cancellazione del fondo affitti, che soccorreva migliaia di famiglie sul suolo nazionale, quelle, per intendersi, che riuscivano a pagare, con il contributo affitto, il canone, evitando così la morosità. dunque, ciò che s temeva (https://www.stamptoscana.it/sindacati-inquilini-contro-il-taglio-ai-fondi-per-laffitto-mossa-contro-i-poveri/) si è avverato, e il taglio governativo, diventato legge con la nuova finanziaria che ha sbaragliato gli emendamenti tesi a mettere una pezza sulla decisione di depennare sia i contributi affitto sia i fondi per la morosità incolpevole, mette in ginocchio quasi 700 famiglie, solo a Firenze. Da sottolineare il fatto che nella sgtragrande maggioranza dei casi, chi beneficiava di questo contributo erano solitamente le fasce fragili, dai pensionati ai working poors. Quelli che, almeno a parole tutti vogliono aiutare.
Neanche prima della cancellazione era tutto oro colato, naturalmente. Basti pensare alla recente vicenda che ci è stata portata all’attenzione dal Movimento di Lotta per la Casa: una coppia di giovani sotto i trent’anni, fiorentini, titolari di una attività, che ha dovuto abbassare le serrande causa covid. Questo avveniva nel 2020-2021; nell’anno che passa fra il 2021 e il 2022, i ragazzi si sono fatti aiutare dalle due famiglie di origine per pagare l’affitto e non incorrere in morosità. Purtroppo, passato l’anno, si sono ritrovati in condizioni economiche ancora peggiori, dal momento che anche le famiglie non sono più stati in grado di aiutrali; ma, al momento di chiedere l’aiuto per morosità incolpevole, si sono accorti, sbigottiti, che quell’anno di sacrifici da parte delle famiglie non ha fatto altro che rendere impossibile la dimostrazione della diminuzione di reddito richiesta dalla legge per accedere ai contributi. E dunque, morosità e sfratto.
Problema ormai superato, direbbe qualcuno purtroppo e cinicamente, dal momento che il fondo affitti ad ora non esiste più. Ma cosa faranno gli enti locali? Per Firenze, assicura l’assessora alla casa Benedetta Albanese, in risposta al quesito se e come il Comune di Firenze pensa di rispondere alla cancellazione dei fondi per l’affitto: “Dobbiamo costruire li bilancio e sicuramente questo bilancio avrà una forte attenzione al sociale. Stiamo lavorando da tempo e non vogliamo lasciare indietro nessuno. Di fronte a un atteggiamento sconsiderato da parte del governo, che lascia indietro i più fragili, e sceglie di abbandonare i territori ad affrontare da soli un tema così forte come quello abitativo, è nostra ferma intenzione non abbandonare nessuno”.
Sul tema, i parlamentari del Pd, in prima fila i toscani Federico Gianassi ed Emiliano Fossi oltre al parlamentare dei 5S Andrea Quartini e i colleghi dell’Alleanza Verdi, avevano presentato degli emendamenti per scongiurare la cancellazione dei fondi per l’affitto (contributi per l’affitto e morosità incolpevole) che non erano stati neppure presi in considerazione. “Per quanto mi riguarda, avevo anche proposto di rilanciare i finanziamenti per l’Edilizia residenziale pubblica – precisa l’on. Quartini – ma gli emendamenti non sono stati neppure segnalati. Si tratta di una battaglia fondamentale, nei confronti della quale ho preso impegni precisi e che non ho intenzione di abbandonare. Si tenterà di nuovo di mettere in atto una mozione per i rilanci dell’Erp e del fondo affitti”.
“Abbiamo denunciato da subito la cancellazione del fondo per gli affitti – dice Pietro Pierri, segretario regionale dell’Unione Inquilini – ma le levate di scudi sono state molto tiepide, anche da parte del centrosinistra. Ora, a bilancio approvato, la questione è stata scoperta, a cancelli aperti e buoi scappati”.
“La situazione appare veramente drammatica – dice la segretaria del Sunia toscano Laura Grandi – con la cancellazione del contributo per gli affitti, secondo un primo calcolo ancora approssimativo, la percentuale di famiglie che lo percepivano e che andranno in morosità è del 25-30%, il che significa, a occhio e croce, circa 700 famiglie a Firenze. Si tratta di nuclei formati spesso o da pensionati che hanno ricontrattato il canone in previsione del contributo, avendo pensioni minime che non consentirebbero loro di stare su un mercato degli affitti sempre più inaccessibile a redditi medi, sia da nuclei famigliari costituti da working poors, ossia lavoratori pveri che, pur avendo un reddito da lavoro, non riescono comunque a sciogliere il nodo del pagamento del canone, tanto più trovandosi alle prese anche col caro bollette. I Comuni dovrebbero essere i primi sul piede di guerra, perché le migliaia di persone che soprattutto nelle città a tensione abitativa (ma non solo) hanno contato sul contributo stanno addirittura aumentando, com’è evidente anche a Firenze. Le famiglie sono le prime a essere colpite, perché la politica non è intervenuta, come avrebbe potuto e dovuto, nel mercato delle locazioni; un non intervento che ha provocato un aumento esponenziale degli affitti”.