Fondazione, Nardella: “Convalescenza”, ma il Maggiodanza non ce la fa

Firenze – “La Fondazione ha superato la malattia, adesso è in fase di convalescenza”. La fase più difficile, quella dell’assestamento. È in vena di metafore oggi il sindaco Nardella, che paragona il Teatro dell’Opera a una Ferrari e poi a un aereo, costoso da far volare ma ancora di più se si tiene fermo.

Oggi al Nuovo Teatro è stata presentata la nuova stagione del Maggio che vedrà la rappresentazione di 4 principali opere: Fidelio (direttore Zubin Mehta), Giro di Vite, Candide e Pelléas et Mélisande (direttore Daniele Gatti).Sarà un programma bilanciato tra opere e concerti sinfonici”, ha spiegato il sovrintendente della Fondazione Francesco Bianchi, “con attività e manifestazioni anche intorno al Maggio. Dal 26 Aprile al 28 Giugno ogni giorno ospiterà un evento sotto il cappello del Festival, che è senza dubbio il più lungo d’Europa. È stato e sarà uno sforzo economico e organizzativo molto grande.”

Una buona parte del discorso del sindaco sembra una risposta, più o meno diretta, alle accuse e critiche mosse a partire dai lavoratori stessi, soprattutto riguardo alla precarietà della loro condizione. E il primo cittadino rassicura sulla buona salute del Teatro. Gli incassi degli ultimi due anni derivanti dalla vendita dei biglietti sono ritenuti soddisfacenti: 2 milioni nel 2013 e 3 milioni nel 2014, avvalendosi non di un aumento dei costi ma di politiche di promozione e comunicazione per il riempimento della sala. Inoltre sarà possibile affittare il teatro per eventi culturali o commerciali per cifre non inferiori ai 10.000 euro.


Ma allora, il Maggiodanza? Muore.
Non ce la fa nessuno, a quanto pare, a far rimanere in vita questa piccola-grande gloriosa istituzione fiorentina, la cui sorte è riassunta in una sintetica battuta del Sovrintendente Francesco Bianchi, quello che secondo il sindaco ha promosso il “miracolo” della convalescenza dell’Opera del Maggio: “Non ci sono soldi”. Il meccanismo che provocherà la fine “naturale” del corpo di ballo fiorentino è il seguente: tre membri del corpo di ballo sono in prepensionamento; non potendo assumere altri ballerini (a causa non solo degli stipendi, ma dei costi di formazione), il loro numero sarebbe troppo esiguo per imbastire una programmazione. “Abbiamo incontrato le organizzazioni sindacali e abbiamo comunicato che le condizioni economiche non ci permettono di sviluppare la danza come vorremmo”, dice Bianchi. Non ci saranno licenziamenti, ma “esodi incentivati”.

Sul problema soldi si innervosiscono anche i lavoratori, anche se per il momento il Comune, tramite una delibera di un paio di settimane fa, si è assunto la responsabilità di gestione diretta. Per il sindaco siamo sulla buona strada, “abbiamo superato le criticità degli stipendi nel quadro del piano triennale governativo per il risanamento”, e si parla di sbloccare tra poco la prima tranche del Fondo Unico per lo Spettacolo.

Per i lavoratori dunque qualcosa si sta forse smuovendo: il sindaco ha avuto un confronto stamani con la dr.ssa Recchia, segretario generale del ministero per i Beni e le Attività Culturali, per il passaggio dei 53 esuberi alla struttura dell’ex polo museale – i lavoratori infatti, come previsto dalla legge, dovrebbero essere assunti dalla società ministeriale Ales s.p.a. a tempo indeterminato. Ma dal sindacato ancora si aspetta a ritenersi soddisfatti: gli stipendi sono stati pagati, ma ancora incerto appare il futuro degli esuberi, e, dice qualcuno, meglio essere come San Tommaso. Venerdì alle 10 ci sarà il primo incontro con l’amministrazione per avviare la procedura di passaggio ad Ales, ha dichiarato a Stamp Cristina Pierattini, CGIL del Maggio Fiorentino: “Ci rimangono ancora 21 ore di sciopero e saremo pronti ad agire a seconda di come andrà l’incontro”.

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