Anche se il patrimonio non è più quello dei tempi d’oro, la fondazione Pietro Manodori fa sempre gola. Lo conferma l’ultima diatriba tra le “fazioni”, arrivata fino alla vigilia del Consiglio generale dell’ente che oggi deve rinnovare il Consiglio d’amministrazione. La pax del Presidente Gianni Borghi, dopo un inizio un po’ vivace, sembra reggere e lo scontro, almeno in questa tornata, non è parso propriamente sanguinoso, in virtù di un accordo tra i tre principali soci pubblici, Comune, Provincia e Camera di Commercio
Il cda condivide col Presidente tutti i poteri esecutivi, dagli investimenti alla beneficenza; quello uscente vede oltre allo stesso Borghi, il professor Massimo Mussini, Emilio Ricchetti e Ildo Cigarini che dovrebbero essere sostituiti da Leonida Grisendi, Licia Ferrarini e Gianni Vezzani. I primi due, facenti parte del Consiglio generale, dovrebbero poi essere sostituiti a loro volta dal professor Luciano Rondanini e dall’ex presidente regionale Unindustria Anna Maria Artoni.
L’uomo nuovo del cda dovrebbe essere il portavoce del terzo settore Riccardo Faietti. Il nuovo cda dovrà procedere allo smobilizzo di cospicui pacchetti azionari Unicredit, per dare corso al piano di diversificazione degli investimenti rinviato da diversi anni