Foibe, destra in corteo e tanta politica. E le assenze pesano

Anche quest'anno Firenze è sede unica in Italia della doppia manifestazione pro/contro la giornata del Ricordo in memoria delle vittime delle Foibe. Da un parte i circa settecento manifestanti vicini agli italiani uccisi dalle forze titiste, dall'altra il migliaio di antifascisti che li accusano di revisionismo e di essere nostalgici della Repubblica di Salò. Ma in mezzo alle due fazioni, più precisamente all'interno di quella vicina ai “martiri” delle Foibe, tanta tanta politica e qualche assenza polemica. Cerchiamo di capire meglio dove e perché.

L'assenza dell'ex ministro Meloni – Attesissima dagli organizzatori e dai partecipanti, l'ex ministro alla Gioventù Giorgia Meloni quest'anno non è riuscita a partecipare alla manifestazione. «I disagi causati dalla neve le hanno impedito di lasciare la città capitolina», comunica Torselli al ritrovo del parterre. L'ex ministro, ormai un habitué del Ricordo, sarà comunque presente giovedì prossimo alla sede di Casaggì fiorentina per un incontro volto a trattare l'attualità storica del dibattito attorno al tema delle Foibe.

L'assenza di Tommaso Villa – La notizia era data per certa sin dalla giornata di venerdì e, infatti, il coordinatore regionale della Giovane Italia Tommaso Villa, assieme ad altri esponenti del movimento e della formazione studentesca Studenti per le Libertà ha preferito non partecipare alla manifestazione. Il motivo? La presenza dell'organizzazione fascista, del terzo millennio, CasaPound, rea secondo i suoi detrattori di rappresentare valori incompatibili con la libertà e la democrazia.

La condanna di Nascosti – C'è chi minimizza il problema e chi preferisce non parlarne. Nicola Nascosti, consigliere regionale pidiellino, condanna la presenza di CasaPound ma, al tempo stesso, dice che avrebbe preferito vedere in corteo tutte le aree del centrodestra: «Tutte le nostre anime – spiega il consigliere – hanno diritto a essere qui. La presa di posizione di chi non c'è è difficilmente comprensibile. È doverosa la partecipazione. Quella di CasaPound data ufficialmente, però, non mi è gradita. Possono venire, chiaramente, ma noi da loro prendiamo le distanze. C'è un problema di fondo che riguarda il come questo corteo debba essere svolto».

Totaro e le responsabilità politiche – E se Giovanni Donzelli, consigliere regionale PDL, ricorda che se CasaPound è presente al corteo è un riconoscere le ragioni della parte moderata della destra, perché come diceva Almirante «la tua vittoria è quando vedi fiorire le tue parole sulla bocca dell'avversario», il senatore Achille Totaro calca la mano sul fatto che «nel 2012 fa ancora specie ricordare questi morti e c'è qualcuno che inneggia ai loro massacratori mentre c'è qualcuno di sinistra – Futuro e Libertà dichiarerà poi – che preferisce non venire». E sulle accuse al PDL di compromissione morale rispetto all'omicidio dei due senegalesi in piazza Dalmazia, chiosa secco: «Se essere a favore della legalità e per un'immigrazione controllata significa essere responsabili morali dei ciò che è accaduto, allora qualcuno si è bevuto il cervello. Chi invece non viene in piazza perché c'è CasaPound sbaglia e dimostra che le sue pregiudiziali sono del tutto simili a quelle dei centri sociali»-

La presenza di CasaPound – Tra le tante assenze o pseudotali è la presenza di CasaPound a creare malumori. Saverio Di Giulio, responsabile CasaPound Firenze, difende gli interessi del suo centro sociale e anzi, plaudendo al sindaco Renzi per aver allontanato i sospetti su CasaPound in merito alla morte dei due senegalesi, attacca il PDL: «La distanza politica c'è. Nascosti e Donzelli hanno le loro ragioni ma Casapound è autonoma rispetto al Pdl. Sono quattro anni che veniamo qui e nessuno prima ha mai polemizzato. Gli attacchi nei nostri confronti si inquadrano in una strumentale polemica politica tutta interna al PDL, per questioni di poltrone e potentati».

Torselli: «Un plauso alla Di Giorgi» – Forse l'occasione di quest'anno, con i fatti di piazza Dalmazia

che hanno scosso la città tutta, sarebbe stata propizia per dare il via a una celebrazione più istituzionale del Ricordo. Torselli replica secco: «Chiedetelo alle istituzioni perché non si fa». Il consigliere comunale esprime poi «un profondo ringraziamento all'assessore all'Educazione Rosa Maria Di Giorgi, che ha preso posizione da persona intelligente per il terzo anno consecutivo, aprendo Palazzo Vecchio agli studenti con una giornata dedicata al Ricordo. Ieri inoltre mi ha dato risposta ad un'interrogazione in cui ha condannato il controcorteo»

Striscioni e cori irredentisti – Lo striscione che apre il corteo “Foibe io non scordo” fa da apripista ai 700 manifestanti, 1000 secondo gli organizzatori, venuti soprattutto da Firenze ma anche da fuori. “La Verità non si Infoiba” è lo slogan di CasaPound, subito dietro a quelli di gruppi provienti da Grosseto e Arezzo, che “Non dimenticano la carne e il sangue degli italiani”. Arrivato fino a Largo Martiri delle Foibe anche il sindaco di Pratovecchio (Arezzo) Anselmo Fantoni, fianco a fianco dei giovani militanti che “ricordano” i martiri infoibati al coro, vagamente irredentista, «Istria Fiume Dalmazia né Slovenia né Croazia».

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