Florence Dance Festival: un Bolero per danza e orchestra

Firenze – Quattro pezzi d’autore al Florence Film Festival in corso al Teatro della Compagnia con il clou della serata nella coreografia sul Bolero di Maurice Ravel di Marga Nativo, interpretato da Flodance 2.0, gruppo da lei diretto e composto da danzatori della formazione professionale del Florence Dance Center.

Presentato per la prima volta al Festival del 2017, il lavoro della coreografa fiorentina (Bolero – Orchestra) realizza una completa integrazione fra musica e danza, nella quale i corpi dei danzatori sono l’ulteriore strumento che entra in scena a rafforzare la trama armonica e a sottolineare la diversità timbrica dell’esecuzione. Sette danzatrici con  un danzatore che ha il ruolo di mediatore fra la musica e il movimento rappresentano ciascuna uno strumento musicale di cui visualizza con la successione di gesti artistici anche la specificità del suono.

Un grande spettacolo che il teatro ha reso intenso ed emozionante. Il programma della serata offriva anche altri tre pezzi che hanno confermato il carattere di rassegna del lavoro sperimentale che si sta facendo nelle scuole italiane dell’edizione 2020 del festival con i limiti imposti dalla pandemia.

Preghiera con coreografia di  Arianna Benedetti e la musica di Massimo Buffetti, tratta da “Hanno detto” opera da camera in un atto su testo di Marco Vichi, offre una pluralità di linguaggi espressivi (modern, danza urbana, contemporaneo). La preghiera nasce come rapporto individuale con la divinità che trova però la sua completezza nell’unirsi agli altri. Che cos’è alla fine la danza se non una forma di preghiera collettiva che coinvolge il corpo e lo spirito?

Tandem di Sara Campinoti e Daniele del Bandecca porta in scena la fisiologia del rapporto di coppia, dall’amore alla repulsione, dalla fatica della convivenza quotidiana, ai tentativi di ritrovare una specificità e dunque una libertà individuale. La musica è rappresentata oltre che dalle sonorità elettroniche di Spaceman 3, anche dalla lettura da La salita di Alidaria. Nel complesso il lavoro è un po’ troppo sovraccarico di riferimenti specifici agli oggetti e di messaggi attraverso la parola, al punto che il momento migliore dello spettacolo è quando i due danzatori possono dare libero sfogo alla loro arte, liberandosi da tutto ciò che li circonda.

Fragile infine è un bellissimo solo di Gabriella Secchi danzato da Emilia Giubasso. La fragilità di quel copro che cede e risale, lotta e soccombe è espressa anche dai capelli lunghi della danzatrice che sono un complemento dinamico di grande effetto. Ma è davvero fragile quel corpo di donna che progressivamente si impone in tutta la sua forza e presenza fisica a uno spettatore assolutamente attonito e coinvolto?

Oggi 10 settembre alle ore 20,30 andranno in scena sempre al Teatro della Compagnia alle ore 20,30 due  spettacoli: uno della compagnia Sosta Palmizi – Nanou con “Monsone” e l’altro della compagnia Anghiari Dance Hub/Ilenia Romano con “Argentea – primo studio (progetto ontime#3)”

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