Firenze – Un grande impegno per una grande passione: condizioni per confermare il ruolo e l’importanza del Florence Dance Festival giunto quest’anno alla trentesima edizione. E tuttavia si potrebbe fare di più “purché ci fosse più collaborazione fra enti e compagnie che rappresentano la danza a Firenze”, dice Keith Ferrone che insieme a Marga Nativo dirige la manifestazione inaugurata il 30 giugno scorso (fino al 3 agosto).
“Solo in sinergia con tutti gli operatori si può garantire un grande pubblico per la danza come merita questa città, noi ci abbiamo provato e siamo a disposizione ”, continua Ferrone. Insieme a Marga, che è stata apprezzata prima ballerina del Maggio, lui non cede di un millimetro nello sforzo organizzativo che ogni anno porta a Firenze il meglio che appare sui palchi di tutto il mondo. Con il vantaggio, dall’anno scorso, di offrire alle compagnie e alle étoile internazionali un grande palco come quello che è stato allestito nel Chiostro Grande di Santa Maria Novella.
“Bisogna tenere conto – prosegue il coreografo nato e cresciuto artisticamente a New York che vive e lavora a Firenze da più di 30 anni – che per rendere i costi sostenibili bisogna attivare tournée per gli artisti in modo da condividerli con più enti, come è accaduto quest’anno con Sergei Polunin e siamo stati noi a trovare le altre sedi per le sue esibizioni in modo da garantire la presenza a Firenze del ballerino famoso in tutto il mondo”.
E, sempre per sostenerne il peso economico, è stato deciso di mettere in cartello due sere (Sacré, 23 e 24 luglio). Del resto il personaggio si è mostrato dotato di una grande modestia e personalità – spiega Ferrone – accettando di venire un’intera giornata a Firenze a promuovere lo spettacolo e, con lui stesso, anche tutto il Festival.
Tuttavia, se non è possibile trovare altre tappe di una tournée, nel momento in cui si ritiene artisticamente importante ospitare una compagnia, “la invitiamo lo stesso”. Come quest’anno è accaduto per quella israeliana Batsheva The Young Ensemble, che rappresenta una delle serate più interessanti, “tra i nostri gioielli”, del cartellone 2019 (Decadance di Ohad Naharin, 20 luglio).
Per attirare sempre di più il pubblico dei giovani (“Non dimentichiamo – dice – che la crescita degli allievi nella scuola di danza non significa automaticamente l’aumento del pubblico”), la direzione del Festival ha quindi stabilito prezzi molto bassi per giovani e ragazzi. E’ questa, a suo parere, la via maestra per formare un nuovo competente pubblico per la danza. E nelle prime due sere del Festival i risultati si sono visti, sopratutto il 1° luglio quando è stata di scena la Kibbutz Contemporary dance Company 2, con il pubblico che è rimasto attonito e in silenzio prima di scoppiare in un applauso senza riserve.
Da registrare, in occasione dell’edizione del trentennale, un’aumentata attenzione da parte degli sponsor. Accanto al tradizionale convinto sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio si sono aggiunti altri sponsor come Trenitalia e Toscana Aeroporti: “In ogni caso occorre sempre lottare per presentare la più alta qualità della danza internazionale”, ancora Ferrone.
“Questa edizione – conclude il coreografo – non è dunque solo la conferma di un lavoro fatto nei trenta anno passati, ma si proietta verso il futuro, con sempre migliori possibilità di chiamare gli artisti più creativi”.
Nella foto: Marga Nativo, Sergei Polunin, Keith Ferrone