Non c’è solo il flusso impressionante di denaro che Monte Paschi ha indirizzato verso debitori impossibilitati poi alla restituzione, orientando politicamente la linea del credito. Comprese alcune coop reggiane, ex colossi del mattone, per una situazione difficilmente compatibile con un Paese moderno.
C’è anche una lenta ma inesorabile conquista straniera del mercato locale, dei marchi manifatturieri un tempo vanto del made in Italy. Le ex Reggiane sono passate di recentemente dagli americani della Terex ai finlandesi della Konecranes. Chiosando un periodo nero iniziato nel 2007 quando la Lombardini finì nelle mani della Kohler, proseguito nel 2008 appunto con la cessione delle ex Reggiane fino ai giorni nostri con la cessione della Brevini all’americana Dana. Nel mezzo, il passaggio di quote societarie di aziende importanti come la Meta System e la Cellular Line. Mosca bianca, anzi bianchissima in un’infinita recessione che ha già portato alla chiusura di 32mila aziende italiane dal 2008 ad oggi, l’Interpump di Fulvio Montipò.
Nell’edizione odierna, il Sole 24 Ore rende noti i risultati di una sua inchiesta sulla manifattura italiana “resiliente”; ebbene, quasi il 20% del potenziale manifatturiero è andato in fumo ma la produttività delle medie imprese è superiore agli standard tedeschi e l’80% del valore aggiunto nazionale è sviluppato solo dal 20% delle imprese. Parola d’ordine per gli imprenditori, tornare ad investire.