Firenze – A illuminare con 5 minuti di luce mediatica l’oscura vita di Ulisse, uno dei tanti senzatetto di cui è facile riscontrare la presenza a Firenze, ci pensano le voci allarmate di alcuni residenti e del gruppo di volontari che spesso si recano a consegnargli delle vivande. Infatti, di lui non resta al momento che il giaciglio bruciato, là dove solitamente vivacchia e dorme, sotto uno dei piloni del nuovo cavalcavia della tramvia, a Novoli. Qualche ora di panico, in cui si pensa anche al peggio, vale a dire a un atto premeditato di aggressione nei suoi confronti, poi a poco a poco emergerebbe un’ipotesi molto meno inquietante, vale a dire quella che il fuoco che ha distrutto il suo rifugio e che lo ha raggiunto a un piede procurandogli qualche ustione, potrebbe essere stato acceso da lui stesso, magari per combattere il freddo che, in particolare nelle ore notturne, in questi ultimi giorni si fa sentire. Specialmente dalla gente che vive fra due piloni del nuovo ponte della tramvia.
Se l’ipotesi, che ad ora resta nel campo delle probabilità, potrebbe apparire molto meno inquietante, lo è solo solo fino a un certo punto. “Se l’ipotesi dell’aggressione è stata formulata, vuol dire che qualche motivo l’abbiamo – racconta Luca Grillandini, vent’anni di volontariato di strada, spesso anche con risorse proprie, che fa parte dei volontari della zona, un gruppo di residenti che si occupa dei bisogni di questi “invisibili” e che fanno, in caso di necessità, riferimento alla Ronda della Carità fondata da Paolo Coccheri negli anni ’90 – e la ragione è che sempre di più queste persone che vivono in strada denunciano la crescita di atti offensivi, violenti, dagli insulti fino a piccoli furti della povera roba che si portano appresso”. Un cellulare regalato, ad esempio, un paio di scarpe, altre cose che formano un piccolo cerchio di sicurezza per chi non ha niente. Quando non si arriva alle minacce, sovente gratuite.
“Il timore è sempre quello che persone come Ulisse, in buona sostanza innocue, restino, specialmente alla notte, indifese di fronte a gesti di balordi o a qualsivoglia pericolo si profili, specialmente in una zona come questa, che sta assistendo, con particolare accelerazione dovuta al covid, al ritorno della prostituzione e dello spaccio che sembravano aver subito una battuta d’arresto – continua Grillandini – spesso ci riferiscono di minacce e “scherzi” molto pesanti, subiti di notte, oppure di furti. Anche in piazza Dalmazia la situazione non migliora”. Non solo in piazza Dalmazia, dove da tempo ormai gruppi non ben individuabili (“criminalità legata a spaccio e prostituzione” ipotizzano genericamente dal gruppo di volontariato), si “divertono” a molestare un ragazzo che “abita” nel sottopasso fra piazza Dalmazia e via Mariti, ma anche nei giardinetti fra via Carlo del Prete e il Mugnone, o a Firenze Nova oppure sotto le tettoie del Teatro Puccini, in piazza Puccini. Vite ai margini, spesso cadute in un pozzo oscuro dopo aver provato cosa vuol dire avere una casa, una famiglia, un lavoro. Non solo stranieri (Ulisse ad esempio si dichiara brasiliano) ma anche italianissimi, se questo vuol dire ancora qualcosa, quando ti raggomitoli sotto una coperta, al freddo, nel buio di un sottopasso o accanto a un pilone di un ponte, sperando che per quella notte nessuno ti noti. O voglia “divertirsi”.