Firenze, sfratti in calo: i residenti scompaiono, crescono i turisti

Firenze – Il numero degli sfratti? Sempre alto, ma in leggera riduzione. E’ la segretaria toscana del Sunia Laura Grandi a fare il punto della situazione. “Il “ribasso” è molto leggero – sottolinea Grandi – si passa dai 130 sfratti al mese, a circa 110-100. Un piccolissimo calo, tuttavia significativo. Bisogna anche avvertire che stiamo attendendo i numeri precisi dal ministero degli interni”. Stappiamo lo champagne? Affatto, secondo Grandi.

“Lo abbiamo detto più volte – ricorda la segretaria del Sunia – purtroppo è la tendenza in atto in questa città, che è quella di non affittare più e, man mano che gli appartamenti si “liberano” dalle famiglie e dai residenti, di darli in gestione al circuito del turismo. Di conseguenza è chiaro che quando si ha una locazione quasi interamente destinata (si calcola all’80%) all’accoglienza turistica, la diminuzione degli sfratti non è legata a una politica nazionale o locale centrata sulle soluzioni del problema, ma è l’influenza dei fattori esterni, nel caso di Firenze l’overtourism, a contare”.

Allora: gli sfratti ci sono, si libera l’immobile, oppure l’inquilino se ne va via dopo la disdetta, l’immobile viene assegnato ad altre finalità. “Nemmeno più agli studenti universitari – ricorda ancora Grandi – ma al turismo tout court”.

E così, si sta affacciando un altro fenomeno: le persone che vivono e lavorano a Firenze e non si vogliono spostare, e voglio continuare ad abitare a Firenze, sono costrette a comprarsela, la casa. “Un fenomeno sempre più diffuso in quanto spesso va a finire che una rata del mutuo è pari, se non inferiore, al canone che si potrebbe trovare sul mercato. Dunque: già è difficile trovare l’affitto, quando si trova il canone è altissimo, è più vantaggioso accendere il mutuo. Detto questo, il mutuo tuttavia lega, spesso per trent’anni a un luogo, particolarità questa che non tiene conto, in particolare per i giovani, della precarietà lavorativa intesa anche come mobilità del posto di lavoro”.

Un altro lato particolare del problema, che sta emergendo negli ultimi tempi, “che potrebbe essere il primo segnale di una bolla che sta per esplodere”, è che le modalità di affitto turistico più diffuse, stanno cominciando a non realizzare più gli ingenti guadagni sperati, previsti e operati dai vari proprietari e operatori. “Ci sono persone che ci riferiscono di essere andati a vedere degli immobili per abitarci, in cui il proprietario in realtà vendeva un “pacchetto” completo di casa e modalità di affitto turistico già avviato. Ovviamente, dal momento che questo non importa niente a chi cerca casa d’abitare ma d’altro canto ciò aumenta il prezzo dell’immobile, alla fine a beneficiarne sono quei tre-quattro grossi fondi immobiliari che stanno rastrellando il mercato abitativo fiorentino al fine dell’attività turistica”.

Un segnale della direzione che ha intrapreso la città proviene anche, come dice Grandi, da un altro lato: il numero sempre più alto delle famiglie cui scade il contratto d’affitto e che sempre più raramente riescono a ricontrattare o rinnovare il contratto. Insomma, spiega Grandi, “mentre negli anni passati era facile trovare in difficoltà abitativa anziani con lo sfratto, famiglie in disagio economico, ora anche la famiglia media, con un buon reddito e pagatrice, si vede arrivare sempre più frequentemente, scaduto il contratto, la disdetta, essendo così obbligata a trovare altre soluzioni. Pur essendo disponibile, magari, a ricontrattare il canone maggiorandolo un po'”. Anche questi sono i classici casi in cui le famiglie si risolvono sempre di più a comprare casa. Insomma, come dice Grandi, il ritratto dello sfrattato per finita locazione si è leggermente imborghesito, nel senso che non è più strettamente legato alla figura del disagiato, di chi ha perso il lavoro, degli anziani che vivono di una misera pensione.

“La situazione attuale è la seguente – sintetizza Grandi – ora come ora, il “business” massimo è quello di avere a disposizione un immobile da inserire nell’accoglienza turistica. Anche perché, nonostante tutti gli strumenti del mondo, dal registro delle locazioni turistiche ai controlli della polizia municipale, si tratta di un mercato dove gira tantissimo nero, nonostante tutti i possibili controlli incrociati”. In definitiva, nero più facile che in altri settori a fronte di margini di guadagno molto consistenti. “Di fatto, si tratta di una vera e propria attività d’impresa. La città si sta trasformando, che lo si voglia o no”. Una mutazione d’identità, nel senso che scompaiono i cittadini “che danno volto e cuore alla città” sostituiti dalle orde turistiche, dai negozi turistici, da tutto ciò che invoglia, piace e attira il turista. Una città bella, ma falsificata.

Altro discorso, tornando alle locazioni, è quello del razzismo dei proprietari che affittano ancora a scopo abitativo. “Agli extra comunitari in senso lato non s’affitta – dice la segretaria del Sunia – in primis, perché vengono considerati cattivi pagatori, con tanto di “classifiche” per provenienza. Inoltre, a firenze esiste una sorta di “parco immobili” destinato agli extracomunitari. Si tratta degli immobili tenuti peggio, di cui ai proprietari non importa nulla, casomai mai toccati dagli anni ’50, con bagni tipo latrine, sono quelli destinati agli extracomunitari, che, alla ricerca disperata di un alloggio e viste le difficoltà a reperirlo, sono disposti ad accettare tutto. Una situazione su cui da tempo il Sunia ha messo le luci e cerca di combattere”. Concludiamo col solito dato del Sole 24h: il 67% degli acquisti in città sono di non residenti. e anche questo, dice la segretaria regionale del Sunia, “vuol dire qualcosa”.

foto interna: la segretaria del Sunia regionale Laura Grandi

 

 

 

 

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