Firenze saluta Idy, “uomo buono e innocente”

Firenze – Oggi lutto cittadino. Firenze saluta Idy Diene, che, come ricorda il sindaco Dario Nardella presente questa mattina alla cerimonia alle Cappelle del Commiato, prima che la salma dell’assassinato parta per il suo ultimo viaggio verso il Senegal, era “uomo buono e innocente che amava la nostra città. Firenze era la sua città, dove ha costruito relazioni umane, amicizie e dove lavorava. La comunità fiorentina esprime il proprio cordoglio per la morte di Idy e si stringe al dolore profondo di sua moglie Rokhaya e dei suoi fratelli. Oggi è un giorno di lutto in cui piangiamo Idy, ma anche un giorno in cui troviamo una speranza di comunità e di una vita migliore”. Idy Diene è stato ucciso il 5 marzo scorso senza una ragione plausibile da Roberto Pirrone, sul ponte Vespucci, a Firenze, verso le 12. 
Alla cerimonia, che si è svolta alla presenza del Gonfalone della città di Firenze e terminata con lo squillo delle chiarine, hanno partecipato tra gli altri la vicesindaca Cristina Giachi, gli assessori Sara Funaro, Federico Gianassi, Stefano Giorgetti, Lorenzo Perra, Alessia Bettini e Andrea Vannucci, la presdiente del Consiglio comunale Caterina Biti, alcuni consiglieri comunali, l’imam di Firenze Izzedin Elzir, il cardinale arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, il rabbino Amedeo Spagnoletto e la comunità senegalese con la sua presidente dell’Associazione dei senegalesi di Firenze e Circondario Diye Ndiaye. 

“Il fatto assurdo e tragico che ha portato alla morte di Idy ha riaperto una ferita che stiamo affrontando tutti insieme – ha continuato il sindaco Nardella – Firenze in questi giorni ha dimostrato grande dignità, grande senso di umanità e grande unità e compattezza contro ogni tentativo di divisione e di odio”. “Ringrazio in particolare la comunità senegalese che ha dimostrato attaccamento alla città – ha aggiunto – e trovo molto significativa la presenza del cardinale Betori e del rabbino Spagnoletto perché di fronte alla morte c’è solo il valore dell’uomo senza alcuna distinzione. Il rapporto tra la vita e la morte ci rende tutti uguali e ci fa capire quali siano le cose che davvero contano”.

“Credo che da questa settimana durissima e dolorosa – ha concluso il sindaco – la comunità fiorentina sia uscita più forte, con più speranza e più consapevolezza dei propri valori”.

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