Firenze – Città, cultura, spazi e politiche culturali, Estate fiorentina e futuro. Questi gli argomenti di cui abbiamo parlato con l’assessore alla cultura del Comune di Firenze Tommaso Sacchi durante una camminata da Palazzo Vecchio a Via Cavour .
Assessore come è cambiata la politica cultura fiorentina da quando lei è arrivato?
“Quando presentammo la stagione del Cirk Fantastik, di quest’anno io volli citare sopratutto gli interventi dal punto di vista strutturale che hanno permesso di non chiudere spazi delle cultura ma di aprirne. Una media di tre all’anno nei passati 5 anni. Questo è un aspetto in controtendenza rispetto purtroppo a quello che si verifica spesso in tante città d’Europa, ovvero vedere un cinema, vedere un teatro, vedere una sala concerti chiudere. Fenomeni purtroppo causati investimenti troppo timidi, per usare un eufemismo, nella promozione e nell’attivazione delle produzioni culturali, a cui corrispondono difficoltà evidenti delle associazioni o dei produttori culturali che si trovano a chiudere gli spazi. Quello che è successo a Firenze è l’opposto, noi abbiamo investito nella riapertura o nell’apertura in alcuni casi di luoghi spazi della cultura cittadini e questa è stata un scelta politica molto convinta e decisa che io reputo vincente. Questa mia convinzione è confermata dal primato di Firenze come miglior città creativa in Europa tra le città di medie dimensioni. Ho motivo di pensare che possa derivare anche da questi convinti investimenti negli spazi di cultura.
Cosa sono questi 15 spazi che ha citato prima?
Partirei dalle Cascine, da Fabbrica Europa alla Palazzina ex Fabbri, a Virgilio Sieni alla Palazzina dell’Indiano, per arrivare al tempio del Rock, all’Ippodromo del Visarno con 270 mila persone per le grandi star internazionali.
Ma non ci fermiamo qua, sta per essere completato il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino con il nuovo Auditorium da 400 posti, tecnologicamente avanzato che ospiterà dalla convegnistica ai grandi eventi di teatro e musica. Sempre rimanendo alle Cascine il recupero di una struttura importante come la Manifattura Tabacchi che oggi è la sede estiva dei nostri Festival Cittadini, al teatro Puccini passato al Comune.
Ho citato solo le Cascine dal Maggio all’Indiano fino alla Manifattura Tabacchi passando per il Visarno, ma potrei proseguire citando il Niccolini che oggi è una delle quattro sedi del Teatro della Toscana di cui sono stato nominato presidente poco tempo e che sempre di più sii sta aprendo verso l’Europa e le produzioni e coproduzioni internazionali. Potrei proseguire dicendo Rinuccini, un teatro dell’Oltrarno, l’Ex3 con il Memoriale di Auschwitz, le sale Nuove del Museo del Novecento, il museo Marino Marini che è stato acquisito dal Comune, i nuovi spazi di Piazza Santa Maria Novella.
Il dibattito degli ultimi anni si è incentrato sul fatto che l’Italia e Firenze possiedono circa l’80% del patrimonio culturale mondiale, con il turismo sempre in crescita dove anche negli anni di crisi. Detto questo però si continua a non investire in cultura. Firenze è una mosca bianca. A livello nazionale la cultura ancora non viene considerata una risorsa economica per il paese. Qual è la sua posizione in merito?
Il modello Firenze lo dico senza vanto è un modello importante da studiare, un benchmark, un esempio molto virtuoso. La nostra città è una città che ha investito in produzione culturale, uscendo dalla logica si semplice ospitalità degli eventi. Attraverso il grande lavoro di Palazzo Strozzi, attraverso il Maggio Fiorentino, attraverso i 167 operatori dell’estate fiorentina, attraverso il Teatro della Pergola, nella produzione di grandi eventi. Questo vuol dire fare tesoro di quello che è l’impianto istituzionale produttivo della nostra città, della bellezza che attrae artisti da tutto il mondo. Un esempio su tutti, la mostra di Anthony Gormley, al Forte Belvedere.
Ha scelto di fare questa mostra con 110 figure umane, sculture di ferro, perché era una mostra straordinaria dedicata al colle del Forte Belvedere che è diventato in questi anni il giardino di arte pubblica più importante di Europa e sicuramente d’Italia, con Firenze come grande valore aggiunto.
Io credo sia questo il modello da seguire. A partire dall’aumento degli investimenti: ricordo che l’estate fiorentina è passata da 370 mila euro a 1 milione e 60 mila euro di quest’anno. Poi la valorizzazione dei luoghi dato che abbiamo quelli più belli del mondo.
Progetti per il futuro?
Tanti . Abbiamo appena inaugurato la card del fiorentino, lanciato assieme a Larissa Japichino che al prezzo di 10 euro consente l’ingresso per un anno nei musei civici.
I progetti vanno dall’ambito produttivo a quello di promozione degli spazi di cultura. Io voglio citare il Museo del Novecento che sarà sempre di più un museo aperto al mondo che valorizza da un lato le collezioni e dall’altro ospita i grandi protagonisti dell’arte. Aspettiamo poi la nuova mostra di Koons a Palazzo Strozzi.
Per quanto riguarda il Maggio, ho incontrato il nuovo sovrintendete che prenderà servizio il 15 dicembre. Io mi aspetto che proseguirà la grande spinta che ha impresso il Sindaco in questi anni, in questi anni e farà dialogare il nostro teatro con i grandi teatri come la Scala ed i grandi Festival come quello di Salisburgo. Il sovrintendente Pereira è uno di più qualificati al mondo per ricoprire il ruolo.
Per le associazioni ho grandi progetti. Voglio tenere un’Estate Fiorentina sempre così viva che apre le porte di tutti i luoghi della cultura. Un grande progetto che ho nel cassetto, ma a cui ho già iniziato a lavorare che sono gli Stati Generali delle biblioteche. Valorizzare le nostre biblioteche vuol dire dare forza alle case civiche della cultura per eccellenza.