Pisa, l’eterna diatriba con Firenze e la Luminara, intervista, semiseria, ad Antonio Cassisa, pisano, quarantenne blogger e autore del libro Ir Pisa visto da sede’. Il racconto di un tifoso, in vernacolo pisano, delle stagioni calcistiche e deludenti della squadra nerazzurra giunto al quarto volume con Soppòpera.
Pisa. Nelle ultime settimane ho tentato d’intervistare il Sindaco, poi ho provato con un assessore ma tutti erano troppo impegnati per rispondere alle mie domande. Che ti risulti Pisa è stata invasa dagli extraterrestri recentemente? Scherzi a parte almeno con te possiamo fare due chiacchiere ironiche. Senza offendere nessuno ovviamente. Nemmeno i fiorentini. Partiamo proprio dalla questione più calda del momento: gli aeroporti di Pisa e Firenze, le ragioni di Pisa sono solo campanilistiche o c’è altro?
“Prima di tutto grazie per il “quarantenne”, fa sempre piacere dopo una certa età sentirsi ringiovanire. Anche se mentalmente mi sento sempre un bimbetto scalmanato, il fisico inizia a tradire una certa età. La questione degli aeroporti tra Pisa e Firenze non può essere svilita a una semplice schermaglia campanilistica. Il problema è grosso ed è talmente grosso che rischia di passare inosservato. Qua stiamo subendo un furto e una ingiustizia talmente grande e alla luce del sole che ai più disinformati può sembrare quasi tutto regolare. In realtà già definire “aeroporto” quello di Firenze è già un grosso complimento, oltre che un azzardo, dato che parrebbe più adatto agli aeroplanini della Barbie piuttosto che, per esempio, agli aerei intercontinentali che collegano Pisa agli Stati Uniti. Unire e fondere queste due realtà non può che essere una immensa speculazione cui Pisa e i Pisani non sono disposti a subire. Nella fusione c’è una sola microrealtà che ci guadagna, e quella non è certo Pisa”.
La SAT è ufficialmente argentina. La privatizzazione dell’aeroporto dopo la cessione delle quote della Regione è stata irrefrenabile, cosa dovrebbero fare i soci pisani a questo punto?
“Puoi portare avanti la tua battaglia, argomentare, proporre, sollevare il problema in mille modi, ma quando certi poteri hanno deciso, trovano il modo di realizzare i loro disegni e, quel che è peggio, spesso convincendo i più della saggezza di tale decisione. Io credo che permettere che certi personaggi decidano per tutti noi è un po’ come mettere la cravatta al maiale”.
A te rosica di più aver perso la battaglia di Cascina o quando Dunga passò alla Fiorentina?
“Senza dubbio la Battaglia di Cascina perchè è un simbolo della vigliaccheria fiorentina nei confronti di quella città cui invidiava non solo la prosperità e lo sbocco sul mare, ma il fasto e la gloria che si era conquistata nei secoli sul campo: la Repubblica di Pisa. Dunga in fondo per Romeo, una volta scoperto e lanciato, fu l’ennesimo grande affare che i fiorentini pagarono con moneta sonante”.
Quale derby con i viola non ti scorderai mai, nel bene e nel male?
“Era l’Aprile del 1989 e il Pisa giocava a Firenze. Io ed un amico giocavamo a calcio quel giorno e non potemmo partire insieme ai pisani col treno, ma partimmo più tardi giungendo allo stadio da soli. Arrivammo poco prima del fischio d’inizio e i fenomeni del servizio d’ordine non volevano farci entrare nello spicchio chiuso dei pisani credendo fossimo due fiorentini (pensa te) che avessero voglia di far casino (e di toccarne). Facemmo vedere i documenti mentre intorno a noi si fece un capannello di viola e riuscimmo a entrare insieme ai tifosi nerazzurri. Alla fine del primo tempo perdevamo già 3-0 e la terza rete la fece proprio Dunga. Come sempre a Firenze rischiammo gli schiaffi, più dalla celere che dai viola ma tornammo a casa senza lividi ma con un gran giramento di scatole per la sconfitta (finì 3-0)”.
Inviteresti il Sindaco Nardella per una pizza? E quello di Livorno?
“Boia come mi garberebbe!! Nardella è la fotocopia di Renzi, ha quella boria insolente che mentre Renzi maschera con un abbozzo di simpatia e una faccia da cartone animato, Nardella non può mascherare perchè è simpatico come la rena nelle mutande. Però la pizza gliela pagherei a patto che mi spiegasse perchè Firenze, città che ha tutto per vivere di luce propria, mostra questo complesso di inferiorità nei confronti di Pisa. Al sindaco di Livorno Nogarin gli offrirei la cecìna e un bicchiere di spuma, gli chiederei se c’ha un cugino, un fratello o un nipote che abbia voglia di ripetere la sua impresa a Pisa, anche se onestamente mi pare impossibile”.
La notte più lunga di Pisa è quella della Luminara, come ti è sembrata quella di quest’anno?
“Un gran casìno, come negli ultimi anni del resto. Sicuramente un colpo d’occhio incredibilmente bello che mi fa venire i brividi e mi inorgoglisce ogni anno di più. Peccato che ci sia scarsa attenzione ai particolari e alcune insegne accese rovinino l’effetto dei lumini, che i lungarni siano inondati di venditori di quei troiai cinesi che nulla hanno a che fare le bancarelle con torroni, menta, croccanti e brigidini che c’erano una volta. Per fortuna non sono estinti ma il contesto era migliore. Adesso è impossibile muoversi per i lungarni e uscire indenni dal ponte di mezzo è un’impresa ma questo è il prezzo che paghiamo volentieri per uno spettacolo di luci e colori che solo lo sfondo dei palazzi pisani sui lungarni possono regalare”.
Hai saputo che anche a Firenze hanno fatto la festa per la nuova illuminazione di Ponte Vecchio, non è che Renzi pensa di rottamare la Luminara?
“Ho saputo e mi sono cadute le braccia. Fa tutto parte di quel complesso di inferiorità di cui accennavo prima. Inventarsi una serata parlando di ponti illuminati la sera del 16 giugno è a dir poco imbarazzante, quando nella vicina Pisa ciò accade da secoli. Renzi può anche tentare di rottamare o boicottare gli eventi pisani ma non potrà mai cancellare la storia nè diminuire l’orgoglio dei pisani, anzi, dopo che ha provato a mettere il prato sintetico in piazza, se vuole, smontiamo la torre e gliela rimontiamo dove più gli garba. Per il mare ci stiamo organizzando cercando di avvicinarglielo così che i fiorentini possano sguazzare in acqua senza bisogno di intasare la Fi-Pi-Li andata e ritorno ogni domenica. L’aeroporto se l’è preso, l’Ikea ce l’ha già … non saprei, se vuole anche cambiare nome alla città e chiamarla FiRenzi possiamo dire che il premio megalomania 2014 è già suo”.