Mentre l'Italia è scossa dalla protesta dei No Tav in Val di Susa, a Firenze si svolge il meeting “Le grandi opere inutili”, organizzato dal Comitato contro il Sottoattraversamento AV cittadino, grazie contributo di Italia Nostra e la lista perUnaltracittà.
Tutto esaurito al DLF – Il saloncino del Dopo Lavoro Ferroviario di via Alamanni a Firenze pieno in ogni ordine di posto per il dibattito sul progetto Alta Velocità. Tanti i fiorentini, naturalmente, ma anche una dozzina di abitanti della Val di Susa, due comitati provenienti da L'Aquila, i No Expo di Milano, i No Mose di Venezia, i No Tav Friuli, e quelli contro l'ampliamento dell'autostrada A11 dall'Emilia Romagna. «È il buonsenso che ci unisce – spiega la militante No Tav valsusina Sabina Brautigam – Troppi soldi pubblici sprecati per opere inutili, che serviranno a pochi. Quando invece i soldi, che non sono tanti, servirebbero per tante piccole opere di manutenzione». Il movimento No Tav, e quello contro le grandi opere in genere, ha assunto ormai i connotati di una rete nazionale.
Cardosi (No Tav Firenze): “Gli scontri li provoca lo Stato” – Dopo le tensioni esplose un po' in tutta la penisola dei giorni scorsi, con lo sfortunato e ormai noto episodio capitato ad uno dei leader del movimento Luca Abbà, l'appuntamento di Firenze sembra più un'assemblea generale che un seminario sul «modo con cui la classe politica e la grande impresa hanno risposto in maniera efficientissima alla bufera di Tangentopoli», come è scritto nel documento dell'incontro. Uno dei protagonisti della protesta fiorentina contro il sottoattraversamento della città e l'edificazione della stazione Foster, Tiziano Cardosi, commenta così le dimostrazioni degli ultimi giorni: «Gli scontri li ha provocati lo Stato. I manifestanti stanno facendo resistenza passiva. Le istituzioni preferiscono guardare se vola un sasso in Val di Susa piuttosto che vedere una montagna crollare. È come guardare il dito che indica la Luna».
Sottoattraversamento e problemi ambientali – Secondo il Comitato contro il Sottoattraversamento di Firenze, la progettazione dell'opera cittadina presenta «irregolarità, ma soprattutto, presenta l'uso disinvolto di tutte le scorciatoie procedurali possibili». A parlare è l'architetto fiorentino Maurizio De Zordo, fratello della consigliera perUnaltracittà Ornella, curatore del libro “Tav sotto Firenze” che raccoglie saggi e studi contro il tunnel che dovrebbe passare da banda a banda la città. Secondo De Zordo ci sono vizi di forma nella successione delle varie fasi burocratiche e di analisi ambientale. «La Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) – racconta ai cronisti – è stata fatta nel 1998 con un progetto di massima diverso da quello esecutivo ed attualmente in fase di realizzazione. La stazione, infatti, non si trovava all'epoca nella zona degli Ex-Macelli ed era concepita differentemente». Stando a quanto sostenuto dai No Tav le due principali problematiche relative al sottoattraversamento sarebbero relative ai «cedimenti che il terreno potrebbe avere in fase di scavo e al possibile impatto che esso avrebbe sulla falda sotterranea»
Cicconi: “È la Classe politica affetta da sindrome di Nimby” – Non ci va leggero l'esperto in appalti e direttore dell'Istituto Itaca per la trasparenza, Ivan Cicconi. L'autore de “Il libro nero dell'Alta Velocità”, già intervistato da Stamp e salito alle cronache nazionali dopo diverse apparizioni in inchieste televisive, se la prende con i politici e rovescia il paradigma della sindrome di Nimby, patologia sociale che affliggerebbe coloro che protestano aleatoriamente contro le opere pubbliche (dall'inglese “Not In My Back Yard”, "Non nel mio cortile”). «Abbiamo una classe politica – accusa l'esperto – che è lei stessa affetta da sindrome di Nimby. Il loro cortile sono i privilegi di casta, assicurati senza alcuna tutela per il futuro». Cicconi ha pesantemente messo sotto accusa le Ferrovie dello Stato e tutti i Governi dagli anni Novanta ad oggi, rei secondo lui di aver fatto aumentare il costo totale dell'Opera da 14 miliardi e mezzo di Euro a 98 (da 28mila miliardi a 180mila delle vecchie Lire).
Da Stoccarda per dire no – Un sistema di tunnel sotterranei lungo complessivamente 50 chilometri, una stazione interrata e un costo complessivo tra 2 e i 4,8 miliardi di Euro. Sembra la riproposizione su scala maggiore del progetto Alta Velocità per il Nodo fiorentino, ma invece è il progetto Stuttgart21, che collegherà la città di Stoccarda con quella di Ulm. L'opera prevede la costruzione di una stazione sotterranea simile alla Foster, con la differenza che questa non sarà collegata direttamente all'aeroporto. La sua costruzione è stata confermata da un referendum popolare, che con il 58.8% dei votanti ha detto no alla cancellazione del progetto (meno del 33% gli aventi diritto che si sono recati alle urne. Per l'occasione il sindaco Renzi invitò in città il collega tedesco Wolfgang Schuster, esponente della CDU e sindaco di Stoccarda). Ma i tedeschi del Baden Württemberg, guidati dalla consigliera di SOS Stoccarda Hannes Rockenbauch, insistono nella loro battaglia ed esprimono «solidarietà» al comitato fiorentino. Da segnalarsi la presenza al DLF dello scrittore tedesco Winfried Wolf, esperto di trasporto pubblico.