Firenze – Gettano l’allarme, ma non da ora, i Comitati Cittadini. I 150 anni di Firenze Capitale infatti riportano in primo piano una delle opere più “poggiane” della città di cui ricorre l’anniversario, vale a dire i Viali di circonvallazione. L’opera urbanistica più importante dell’architetto-ingegnere che rivoluzionò la città in vista del suo nuovo ruolo, quella “Passeggiata lungo le Mura”, ricordano i Comitati, concepita alla stregua di monumentale cerniera tra città vecchia e città nuova, in uno snodarsi di vedute architettoniche e vegetali che dovevano risarcire la perdita delle mura compensando nel contempo una certa angustia del centro.
Ebbene, cosa ne rimane di quest’opera superba e innovativa? Oggi, dicono i cittadini, “sono diventati un’assordante tangenziale urbana. Lungo i decenni essi sono stati oggetto di un crescendo di mutilazioni e indegne protesi”. Ma non è finita, denunciano i Comitati, perché “vanno incontro a deliberata e definitiva distruzione”.
Il “colpo fatale” sta arrivando “con la realizzazione delle due nuove linee tranviarie che trasformeranno per sempre gli originari “boulevards” nella sede di unametropolitana di superficie, producendo insanabili fratture, lunghe trincee e file di pali con conseguente perdita di alberate a ridosso di un Centro Storico bisognoso di ricuciture e di risanamento ambientale”.
Perdite dolorose, dicono i Comitati, che riguardano anche il Viale dei Colli, proseguimento dei Viali nell’Oltrarno, “creazione nobile ed originale del Poggi”, che da Porta Romana si snoda per circa 6 chilometri fino a Piazza Ferrucci. Oggi “ridotto ad una rumorosa e avvelenata circonvallazione. Le siepi che delimitano la carreggiata sono in gran parte perdute, il selciato e gli arredi ottocenteschi appaiono in rovina; l’incuria, l’ abbandono e l’ incolto dominano sovrani. La visione delle rampe che da Porta S. Niccolò si inerpicano verso il Piazzale Michelangelo è degna di Piranesi, con in più rifiuti, transenne, acqua putrida”. Non è risparmiato, secondo i Comitati Cittadini (ma la realtà si tocca con mano) neppure Piazzale Michelangelo, che, “in origine luogo della contemplazione, del richiamo alle memorie letterarie e michelangiolesche” oggi è ridotto a “un parcheggio scambiatore e pur volgendo lo sguardo al celebre panorama non si può non notare lo stato malfermo e rugginoso della balaustra e le fenditure nel marciapiede per la mai sanata frana della collina”.