Quale migliore celebrazione del 150esimo di Firenze capitale che un ritorno al passato attraverso una full mmersion nell’atmosfera di quel quinquennio che vide la rivoluzione urbanistica, grandi mutamenti architettonici, e che fu segnato anche da una vivacità culturale e da importanti eventi (la terza guerra d’indipendenza, la conquista di Roma). Con “Firenze 1865. Quattro passi nella capitale” Lucia Bruni e Federico Napoli ci portano alla scoperta dei luoghi, delle abitudini sociali e dei mutamenti intervenuti a Firenze negli anni in cui fu capitale d’Italia. Un percorso in forma di romanzo. Abbiamo chiesto a Lucia Bruni (giornalista, storica dell’arte ,autrice di vari romanzi e thriller storici come Il segreto di Raffaello, Pontormo e l’acqua udorosa, Benvenuto Cellini e il ricciolo indiscreto) di precisarci alcuni aspetti del nuovo libro.
D. A guidarci sono una scrittrice e un accompagnatore d’eccezione..
R. “La scrittrice è Louise Colet, francese, appassionata del nostro Risorgimento, che già aveva visitato l’Italia nel 1860 ed era venuta a Firenze il 16 aprile 1860 assistendo in prima persona ai festeggiamenti, con la presenza del Re Vittorio Emanuele II, per l’annessione della Toscana al Regno d’Italia. L’altro è Carlo Lorenzini, scrittore e giornalista, che incarna in tutto l’arguto spirito fiorentino”.
D.Una passeggiata, quindi, che si legge come un romanzo ma che è fedelmente ancorata alla storia…. dove avviene ?
R: “La Colet e Collodi percorrono Firenze in carrozza e a piedi, così da descrivere la città viva e vera nei sui tanti volti del quotidiano. Attraversano piazze, passano per strade, chiassi, vicoli, vedono negozi eleganti, botteghe e trattorie, come quella di Gigi Porco in via dei Pucci, alberghi e palazzi dove hanno soggiornato letterati famosi; visitano caffè, come il Castelmur o Doney, ristoranti e i bagni sull’Arno. I due protagonisti incontrano anche vari personaggi dell’epoca… Incontrano personaggi famosi come Pellegrino Artusi, Yorick, il fotografo “sperimentatore” Philpot, i pittori Signorini, Borrani, Abbati con i quali intrecciano dialoghi e parlano della città che va cambiando. Si imbattono in figure caratteristiche dell’epoca come la Beppa fioraia o il poeta popolare Mario Palazzi, alto più di due metri”.
D. Infine, a conclusione del volume un saggio di Attilio Brilli sulla “questione fiorentina”: di che si tratta?
R. “Attilio Brilli entra nello specifico del cambiamento di Firenze nelle vesti di capitale attraverso la visione e i commenti dei tanti stranieri illustri come Dickens, Sargent, Browning, per citarne alcuni, i quali, avendo vissuto a lungo nella città, se ne sentono parte, hanno affetto per questi luoghi e temono che mutamenti così radicali possano snaturare per sempre quel carattere che ha reso unica Firenze nei secoli”.
Ed ecc a presentazione del libro: “Firenze 1865. Quattro passi nella capitale” di Lucia Bruni e Federico Napoli
Estate 1865: Louise Colet, scrittrice e poetessa francese, arriva a Firenze per rivedere la città – già visitata con entusiasmo cinque anni prima ai tempi dell’Unità d’Italia – ora divenuta capitale del Regno. A rendere più ameno e curioso il soggiorno di Louise nell’amata Firenze, è la compagnia di Carlo Lorenzini – in arte Collodi – che le si affianca per farle scoprire luoghi e abitudini caratteristici del costume cittadino, minacciati dai mutamenti che comporterà il nuovo volto di capitale.
Una passeggiata scaturita dall’immaginazione di Lucia Bruni – ma fedelmente ancorata alla storia e alle opere dei due protagonisti – che si dispiega attraverso strade, piazze, vicoli, botteghe, caffè e trattorie, dove si incontrano personaggi più o meno noti, che offre l’occasione per frugare nella storia della città. Una sosta particolare, a cura di Federico Napoli, è dedicata a palazzo Portinari Salviati Da Cepparello al Corso, allora sede del Ministero di Grazia, Giustizia e Culti, storico palazzo cittadino, le cui sale sono ancora impreziosite dalle Storie di Ercole dipinte da Alessandro Allori all’epoca di Cosimo I.
Ritroviamo infine, nel saggio di Attilio Brilli a conclusione del volume, il racconto della “questione fiorentina”, ovvero il problema della ristrutturazione e dell’ammodernamento di Firenze antica perseguiti dall’Amministrazione comunale sul solco dei lavori iniziati nel 1864, questione che diventa un tema di discussione internazionale sul quale intervengono intellettuali, storici e scrittori di tutto il mondo, a ricordare che, come disse Henry James, la bellezza di Firenze non è solo una questione fiorentina, ma qualcosa che riguarda tutto il mondo.