Firenze – La giunta Nardella spenge la prima candelina. Dodici mesi di cambiamenti che – malgrado la trasversalità del lavoro svolto – verranno probabilmente ricordati dai più come l’anno della viabilità messa a soqquadro dai lavori per la tramvia, l’anno dell’avvio del rilancio delle periferie, l’anno del nuovo regolamento urbanistico e dei tagli alla scuola primaria, ma anche l’anno dello sport a tutto tondo. Quanto a momenti sportivi non c’è stato un solo palato a rimanere insoddisfatto, e passando da grandi eventi di interesse mondiale a competizioni decisamente più casalinghe, Firenze ha dimostrato di essere un centro non solo di arte ma anche di sport di altissimo livello.
Stamp ne ha parlato con l’assessore Andrea Vannucci.
L’anno appena trascorso ha visto Firenze diventare un polo dello sport italiano. Quasi ogni disciplina ha avuto il suo spazio e la città ha ospitato eventi di attrattiva mondiale. Si ritiene soddisfatto per il lavoro svolto?
“Chi si trova ad affrontare una sfida bella e affascinante come quella di amministrare un settore strategico in una città come Firenze non può dirsi mai completamente soddisfatto. Alcune cose, nonostante gli sforzi, non si sono potute realizzare, ma l’impegno per il futuro è una sfida che si rinnova ogni giorno”.
Lo sport fiorentino ha rinsaldato le sue basi. Quali sono state le linee guida della sua azione?
“Una parola d’ordine ha attraversato trasversalmente tutte le scelte adottate. Questa parola è “programmazione”. Il nostro punto di partenza è stato mettere le società sportive in condizione di programmare e promuovere il proprio futuro. Da questo è derivata una serie di scelte strategiche, come quello di creare bandi per l’assegnazione di spazi pluriennali affinché le società siano in grado di programmare e di puntare fortemente – anche con concrete misure di incentivo – sul futuro dello sport a Firenze. Penso anche all’efficentamento energetico, allo spendere di più e meglio rispetto alle utenze. Anche su questo, ad esempio, occorre programmare. Parallelamente non abbiamo fatto mancare la nostra presenza sul territorio. Le società sportive hanno bisogno di vedere e di sentire l’amministrazione vicina, anche perché il periodo è quello che è, ma facendo sistema all’insegna della programmazione e della promozione dello sport possiamo ottenere grandi risultati”.
Ha dovuto dire anche dei “no”?
“Quando si amministra è inevitabile. L’importante è che i “no” siano motivati e su questo nessuno è rimasto senza una spiegazione. L’obiettivo è stato comunque quello di portare in fondo più progetti possibile. Abbiamo aperto una nuova politica rispetto alla gestione degli impianti comunali, con bandi più lunghi e più improntati alla realizzazione di lavori che mirino a rendere più efficienti gli impianti che sono andati a bando. Allo stesso tempo abbiamo promosso attività e piccoli e grandi eventi che promuovessero lo sport a livello capillare su tutto il territorio”.
Anche la disabilità ha avuto il suo spazio.
“Abbiamo cercato di avere un riguardo particolare per chi fa sport, sia tra i normodotati che tra i disabili. A riguardo, vado particolarmente fiero dell’accordo fatto con Ente Cassa di Risparmio per arrivare alla copertura della piscinetta della Costoli, che permetterà alle associazioni che operano nel mondo della disabilità in acqua di avere finalmente un luogo in cui poter sfruttare a pieno tutte le proprie potenzialità”.
Dopo i Mondiali di Ciclismo di settembre 2013, Firenze ha continuato ad ospitare manifestazioni sportive di interesse planetario. Si può quindi dire che la sua azione, tesa com’è all’interno quanto all’esterno, sia a tutto tondo?
“Sì, accanto all’attenzione per le nostre società sportive, abbiamo continuato a inseguire grandi eventi, portandoli a Firenze. Penso alla Final Six della World League di pallavolo dell’anno scorso al Mandela Forum – che il prossimo 21 giugno, con Italia-Brasile, tornerà ad essere la partita clou del calendario del volley mondiale – e a tanti altri eventi che fondono la cultura dello sport, come la recente Colour Run, che ha potato 20mila persone alle Cascine, o la Deejay Ten, per non parlare della Maratona, dell’Half Marathon, della gran fondo di ciclismo e di tutti quegli eventi che hanno animato la nostra città”.
Tra questi, ce n’è qualcuno che ricorda con particolare piacere?
“Ci sono stati tanti momenti belli. Uno che mi è rimasto davvero nel cuore, e che dimostra come lo sport possa stare in tutti i luoghi e permeare la città in tutti i suoi pori, è stato il Galà delle Tre Capitali di pugilato che si è svolto in Sala d’Arme di Palazzo Vecchio con ragazzi di Toscana, Lazio e Piemonte. È stato un evento molto bello, sia scenograficamente che sportivamente. Ha dimostrato davvero che lo sport può stare in ogni dove. Ci sono, poi, tante altre immagini che porto nel cuore. Penso a quando abbiamo montato il campo di calcetto 3 contro 3 in Largo Annigoni: vedere all’1.30 di notte ragazzi che giocano a pallone, in una piazza in cui solitamente succedono altre cose, dà l’idea di quanto lo sport possa essere veicolo di un messaggio positivo”.
Dire sport a Firenze continua a significare soprattutto Fiorentina. A che punto siamo con lo stadio?
“Rispetto ad un anno fa sono stati fatti diversi passi in avanti. Al tempo la Fiorentina non aveva ancora presentato l’offerta preliminare. È stata presentata a luglio, e da quel momento si è avviato realmente il procedimento. C’è stata la delibera di dichiarazione di interesse pubblico dell’operazione della prima giunta di gennaio 2015, e da allora la situazione si sta evolvendo positivamente. Sono stati fatti altri passi avanti. La situazione si evolve e finora si evolve positivamente”.
Negli ultimi mesi buona parte dell’attenzione si è concentrata sul destino della Rari Nantes e su quello della Società Canottieri, entrambe realtà a cui i fiorentini sono molto affezionati. Ci sono possibilità concrete che restino dove sono?
“Sono temi che hanno caratterizzato molto questo primo anno di governo. L’idea, la voglia e i fatti messi in piedi dall’amministrazione comunale sono sempre andati in un’unica direzione, che è quella di tutelare al massimo queste due realtà fondamentali per il tessuto sportivo (e non solo) della città. Lo dimostrano anche le migliaia di firme raccolte due settimane fa, quando sembrava imminente la demolizione della Rari. Adesso si è aperto un nuovo scenario a cui, come amministrazione, cercheremo di andare fino in fondo. Il fatto che il premier abbia fatto un’apertura così netta alla possibilità di intervenire ci dà grandissima fiducia nel nostro intento di tutelarle”.
Sulla vicenda dunque non sente di avere le mani legate?
“No. Dopo l’apertura di Renzi sono ottimista”.