Firenze – Le elezioni a Firenze sono per molti versi un test nazionale. Sia per motivi strettamente politici. Sia per i contenuti su cui verterà la campagna elettorale e, di conseguenza, il programma strategico per la città nei
prossimi cinque anni.
Dal punto di vista politico la situazione fiorentina ha un interesse particolare. Intanto qui l’area di
centrosinistra non è strutturalmente minoritaria come oramai accade in gran parte del paese. Alle ultime elezioni l’alleanza di centrosinistra è andata decisamente sopra il 40%. Il centrodestra si è fermato al 25% mentre il m5s intorno al 19% e l’area di sinistra vicina al 10%.
Con questi dati di partenza, anche considerando l’andamento dei sondaggi nazionali, non è difficile prevedere un testa a testa fra centrosinistra e centrodestra. E resta difficile preconizzare, a meno di sorprese legate a fattori eclatanti locali o nazionali in grado di sparigliare le carte, una vittoria netta di una delle parti al primo turno. E
allora diventa interessante capire cosa potrebbe fare l’area degli elettori di sinistra e grillini al secondo turno.
Più che in uno scontro centrodestra vs centrosinistra, che è strategicamente rilevante ma non tatticamente risolutivo, la partita si giochi principalmente sul grado di attrazione, o minore repulsione, al secondo turno di questo composito elettorato. E qui diventa tutto più difficile. Ipotizziamo, per rendere il ragionamento più semplice, che il centrodestra e il centrosinistra si trovino al primo turno alla pari intorno al 40%. Con il centrodestra che ha drenato voti principalmente dal m5s e in piccola parte dal centrosinistra. Cosa faranno il 10% degli elettori grillini e il 10% degli elettori di sinistra?
Sicuramente una buona parte non andranno a votare al 2° turno schifando in qualche modo sia il blocco di centrodestra sia il blocco storico di governo della città. Quelli che andranno a votare, si tratta di un elettorato abbastanza simile essendo il voto grillino di destra già ampiamente drenato al 1° turno dal centrodestra, saranno più respinti dalla politica di destra, impersonificata dal prode Salvini, o dalla politica di potere del governo locale impersonificata da Nardella e dal PD? Qui non è facile dare una risposta. Molto dipende dal mood momentaneo all’interno del Governo nazionale nei giorni della elezione fra Lega e M5s e dal mood, sempre nazionale, fra il PD e l’area genericamente di sinistra.
Ambedue i mood non sono al momento prevedibili. Ma cosa può fare la politica locale per cercare di rendere meno forte il grado di repulsione dell’elettorato grillino e di sinistra? In maniera schematica: per il centrodestra aumentare in maniera esasperata l’idea di cambiamento e di alternanza al potere storico del PD a Firenze mettendo in evidenza la staticità dei rapporti politico amministrativi fra Governo locale e determinati gruppi di interesse. Come dire, scagliarsi contro il sistema di potere locale ha sempre il suo fascino per quel tipo di elettori specialmente in un momento di crisi di credibilità delle Istituzioni di fronte al popolo.
Insomma puntare, anche a Firenze, sul senso di rivalsa e di rancore del popolo verso il potere, può avere una certa forza attrattiva per quel tipo di elettorato. Per il centrosinistra si tratta invece di giocare la partita del cambiamento, all’interno della stessa maggioranza politica. Consideriamo infatti, almeno dal nostro punto di vista, la scarsa forza convincente del tradizionale richiamo ai valori di sinistra e dell’antifascismo verso l’area elettorale di sinistra e tanto meno quella grillina. Cioè non che questi valori non vadano enunciati e praticati. Ma crediamo che abbiano uno scarso impatto di attrazione sull’elettorato “incerto”.
La proposta di un cambiamento annunciato e credibile può invece avere un effetto significativo. E qui si tratta non tanto di cambiamento degli uomini che in qualche modo ricoprono incarichi di governo, che ha valore soltanto per gruppi ristretti di elettorato, quanto di programmi.
Occorre introdurre nel programma di centrosinistra una serie di cambiamenti radicali in grado di aumentare a dismisura gli elementi legati alla meritocrazia, alla trasparenza, alla vera solidarietà e alla gestione veramente partecipata e controllata dei servizi pubblici locali. Insomma far capire a questi elettori che si vuole rovesciare come un calzino l’amministrazione comunale cercando di eliminare inefficienze, sprechi, intrallazzi, piccoli e grandi poteri consolidati.
Insomma la partita appare aperta. Vincerà chi farà sentire più vicino agli elettori il programma del comune a misura d’uomo. Cioè di un Comune che sta dalla parte dei cittadini e che governa con i cittadini e non solo per i cittadini.
Nella lotta fra i due diversi mood si inserisce anche la lotta per il programma più convincente. Diversi sono i temi che troveranno diversa declinazione fra i due schieramenti. A mio avviso però tre sono quelli importanti su cui cercare di formare un blocco sociale di sostegno attivo.
Il primo è quello legato al tema della tramvia e della riarticolazione della città. La tramvia, con il nuovo servizio in atto e con i tracciati che rompono la continuità della città in più punti nevralgici, offre nuove opportunità e nuovi vincoli al sistema urbano fiorentino. Si è parlato molto del paesaggio e della logica interna del nuovo sistema di trasporto. Si è parlato molto poco della nuova città che sta emergendo e della necessità di accompagnare, cittadini e soggetti economici territoriali, a districarsi e a costruire i nuovi pezzi della città.
Stanno emergendo nuove gerarchie urbane, nuovi punti di agglomerazione sociale commerciale, nuove amenità urbane e nuovi impedimenti. Insomma la città si sta modificando e ancora non sembra chiaro il piano di ricostruzione. Occorre che il nuovo Comune ridisegni un piano per la nuova città, dando modo ai cittadini e agli operatori commerciali e alle istituzioni locali di ritrovarsi come ruolo e di ritrovare una propria collocazione territoriale in linea con il nuovo modello di città. E’ una sfida importante per la nuova amministrazione. Sarebbe interessante che le forze politiche cominciassero a delineare una strategia di azione.
Il secondo tema è quello legato al nuovo welfare. La città è oramai socialmente disarticolata. Immigrati, nuove povertà, giovani coppie, anziani soli, disoccupati, persone con disabilità fisiche e psichiche, persone in difficoltà temporanea. Insomma la domanda di assistenza e di accompagnamento per uscire da una condizione difficile sono tante, diverse fra loro e crescenti.
Il welfare comunale, nato storicamente in una società più semplificata, ha bisogno di modificarsi anche in relazione alle nuove politiche di assistenza nazionali. Occorre ridisegnare un quadro credibile, sostenibile e rilegittimato sia rispetto a chi paga le tasse per sostenerlo sia rispetto a chi riceve l’aiuto. La trasparenza del sistema di aiuto, intesa sia come livelli e tipologia di assistenza sia come temporaneità del trattamento, è alla base di un nuovo sistema di welfare. Ed è alla base della tenuta sociale della solidarietà a livello della comunità locale.
Il terzo tema è quello legato all’ambiente, che poi diventa qualità dell’aria, gestione dei rifiuti, governo del ciclo dell’acqua, difesa dai rischi naturali e tenuta del verde pubblico e degli ecosistemi. Anche qui molte politiche vengono fatte e vengono gestite ad un livello fra i più avanzati nel panorama nazionale. Ma c’è da aumentare il grado di informazione e di consapevolezza sui singoli temi e da aumentare in maniera netta il livello di partecipazione dei cittadini. E non solo al controllo delle politiche ma anche, e sempre di più, alla gestione delle azioni per la sostenibilità locale.
Ci sono altri temi, fra cui avrà un ruolo politicamente sensibile, quello dell’ordine pubblico e della lotta alla microcriminalità. Su questi temi la comunità locale vincerà quando non ci saranno più forti differenze di approccio fra le due aree politiche in competizione. E si capirà che l’ideologia, sia quella di destra che quella di sinistra, sono spesso un impedimento alla risoluzione efficace del problema piuttosto che un contributo alla soluzione. Ma questa
è un’altra storia.