Firenze – “Ero al lavoro, ieri sera. Smontato dal turno mezzanotte ho visto partire gli ultimi tre aeroplani”. E poi, il vuoto: aeroporto di Peretola chiuso, senza voli, vuoto. Ad ora, chiuso fino al 25 marzo.
A parlare è Filippo Rinaldi, delegato dell’Usb, dipendente di Toscana Aeroporti Handling, lavoratore. Per lui, lo si capisce da come ne parla, quel “vuoto”, quell’aeroporto chiuso, è un colpo al cuore. “Fino a fine febbraio si stava parlando, fra noi operatori e con l’azienda, dell’ottimo risultato del mese e delle prospettive future”. Un’escalation velocissima, che rischia di mettere in ginocchio un migliaio di famiglie. E l’intero Paese.
“La situazione è veramente complicata, le ipotesi sono pocco rosee – dice ancora Rinaldi – siamo stati in video conferenza per ore con i vertici aziendali. Forse in estate si ripartirà, verso giugno-luglio, se l’Italia ce la facesse a vedere la fine della pandemia. Ma bisogna considerare la situazione anche degli altri Paesi, non solo europei, i voli, gli aerei hanno rotte internazionali, dirette o indirette che siano. Diciamo che, se saremo a posto, potrà ripartire qualche volo nazionale. Il traffico aereo “normale” ripartirà molto lentamente, forse in autunno. Si ripartirà a spizzichi e bocconi e prima di raggiungere i livelli del 2019, ottimo anno per Firenze, passerà del tempo”.
Da oggi dunque, i circa mille lavoratori dell’aeroporto fiorentino sono a casa, bruciando i residui delle ferie del 2019 e i permessi. Lunedì ci sarà un consiglio d’amministrazione straordinario. Martedì potrebbe partire la richiesta di cassa integrazione straordinaria, che investirà tutti i lvoratori per settimane. Poi, qualora e quando si ripartisse, lentamente, avverrà una modulazione fra ore di lavoro e Cis.
“Sottolineo che, mentre ci sono aziende che si sono comportate da veri squali con i lavoratori, a partire da licenziamenti collettivi che andavano contro le direttive del governo, da Toscana Aeroporti abbiamo ad oggi un atteggiamento che si potrebbe esemplificare nel principio: “Aspettiamo insieme che arrivino tempi migliori”, continua Rinaldi.
“Speriamo di avere benzina per reggere – conclude – ci sono lavoratori che andranno in grossa sofferenza, dai separati, ai single, ai part time. Chi va in sofferenza sono come al solito i soggetti più deboli, fra cui le donne sono in maggioranza. Chiediamo, se fosse possibile, un contributo per rinforzare la cassintegrazione”.
Intanto, l’aeroporto di Pisa rimane aperto, con presidi ridotti all’osso, in base alla richiesta dell’Enac, che ha chiesto alle Regioni di razionalizzare gli scali aperti.