Fiori ai defunti più cari, ma la tradizione regge: il crisantemo resta il “re”

Firenze – Aumentano i prezzi dei fiori, in particolare del crisantemo, a causa delle mutate condizioni climatiche che abbassano la produzione e anche il tempo inclemente potrebbe provocare una leggera flessione sulle vendite; tuttavia, la tradizione italiana dei fiori ai defunti per Ognissanti non viene scoraggiata. Secondo i calcoli della Coldiretti, sono infatti ben sette milioni gli italiani che acquistano piante e fiori in occasione della festività di Ognissanti per porgerli in dono ai propri defunti, in una ricorrenza che resta tra le più radicate della tradizione nazionale e che si dispiega in occasione del ponte del primo novembre dedicato da molti italiani alla visita ai cimiteri per onorare i propri cari.

” Quest’anno – informa la Coldiretti – le vendite dei fiori per la commemorazione dei defunti potrebbero risultare in leggera flessione rispetto all’anno passato, ostacolate negli ultimi giorni dall’avverso andamento climatico che ha investito l’Italia. Sul mercato dei fiori è previsto precisa la Coldirettiun aumento dei prezzi del 5% causato da una minore disponibilità di prodotto, determinata dalla difficoltà nella fioritura dei crisantemi, conseguenza delle elevate temperature e della forte luminosità delle ultime settimane. Da qui la generale riduzione delle quantità disponibili a livello nazionale”. 

Ed ecco il “prezziario” dei fiori recisi: si sta intorno  all’euro e mezzo fino ad arrivare a 8 euro per i fiori più grandi, mentre se si opta per i crisantemi in vaso o per un mazzo con più fiori, si arriva anche a 15 euro. Ed è il crisantemo a rimanere il “re” di novembre:  “Continua ad essere il dono preferito in occasione del 2 novembre come steli recisi e in vaso donati nelle diverse forme (pon pon, a dalia, a fiore grande, ad anemone, a margherita e spider) con uno o più fiori per stelo e – sottolinea la Coldiretti – nei diversi colori tradizionali (giallo, bianco, fucsia) ai quali si sono aggiunte varianti di tendenza che vanno dal vinaccia al viola fino al verde”.

La Coldiretti ricorda che “Il “fiore d’oro”, dal greco chrysòs (oro) e ànthemon (fiore), era già coltivato in Cina cinque secoli prima di Cristo, mentre in Europa si diffuse alla fine del 1700 in Francia, in Italia e in Inghilterra. E se nel nostro Paese il crisantemo ricorda soprattutto il giorno dei defunti, in Giappone è fiore nazionale, emblema araldico della famiglia imperiale e principale ornamento floreale utilizzato per la celebrazione delle nozze, mentre in molti Paesi è il simbolo di vita, forza d’animo e pace”.

 

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