Firenze – Anno Nuovo, ma la vita no. Nessun pandoro sullo stomaco delle grandi. E anche la fortuna non sembra aver cambiato inclinazioni. L’Inter vince col solito golletto e viene graziata di un rigore sacrosanto; la Juve continua a vincere senza dannarsi ma anche senza incantare; il Napoli fa lo stesso, anche senza i gol di Higuain. La sola Roma fa pari, ma questa volta ampiamente assolta per le numerose assenze (Pjanic, Nainggolan, Dzeko, De Rossi, Totti, Keita, Ucan, Castan, Iturbe appena ceduto e Salah che si è infortunato in corso partita. Mi verrebbe di aggiungere anche Szczesny, che però in campo c’era, anche se sui tre gol non se n’è accorto nessuno!). E poi la piacevole sorpresa della Viola, dominatrice per un tempo a Palermo e poi comunque vittoriosa nonostante qualche affanno di troppo. Dunque, si direbbe in gergo ciclistico, ci si avvia a chiudere il girone d’andata con il gruppo compatto e con una penultima giornata che di indicazioni nuove ne ha date ben poche.
I commenti degli esperti sono inclini all’euforia: bel campionato, imprevedibile, tutto può succedere, ci si diverte. E anche in noi resta l’impressione, tanto per parlare delle favoritissime, che la “crisi” della Roma non sia affatto risolta, che la rincorsa della Juve (che pur ha ripreso 14 punti in 8 partite alla Roma, considerata in partenza la favorita) non sia così inarrestabile, che l’Inter non sia imbattibile e soprattutto non sia ancora definita, che il Napoli abbia un grande attacco, ma forse anche qualche difettuccio dietro e soprattutto una personalità non straripante. “Nessuno è perfetto!”, per dirla con la battuta storica di Jack Lemmon in A qualcuno piace caldo. E proprio per questo c’è in corso un mercato di riparazione. La Roma migliorerà, anche se mi sembra vittima di una ricerca compulsiva di ali (El Shaarawi, Cerci), mentre fa acqua in difesa. La Juve forse, se non potrà arrivare a Gundogan, penserà solo a ritocchi marginali e in proiezione futura. L’Inter si rinforzerà davanti, e il Napoli a centrocampo e in difesa. Ma in quasi tutti i casi si tratterà solo di completare la rosa, non di cambiare la sostanza.
E cosa potrà fare la Fiorentina? Confesso che non riesco a prevedere nulla. Si è capito che Sousa punta su un solo schema di gioco (il suo 3-4-2-1) e che punta anche su una squadra di titolari pressoché inamovibili, ora comprensiva anche di Berna esterno destro. Si è anche capito che la rosa della squadra, già ridotta rispetto all’anno scorso (per ora ce ne siamo accorti poco perché gli astri hanno voluto portare ai giocatori finalmente un po’ di salute), non è giudicata adeguata. Sousa ha evidentemente bocciato Suarez, che infatti è in partenza, ma ha anche praticamente bocciato Mati Fernandez, che dall’inizio del campionato ha racimolato una sola presenza da titolare; sembra abbia bocciato Rebic (reo di non saper giocare da ala destra tornante, lui che è un attaccante sinistro); non ha mai neppure convocato Diakhaté e ha mostrato di servirsi ogni tanto di Pasqual, di Tomovic e di Babacar ma quasi con sussiego.
Per non dire di Rossi, che non per nulla se ne vuole andare, e per non dire di Balszczykowski, che ancora non si sa se è considerato un giocatore affidabile, anche al netto degli infortuni. Io resto dell’avviso che un tecnico serio e bravo faccia di tutto per valorizzare l’intera rosa che ha a disposizione, con il sacrosanto dovere di cambiare anche qualcosa del suo gioco per mettere i giocatori più a loro agio. Così fanno i tecnici vincenti in Italia. Tant’è vero che ci siamo appena liberati di Benitez, che presto ci libereremo anche di Garcia, come ci siamo liberati di Luis Enrique, di Zeman e di tutti quei “grandi” innovatori che s’intestardiscono a far giocare alla squadra un solo gioco contro ogni buonsenso. In Italia non funziona, e ora comincia a funzionare poco anche all’estero, con la sola eccezione del Barça (che pure qualcosa ha cambiato, se ora gioca con tre punte e fino a pochi anni fa affiancava davanti Fabregas a Messi). Lo dico non per polemica, ma perché mi chiedo come faremo a rinforzare la squadra se dobbiamo colmare delle lacune difensive e a centrocampo, e questo lo si sapeva, e se insieme dobbiamo anche sostituire giocatori che sono (mi permetto a ragion veduta la parolona) dei campioni, anche se considerati inutilizzabili. Per sostituire Suarez, che ora possiamo solo dare in prestito per non svalutarlo troppo, dovremmo prendere un giocatore da 10 milioni (ricordo che la sua valutazione sul mercato a agosto era di 15), e così per sostituire degnamente il neocampione d’America Mati Fernandez. E anche Rossi va sostituito adeguatamente, come minimo da Ocampos. Io lo dico da sempre: non sono d’accordo su questa rivoluzione radicale che va a sconvolgere, e senza necessità, il nostro reparto più forte che è il centrocampo. Ribadisco che avere questo Badelj, il Vecino che ora ci invidia mezza Europa, Borja Valero, Ilicic e in più due campioni come Suarez e Mati sarebbe l’orgoglio di qualsiasi società da Champions. Noi invece siamo per disfare.
Il secondo tempo di Palermo mi ha freddato ogni entusiasmo. C’era da controllare una partita stravinta contro un avversario quasi inesistente. Bastava tener palla. Ma invece di mettere in campo i nostri giocolieri che riescono a non far veder palla neanche ai centrocampisti della Juve, abbiamo lambiccato sostituzioni improbabili: Tomovic al posto di Ilicic, Kuba a sinistra e poi centravanti, Pasqual a correre anche lui sulle fasce tanto per aumentare la voragine in mezzo, dove continuavano a soffrire i nostri soliti tre eroi che non riuscivano a tenere più un pallone! Lo stesso che abbiamo fatto a Torino contro il Torino e che abbiamo testardamente ripetuto contro la Juve, questa volta almeno con un po’ più di fortuna.
Il mio rammarico è grande, perché io ci credo davvero che la Fiorentina possa approfittare di questo anno straordinariamente anomalo. Ma se la si deve reinventare tutta ora a gennaio, quando invece basterebbe un atto di umiltà da parte del tecnico, che almeno una mezza partita la facesse giocare con un classico 4-3-3 o con un ancora più sicuro 3-5-2…E alla fine mi viene sempre il solito cattivo pensiero: e se qualcuno “lassù” non volesse vincere? Quello che sta succedendo quest’anno alla Fiorentina, per come la vedo io, è compendiabile con una similitudine: è come se la Ferrari, finalmente in testa a due giri dal vincere un Gran Premio, si fermasse ai box a cambiare le gomme. Come se fosse preferibile realizzare il giro più veloce che vincere…