Firenze – Buona la prima? Sì, con riserva. Buona perché abbiamo vinto, e con merito, contro una squadra che si presenta in campionato con ambizioni europee; meno buona perché il gioco è stato tutt’altro che soddisfacente, e non soltanto dal punto di vista estetico.
Parliamo allora di gioco, dopo aver premesso il seguente giudizio che vorrò dimostrare obiettivo e che è condizione per tutte le altre valutazioni: quest’anno la Fiorentina è forte in tutti i reparti e soprattutto nel parco giocatori a disposizione, con l’inestimabile vantaggio di partire con la rosa pressoché intatta rispetto allo scorso campionato e con lo stesso allenatore.
La squadra titolare della Viola è di assoluto valore. Un portiere giovane, Dragowski, che anche ieri ha dimostrato di meritare fiducia. Una difesa (Milenkovic, Pezzella, Caceres) che ha esperienza, meccanismi oliati e tanta classe. Un centrocampo che rivaleggia con le grandi e che ha il solo problema dell’eccedenza: Borja Valero, Pulgar, Amrabat, Bonaventura, Castrovilli, Duncan…ce n’è per tutti i gusti!
Giocatori che sono stati o sono titolari nelle loro rispettive nazionali (ricordiamoci che appena due anni fa Pulgar è stato giudicato il miglior giocatore della Coppa America). Due esterni, Biraghi e Chiesa, che sono gli esterni della Nazionale italiana. Tre attaccanti giovani e promettenti (Vlahovic, Kouamé e Cutrone), anche loro selezionati dalle rispettive nazionali, che si alternano accanto a un fuoriclasse come Ribery.
Venuti, Ceccherini, Igor, Lirola, Terracciano a completare la rosa. Spero siate d’accordo che con questi giocatori parlare di salvezza è un insulto all’intelligenza. La Fiorentina non è inferiore all’Atalanta e forse neppure alla Lazio, al Milan e al Napoli. Ora però veniamo a parlare del tecnico e del gioco. Sin dall’inizio del campionato scorso sembrò giocoforza adottare una difesa a tre, perché la coppia centrale Milenkovic-Pezzella, con due terzini come Lirola e Dalbert, era in chiara sofferenza.
I due sono ottimi giocatori (se non lo fossero, non avrebbero il mercato che hanno), ma non sono perfettamente assortiti. Sono due giocatori dai piedi buoni, con attitudini da registi difensivi e con qualità assoluta nell’attitudine a collaborare al gioco di centrocampo e d’attacco. Tutt’e due soffrono però la velocità degli attaccanti avversari e giocano meglio sulla posizione che non sull’anticipo e il tackle (troppi i falli e i cartellini gialli).
Non riterrei uno scandalo la cessione di Milenkovic al Milan (la coppia Milenkovic-Romagnoli sarebbe perfetta) tenendo Ceccherini, che anche ieri non è dispiaciuto, e comprando uno “stopper” veloce e più incontrista (suggerirei Cistana, ma anche Ogbonna, o Papastatopoulos) e vedendo di valorizzare Igor, che ricordo ottimo alla Spal (tra l’altro con il pregio di essere l’unico di piede sinistro).
E questo perché il centrocampo di quest’anno mostra di essere duttile, di saper tener palla e lanciare di prima, di saper proteggere la difesa molto meglio e più fisicamente di quello dello scorso campionato. C’è Amrabat al posto di Badelj, ci sono in più Bonaventura e Borja Valero che in quanto a tecnica e padronanza del palleggio sono veri campioni. Ora è vero che alcuni sono convalescenti e altri fuori per squalifica o in forma non ottimale.
Ma ieri io ho visto per un’ora la Fiorentina “accatastare” sulla fascia sinistra a pestarsi i piedi Biraghi, Ribery e Castrovilli con un solo giocatore in area ad aspettare i cross, e con Chiesa e Bonaventura dall’altra parte anche loro ad allargare la squadra e ad aspettare il cambio di gioco, ma stazionando sempre sulla fascia. Poco giro palla, pochi inserimenti e tagli, troppi personalismi prevedibili.
Ed è vero che le occasioni della Fiorentina sono praticamente tutte venute sull’asse Biraghi-Kouamé e (seppur assai meno, eccetto il gol) da Chiesa e Bonaventura a destra; ma allora a che serve avere uno dei migliori e più completi centrocampi del campionato? Diciamo le cose come stanno e cerchiamo di interpretarle: ieri, uscito Ribery, che è stato sempre largo e lontano dall’area, finalmente Castrovilli si è alzato di venti metri ed è venuta l’azione del gol, ma perché in area non c’era il solo Kouamé.
Qualcuno commenta che Iachini ha indovinato i cambi vincendo la partita, come spesso ha fatto lo scorso campionato, con tutti attaccanti nell’ultimo quarto. Ma ancora una volta: a cosa serve il sontuoso centrocampo che abbiamo se si deve vincere con quattro attaccanti e soltanto allargando il gioco? Io spero che ci si accorga presto di questa stortura, che potrebbe finire per costare una grande occasione persa.
Fossilizzarsi sullo schema “vincente” e contentarsi sempre di risicare il risultato è quanto di più deludente possa fare la Fiorentina quest’anno. Bisogna osare e passare a un gioco che vada più per le vie centrali e che favorisca il palleggio e l’imbucata. Più rischioso? Certo, ma anche più remunerativo per l’autostima dei giocatori e per lo spettacolo. Provare un 3-4-2-1, ma anche un 4-4-2 o un 4-3-3. I giocatori ci sono per tutte le stagioni. Temo non ci sia il tecnico.
Foto: German Pezzella