Fiorentina: finalmente buone notizie, ma restano dubbi sul gioco

Firenze – Cominciamo dalle buone notizie. Ottime le prime di Sanchez e Milic! È vero che non sono pivellini, ma vederli giocare con quella disinvoltura e con quella sicurezza quasi arrogante, ci ha riempito gli occhi. Milic appare molto concentrato, senza fronzoli e con un’attenzione sempre desta a guardare dove sono gli altri (l’unica distrazione che gli ha fatto sbagliare un facile stop sulla linea del fallo laterale, è perché stava guardando il piazzamento dei compagni).

Sanchez sembra molto più tecnico di come ce lo avevano presentato, e ieri si è dimostrato un mix di esplosività, di opportunismo e anche di presenza tattica. Bene! Le note meno liete vengono invece dal gioco. Ancora incerto, velleitario, dispendioso sul piano fisico, poco rassicurante per quel che riguarda l’equilibrio tattico. Ormai Sousa (e non avevamo dubbi) è devoto al suo credo: 3-4-2-1, senza se e senza ma. Avevo previsto e scritto a più riprese che questo schema avrebbe comportato un’autentica rivoluzione nelle gerarchie e nella rosa della squadra.

In questo mese si è capito che Mati non serve (ma si era capito anche l’anno scorso), anche se non si è capito perché deve essere umiliato come lo è stato nelle scelte delle prime due partite di campionato: con Chiesa al suo posto contro la Juve e ieri con Berna che subentrava a Sanchez mentre lui si stava riscaldando…Anche Badelj è di troppo. Il gioco di Sousa non ammette centrocampista centrale, e lui è quello. Non è un mediano da corsa e rincorsa, è un giocatore che fa della posizione e della testa alta a dare i tempi di gioco le sue prerogative principali. Oltretutto non vuole rinnovare il contratto (e fa bene!), e dunque credo proprio sia all’ultima partita con la Viola. Queste notizie non sono buone per me, che credevo in un gioco diverso per la Fiorentina; e non lo credevo in astratto, ma per come comparativamente un altro gioco, quando è stato giocato, è risultato migliore e senz’altro più consono alle qualità dei suoi protagonisti. Ma è indubbio che, per chi “crede” nel gioco di Sousa, queste sono invece buone notizie.

Che cosa dobbiamo allora aspettarci dal mercato in questi ultimi tre giorni? Jovetic sembra affare fatto, e sicuramente non sarà l’acquisto che farà tornare il tecnico alla famosa decisione concordata con Corvino di giocare il 4-3-3. Allo stato attuale delle cose, Jo Jo può essere un’alternativa a Ilicic, o addirittura all’altro centrocampista avanzato. Ieri, com’è entrato Berna al posto di Sanchez, con Borja retrocesso a mediano, può benissimo giocare in quel ruolo Jo Jo. Ma, secondo me, non è questo il giocatore che può consolidare il piano tattico di Sousa.

Perché il lato debole resta quello di destra: Tello, che continuo a stimare poco in assoluto, dura sì e no un quarto d’ora ed è tatticamente inutilizzabile; il terzino destro continua a non esserci (sennò Diks avrebbe fatto la sua comparsa, come l’ha fatta Milic); e allora l’unica variante sarà impiegare Berna in quel ruolo non suo, tra tornante e terzino; con quello che ne penso… E poi Borja. Non si creda che possa giocare da mediano. Il suo ruolo può essere quello di centrocampista avanzato, di cursore a tutto campo, ma guai credere (e l’anno scorso l’equivoco fu pagato caro in molte occasioni) che possa “tamponare” a centrocampo con accanto il solo Vecino o chi per lui. Questo ci riporta al problema della difesa. La difesa è debole, ma non perché sono deboli i singoli e dovremmo acquistare chissacchì. La difesa del Sassuolo, per esempio, non è superiore a quella della Viola in quanto a singoli, ma è più protetta dal centrocampo, e gioca sempre in un contesto in cui i reparti sono più ravvicinati. Se i tre della difesa saranno lasciati senza la protezione adeguata, la difesa, come sistema difensivo, sarà il nostro quesito insolubile.

Mi sembra incredibile che nessuno abbia osservato quanti problemi crea, soprattutto in Italia, il tipo di centrocampo che viene schierato sia nel gioco di Sousa sia nei 4-3-3 e nei 4-2-3-1. Troppi giocatori davanti alla linea del pallone, che devono affannosamente rincorrere quando la palla è persa, troppo “vuoto” in mezzo. Qualcuno si chiedeva chi doveva marcare Khedira nella partita di Torino quando Khedira si inseriva. La risposta la dà automaticamente lo schema adottato: nessuno! Perché su Khedira, visto che Badelj (finché ha avuto fiato) e Vecino erano a far pressing sui costruttori di gioco, ci doveva essere Chiesa, o Ilicic in ripiegamento…Anche un bambino capisce l’assurdo di una “difesa” di questo genere. De Boer l’ha sperimentata con l’Inter alla prima di campionato (da buon straniero che non conosce il calcio italiano, ha giocato pari pari come Sousa) ed è stato surclassato dal Chievo. Alla seconda è corso ai ripari, inventando  Banega centrale davanti alla difesa…

Come vedete, il calcio, per quel che riguarda gli schemi, è matematica. A Napoli, per ovviare all’assurdo del centrocampo “a due” di Benitez, hanno rispolverato Jorginho levando una punta. E la squadra è risultata subito più equilibrata e più forte. Mi si dirà che però il gioco di Sousa (come quello di Benitez o di De Boer) è più offensivo e diverte di più. Per la prima affermazione ci sono contro evidenze oggettive che riguardano la Viola: la squadra sarà anche più offensiva, per come è disposta in campo, ma non tira mai e stenta a far scorrere un’azione lineare d’attacco che è una. Anche ieri, come con la Juve, ha segnato solo su calcio d’angolo, e nella prima mezz’ora non ha sortito un tiro verso la porta! Il divertimento, invece, è un fatto soggettivo. In un bel libro su La scienza del piacere, Paul Bloom ci spiega, teorie biologiche evoluzioniste alla mano, come fanno a divertirsi tanto i masochisti. È una lettura che consiglio caldamente ai tifosi della Fiorentina.

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