Fiorentina e misteri, a che gioco si gioca?

Firenze – E questa volta bisogna preoccuparsi davvero. In cinque giorni la Fiorentina ha buttato Coppa Italia e piazzamento Champions. Ne restano altri quattro per dilapidare anche una meritata fama che la squadra si è fatta in due anni di ottime prestazioni in campo internazionale. Una Concordia! Con lo Schettino di turno che ha le sue responsabilità. Non dico che Montella ieri abbia sbagliato squadra dall’inizio, perché a me non era dispiaciuto il fatto di aver spiazzato il tetragono e poco fantasioso Benitez con tre finte punte che facevano massa a centrocampo, non dando punti di riferimento in attacco, creando superiorità numerica in ogni zona del campo. Ma qualche schema d’attacco doveva pur essere preparato. Ilicic, di nuovo capro espiatorio, da sempre mostra di non sapersi adattare a ruoli non suoi. Galleggiava senza meta e senza posizione tra centrocampo e attacco, un po’ mezzala e poi improbabile centravanti. Ma si sa che non si adatta a ingolfarsi negli affollamenti. E allora non si capisce perché il turn over non abbia premiato Diamanti, che è più attaccante e che tra l’altro giovedì non ci sarà di sicuro. E poi quello strano ripetere la coppia Vargas-Ilicic in attacco come nella finale di Coppa Italia lo scorso anno. Evidentemente Montella li vede bene contro il Napoli. Solo che allora erano gli unici due giocatori papabili, con gli altri infortunati e squalificati; ieri invece sono stati scelti tra almeno altre tre opzioni.

Risultato: tre gol presi l’anno scorso, tre gol (che potevano essere cinque) presi quest’anno! E meno male che l’esperienza insegna! Va bene, dunque, non dare punti di riferimento a una difesa debole e poco plastica come quella del Napoli, ma un giorno o l’altro bisognerà anche decidersi a mettere in campo una squadra che tira in porta. Quel tiro in porta non viene, né con le punte né con le finte punte, perché non ci sono schemi collaudati e non ci sono giocate in velocità (quando ci sono, soffrono di approssimazione e di tecnica o di intesa insufficienti nell’ultimo passaggio). E allora mi chiedo cosa si sia comprato a fare Gilardino. Non mi si dirà che è peggio di Gomez, anche al 50% della condizione. Quella di Gila sarebbe stata una scelta coerente se era vero che Babacar, senza quell’ennesimo strano infortunio, avrebbe preso il posto di Mario. Ma di cose strane se ne verificano tante, e tutte relative alle scelte in attacco. Marin che se ne va incredulo da Firenze, convinto di avere avuto un ottimo rapporto con Montella, fiero anche di aver segnato due reti in quattro presenze, ma alla fine scaricato senza appello. Gila che arriva con la carica del vendicatore (e con un pedigree da grande) e gioca sì e no un quarto d’ora ogni tanto. E soprattutto Toni che se ne va perché non adatto al tipo di gioco di Montella e arriva Gomez che ne è la fotocopia, ahimé, parecchio sfocata! Ma quello che più mi brucia è che una volta, per caso, vanno in campo Babacar, Salah e Diamanti, giocano la miglior partita della Fiorentina in fase offensiva, ma poi non si rivedono più insieme! Misteri.

Ovviamente non stiamo parlando di un naufragio assoluto della Fiorentina. Il piazzamento in Europa League è assicurato, e sono pronto anche a scommettere che alla fine la Viola arriverà quarta, davanti a Napoli e Samp. E dunque anche non vincendo in Europa, la Fiorentina salverebbe la stagione. Ma quello che più mi preoccupa, anche in prospettiva, è il venir meno delle sicurezze che la squadra aveva via via acquisito. La difesa è stata forte per metà campionato, e poi è scomparsa. Si sapeva che manca di un giocatore molto veloce che sappia rimediare ai rischi che la Fiorentina corre sempre quando perde palla. Ma nessuno si aspettava questa perdurante crisi di Tomovic e Savic, questa assoluta inettitudine di Richards a capire cosa deve fare; e soprattutto non sembra salutare la costante incertezza tra difesa a tre, che sembrava dare più garanzie, e difesa a quattro. A centrocampo, si sapeva che Montella aveva previsto un calo dei “giocolieri”, quest’anno davvero poco incisivi, e aveva tentato di rimediare con giocatori più fisici. Ma il problema sembra ora che poi chiede a Kurtic di giocare come Mati Fernandez, e non cambia l’interpretazione degli schemi come si dovrebbe convenire a giocatori di quella stazza e di quelle caratteristiche. Insomma, alla vigilia degli incontri decisivi dell’annata, la Fiorentina sembra aver perduto la sua identità (o sembra indecisa su quale identità puntare, visto che Montella era stato bravo e duttile a proporne diverse). Non sa come giocare; imposta la partita in un certo modo, magari correttamente come ieri, prende un gol e si perde, perché non sa cambiare passo, non sa trovare cattiveria, non conosce quei disperati arrembaggi che ogni tanto fanno la forza delle squadre vere, e continua a passare palla indietro, senza un’idea.

Giovedì la sentenza. La Fiorentina sarà costretta dalla squalifica di Basanta a giocare a quattro dietro, che saranno Tomovic, Savic, Gonzalo e Alonso davanti a Neto. A centrocampo ci sarà Mati, di sicuro con Pizarro e Badelj (l’unico che merita una prova d’appello). Davanti Joaquin, Salah e … Gomez, se non guarisce Babacar. Cioè, nessuno. Anzi, meno di nessuno. Perché un nessuno non ci avrebbe fatto perdere tempo e partite fino a oggi. Che Dio ci assista!

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