Firenze – Siamo spettatori di un calcio in cui il Presidente della Lega Dilettanti si permette di dire, del calcio femminile, “basta con queste quattro lesbiche!”; in cui il Presidente della Federazione dice impunemente (e poi disdice, come si fa in Italia) che nelle squadre italiane “fanno da titolari quelli che prima mangiavano le banane”; in cui Lotito, in un ruolo istituzionale, sentenzia che “Beretta conta zero e che il Carpi e il Frosinone in serie A sono la rovina!”.
Come se nulla fosse! Siamo anche il paese che ferma le partite perché lo vogliono gli ultras, che vede costantemente le società sportive (meno, non a caso, la Juve!) prone di fronte alle bizze e agli estri dei tifosi, che asseconda volgarità e maleducazione a tutti i livelli (ci metto anche quel labiale inconfondibile del tecnico della nostra Nazionale, quando ha incitato i giocatori a “picchiare perché tanto l’arbitro non fischia!”). In questo calcio, c’è un signore che si chiama Vincenzo Montella, che non arringa mai le folle, che non si prende un merito, che rispetta la società che lo paga e rispetta anche il mandato secondo quello che gli è stato chiesto (dando anche di più), che si fa carico di responsabilità anche quando non sono sue, che è sempre disposto a parlare di calcio giocato e ironizza, con squisita leggerezza, sui rigori non dati e i torti arbitrali (fu epico il commento allo scippo della Champions che il Milan perpetrò alla Fiorentina due anni fa con le semplici parole, proferite con il sorriso sulle labbra, “abbiamo perso ai rigori!”).
Questo signore, oggi, si dovrebbe inchinare a un manipolo di tifosi irresponsabili ai quali ha semplicemente detto che una squadra si può benissimo fischiare, ma non si deride e non si dileggia, soprattutto quando non è certo una squadra “fallita” e ha ancora obiettivi da raggiungere. Esattamente quello che avevo scritto a caldo l’indomani della débacle contro il Siviglia. Continuo a stare dalla parte di Montella, e ritengo vergognoso il comportamento della società, che non lo ha difeso e non ha rincarato la dose come doveva. Il tecnico Montella, così come il Presidente di una Società di calcio, ha tutto il diritto di richiamare i tifosi e gli sportivi in genere a commisurarsi con le possibilità e i limiti di una squadra e di un progetto. Il Borussia Dortmund, in un paese ben altrimenti civile, è stato in zona retrocessione per tutto il girone d’andata, e ha fallito tutti gli obiettivi minimali preposti. Non c’è stata mai contestazione da parte del suo pubblico; solo un richiamo composto a parlare e a spiegare alla curva alla fine dell’ennesima partita casalinga andata male, senza offese e senza violenze, né fisiche né verbali. Fuori d’Italia in questo periodo squadre ben più blasonate della Viola, come il Bayern o il Real Madrid, stanno perdendo partite su partite (il Bayern tre di fila di cui due in casa) perché stanno giocando troppo e con impegni troppo pressanti dal punto di vista psicofisico. Si parla di quello che si potrebbe fare per migliorare, si parla anche di cambiare allenatore (vedi Real Madrid), ma in genere si cerca di farlo a freddo, dopo aver valutato tutti i pro e i contro, e soprattutto dopo aver deciso con quale impegno si intende perseguire il progetto della società; quel progetto che il Real e gli altri hanno chiaro, ma che a Firenze è sempre stato un simulacro, un qualcosa di astratto e aleatorio, che la nostra dirigenza ha preferito far “spiegare” al colto e all’inclita da un Corvino o da un Cognigni. Oggi che glielo spiega un Montella, forse hanno paura di far vedere che il re è nudo!
Rimando i commenti tecnici e il mio parere su quello che si dovrebbe fare per la Fiorentina a fine campionato. Ma le prossime due partite non mi possono far mutare una sentenza che dunque anticipo: il pubblico di Firenze aveva, grazie a quel signore che allena la squadra, l’occasione per essere moralmente esemplare in un calcio italiano che ne ha davvero bisogno. Ma l’arroganza e l’incultura sportiva gli stanno facendo perdere una grande occasione. Con quel che segue se quel signore, legittimamente adontato, ci lascia orfani…