Fine vita/2: “Ora è urgente una legge statale”

Capirossi (Pd): definite le procedure per attuare la sentenza della Consulta

A proposito della legge sul “Fine vita” recentemente approvata dalla Regione Toscana  del dibattito che la ha accompagnata abbiamo intervistato la Consigliera regionale  Fiammetta Capirossi  componente della Prima Commissione (Affari istituzionali)

 Questa legge regionale nasce da una proposta di iniziativa popolare a cui il Consiglio ha apportato emendamenti. Quali?

L’istituto della partecipazione popolare è uno strumento di alta democrazia ma molto poco utilizzato. A supporto di questa proposta sono state raccolte oltre 10.000 firme di cittadine e cittadini che, come la Corte, stanno dicendo alla politica, che il percorso deve essere legiferato e la regione Toscana non si è tirata indietro. La proposta di iniziativa popolare dell’associazione Coscioni è la 5^ che è stata portata all’attenzione dell’assemblea legislativa regionale, solo la quinta ed è la prima ad essere approvata. La proposta è giunta in Commissione Sanità e Politiche Sociali presieduta da Enrico Sostegni e lì ha iniziato un percorso di ascolto e confronto che è durato settimane. Il testo che è uscito dall’Aula è frutto di questo confronto. Sono stati delineati con maggiore chiarezza – escludendo ogni elemento di discrezionalità – i passaggi tecnici finalizzati ad attuare quanto disposto dalla Corte Costituzionale, per far sì che ogni Asl abbia una unica procedura codificata e tempi certi nei confronti del richiedente. Ricordo che il cittadino capace di intendere e di volere, che presenta l’istanza, può interrompere l’iter in qualsiasi momento.

 La legge prevede che per l’applicazione della legge le Usl formino una Commissione. Con quali compiti?

La Commissione multidisciplinare permanente è una ulteriore garanzia di presa in carico e di accompagnamento a 360° al richiedente, che prevede una piena consapevolezza ed una alta determinazione a presentare l’istanza. La Commissione verifica la sussistenza dei requisiti per l’accesso al suicidio medicalmente assistito e definisce le modalità di attuazione. E’ composta da: un medico palliativista, un medico psichiatra, un medico anestesista, uno psicologo, un medico legale e un infermiere. Integrata di volta in volta dal medico specialista nella patologia di cui è affetto il richiedente del trattamento. Questi professionisti altamente specializzati sono individuati su base volontaria tra il personale dipendente Asl o, se non disponibili, di altre aziende del servizio sanitario regionale

In sostanza l’interessato, o suo delegato, presenta l’istanza corredata di tutti i documenti del caso e li consegna alla propria Asl di appartenenza. Questa li trasmette celermente alla Commissione che inizia l’iter che si deve concludere in circa 30 giorni. Quindi la Commissione verifica: a) che il richiedente sia stato informato sul percorso delle cure palliative; sul suo diritto a rifiutare o revocare il consenso a qualsiasi trattamento sanitario, anche se vitale; sulla possibilità di ricorrere a sedazione palliativa profonda continua; b) che sia fermamente intenzionato a procedere col suicidio medicalmente assistito; c) il possesso dei requisiti esaminando i documenti allegati all’istanza ed eventualmente chiedere integrazioni. Quindi invia il tutto al Comitato che deve fornire il parere sugli aspetti prettamente etici del singolo caso. Infine la Commissione redige la relazione finale attestante il percorso eseguito e l’esito finale, che in caso positivo, contiene anche le modalità.

Ci sono requisiti ben definiti nella sentenza della Corte Costituzionale del 2019 per il richiedente e sono: a) che abbia una patologia irreversibile, b) che sia tenuto in vita da trattamenti vitali, c) che nonostante tutto abbia immani sofferenze, d) che sia capace di intendere e di volere. Quest’ultimo punto, l’autodeterminazione, è in effetti quello fondamentale che consente al paziente di iniziare l’iter.

 Ma in questa materia la competenza è dello Stato. Perché, allora, la legge regionale?

Come ho più volte detto la sentenza della Corte è del 2019 e da allora diversi governi e di maggioranze variopinte, si sono girati dall’altra parte, noi no. Non è che la problematica, non legiferando a livello nazionale, non ci fosse, c’era eccome. Per questo motivo è partita la raccolta firme ed a seguire la proposta di legge popolare dell’associazione Coscioni, i cittadini a volte ci dimostrano di quanto sia lenta la macchina legislativa e di quanto siano più avanti e più determinati loro. Dal canto nostro siamo ben coscienti della necessità di una legge statale. Abbiamo anche approvato uno specifico ordine del giorno che invita il Governo a provvedere. Noi ci siamo limitati a definire le procedure per dare attuazione a quanto già previsto nella sentenza della Corte, per far sì che il procedimento sia lo stesso nelle tre Asl e in tempi congrui. L’art. 2 della legge approvata in aula, al comma 1, cita “fino all’entrata in vigore della legge statale” più chiaro di così. Noi non ci siamo girati dall’altra parte, vediamo se prima o poi arriva la legge nazionale.

 Quindi la Toscana, ancora una volta, battistrada sui tempi attinenti ai diritti civili?

La Toscana spesso precorre i tempi sui diritti civili. Dai banchi dell’opposizione ci hanno accusato di fare un “mortificio” non è assolutamente così! Abbiamo solo codificato, da un punto di vista tecnico, la sentenza della Corte.  Figuriamoci se la Toscana che è stato il primo stato al mondo ad abolire la pena di morte nel lontano 30.11.1786 se si vuol guadagnare tale appellativo. La Toscana sempre sul podio nazionale per le prestazioni sanitarie, mette da sempre il cittadino al centro. Lo accompagna dal momento della nascita, che deve essere in sicurezza, alla fase della crescita, al momento che può arrivare di fragilità dovuta a patologia, alla fase della cura, ma laddove la scienza non dà altre possibilità di speranza per la propria vita dignitosa, è giusto riconoscere il diritto a un fine vita accompagnato, in sicurezza, in una struttura protetta e totalmente gratuito, essendo stato inserito negli extra lea. 

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