Il 18 luglio se non si presenterà nessun privato all’assemblea dei soci, il Campovolo potrebbe concludere la sua storia e quello che ha rappresentato per la città, nello sviluppo e nella cultura. Sfruttato per tutte le necessità a cui ha risposto durante i decenni delle guerre, è stato fino ad oggi utilizzato a scopo principalmente commerciale e diportistico. Si tratta di un aeroporto poco sfruttato nonostante le potenzialità offerte dalla posizione ottimale per le tratte commerciali, che però privilegiano altri scali per terminare poi le tratte con trasporti su gomma fino alla città, per le attività sportive che si svolgono e che si potrebbero svolgere in un area dal grande valore storico e culturale. Non è veramente possibile mantenere l’area ed investire su di essa? Sia dal punto di vista delle attività imprenditoriali (trasporti) che delle attività sportive e ludiche (paracadutismo, esercitazioni di volo, Festareggio) può diventare più conveniente e funzionale che trasformare l’area in nuovi quartieri?
Se non si presenterà un’iniziativa da parte di privati entro il 18 luglio, l’Enac revocherà la concessione all’aeroporto e la società sarà messa in liquidazione.
Sull’area verte un diverbio tra i soci pubblici e quelli privati. Il Pd reggiano ha affittato l’area per Festareggio, spazi consistenti per soli 3.000 euro, quando la valutazione di mercato per quelle aree con tale possibilità di accogliere iniziative economiche sarebbe stimata in 35.000 euro, dieci volte tanto. Penderebbe sul campo libero dell’area il progetto di rinfoltimento del bosco (il cosiddetto “bosco urbano”) sostenuto da una raccolta firme che ha già incassato 7000 adesioni raccolte da Legambiente.
In questa situazione i privati, cioè i soggetti maggiormente sfruttano l’impianto, non hanno sufficienti garanzie per poter lavorare in autonomia facendo fruttare gli investimenti fatti. Chiedono maggiori garanzie e libertà per sfruttare e valorizzare al meglio l’area. Questo potrebbe essere assicurato dal riequilibrio dei Patti Parasociali della Società Aeroporto con cui i soci pubblici, Comune, Provincia e Camera di Commercio, che detengono il 90% delle quote della società aeroporto, si impegnino a concertare con i privati le condizioni affinché l’aeroporto possa proseguire con le sue attività, mantenendo l’impianto in grado di reggersi in piedi da solo come impresa, avendo cura dell’area e valorizzandola. Ciò sarebbe possibile se fossero adeguati i compensi in base alle stime fatte sul valore degli affitti dei terreni.
Questo è un impianto storico per Reggio Emilia e rischia di diventare altro terreno per la cementificazione. I Comuni sono sempre più indebitati e rendere edificabili lotti di terreno è uno dei modi più facili per recuperare risorse. Da tempo si parla di un nuovo centro commerciale che dovrebbe sorgere nell’area.
La concertazione sul destino dell’aeroporto per ora rimane un dialogo chiuso ai proprietari di quei terreni, mentre i privati che fanno vivere quell’area e la collettività rimangono fuori, con poche probabilità di avere voce in capitolo.