Filosofia: le sfide dell’AI riaprono il conflitto tra scientisti e naturalisti

Mario De Caro: morale e coscienza sono categorie diverse, non dimostrabili

Temi impegnativi per la quattro giorni pistoiese che tra il 25 gennaio e il 25 aprile 2024  (25 gennaio, 29 febbraio,  28 marzo, 25 aprile) sviscererà una delle questioni filosofiche oggi tra le più dibattute: l’incontro-scontro tra, come recita appunto il titolo, “Scienza, filosofia della mente e religione”. Incontri, organizzati dalla Fondazione Francis Bacon, che si  terranno tutti, ognuno alle 18, nell’Aula magna del Seminario vescovile. Apre, giovedì 25 gennaio, il docente di filosofia morale a Roma Tre, visiting professor alla Tufts University e presidente della società italiana di filosofia morale, Mario De Caro, con un intervento su “Naturalismo contemporaneo e credenze religiose”. Tra due posizioni opposte di chi spiega tutto con la scienza e chi le sottrae le caratteristiche umane più importanti,  più una terza teoria mediana cui De Caro sente di appartenere, per cui  “caratteristiche  come coscienza, morale, libertà , libero arbitrio non si devono spiegare con la scienza ma neanche contro la scienza”.

La natura – e più in particolare la natura umana – sembra essere tornata oggi al centro del dibattito pubblico. Chi e che cosa siamo noi? Un piccolo pezzo di natura? E se questa natura è  senza fine che ci facciamo lì dentro? E cosa significa naturalità in un mondo dove ci sono cento modi di intenderla? E cosa significa scienza? Quella che in questo momento sembra pervadere il nostro mondo e fare rapidamente giganteschi passi in avanti tanto da potere  creare un’intelligenza come la AI che simula l’uomo e di fronte a cui chi strepita di paura e chi di entusiasmo. Barricandosi comunque in ambedue i casi dentro questioni spesso apodittiche e prive di medianita’ tra le magnifiche sorti e progressive  e l’apocalittico rischio della distruzione dell’umanità.

Come, sempre per restare in termini di attualità, in un mondo sempre più preoccupato dell’ambiente , naturalismo potrebbe anche sembrare una difesa della natura violata dagli uomini. Ma non di questo si tratta nel dibattito pistoiese e nel suo esordio con De Caro. È  piuttosto una discussione tra le principali e più dibattute tendenze della filosofia contemporanea, dove  il naturalismo auspica nelle sue versioni più radicali, di rimpiazzare la filosofia con la scienza e, nelle sue versioni più moderate, l’integrazione della prima con la seconda. Comunque una riflessione, quella si’ odierna,  sul ruolo e l’unicità della coscienza umana e del  libero arbitrio e le potenzialità, straripanti ma  diverse, della scienza.  

Spiega De Caro:  “ Il naturalismo consiste in una famiglia di convinzioni, anche diverse tra di loro, per cui non  dobbiamo accettare spiegazioni o interventi che violino le leggi di natura e si deve credere solo a ciò che la scienza può spiegare, tutto il resto è fuori. Il naturalismo scientifico è  una visione della realtà per cui tutte le spiegazioni o sono riducibili alle spiegazioni  scientifiche o non sono”. È comunque, spiega De Caro, la versione estremistica. Perché esiste, pur in seno alla medesima corrente, anche una sotto categoria “più prudente che ha Chomsky tra i suoi più autorevoli sostenitori, che pur teorizzando che esiste solo ciò che è scientificamente dimostrabile, sostiene anche che certe categorie che attualmente non lo sono, come il libero arbitrio, il pensiero intenzionale, la coscienza o la morale, hanno tutte le credenziali per diventarlo appena avremo gli strumenti per dimostrarlo,  che adesso non abbiamo ma che è certo compariranno”.

Al capo opposto del dibattito,  la corrente “intrinsecamente antitetica alla scienza – spiega ancora il professore – di chi pensa che, sia pure che la scienza esista, ma  le cose più importanti, come  morale,  coscienza e anche la religione stessa siano  su un altro livello, totalmente extra scienza”.

Aggiunge: “C’è attualmente un grande dibattito nella filosofia tra estremisti scientifici  (l’unica natura che esiste  è quella spiegabile con la scienza) e estremisti naturalisti per cui le più importanti caratteristiche umane non sono spiegabili tramite la scienza. Ma c’è  anche una terza teoria, mediana, per cui la scienza spiega una parte delle cose e le altre, come il libero arbitrio, la morale, la coscienza non si devono spiegare né con categorie che vanno contro la scienza né appellandosi ai miracoli o la mente e l’anima eterne. Vanno solo spiegate come categorie diverse, non scientificamente dimostrabili ma nate dalle attività umane nei tempi: gli studi, la cultura, non l’essere ma il dover essere. La morale, per esempio  non ti dice ciò che è come la scienza, ma ciò che deve  essere”.

Per riassumere, De Caro illustra le tre posizioni filosofiche oggi sul piatto:  naturalisti scientifici  per cui  è reale solo ciò che  la scienza spiega,  pur comprendendo anche esponenti più moderati come Chomsky. Poi c’è  l’ anti naturalismo per cui le cose fondamentali sono incompatibili con la scienza. E la terza categoria è quella che le categorie inspiegabili tramite la scienza, non giustificano spiegazioni che neghino la scienza ma siano solo categorie di tipo diverso.  Tra tutte e tre le posizioni la più aggressiva  – conclude  – è quella dei  naturalisti scientisti anche perché affollata di scienziati che hanno più risorse e visibilità “.

In foto Mario De Caro

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Commenti 2
  1. Gli scienziati onesti sanno che conosciamo, se va bene, l’1% della totalità di quello che vorremmo sapere.
    Quindi, secondo me, i naturalisti scientifici dovrebbero tenere le loro opinioni ma anche darsi una calmata, non trattando sempre tutti quelli che non la pensano come loro come dei poveri deficienti, Vedi esempio Covid, quando si tacciava come “novax” chiunque sollevasse qualche dubbio su qualsiasi cosa dubbiosa.

  2. De Caro si arrampica sui vetri, in realtà c’è solo una possibilità: o esiste l’anima e il libero arbitrio lo spirito e la morale oppure esistono le leggi della Natura. Siccome io credo alle leggi della Scienza e non a quelle di Dio non credo nel libero arbitrio e penso che la coscienza sia il prodotto biologico della evoluzione.

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