Filiera del pomodoro toscano, un protocollo per consolidarla

Firenze – Pomodoro toscano, una realtà importante che vede circa 2.000 ettari di coltivazione, il 50% dei quali in Maremma e il resto tra le province di Livorno e Pisa e il Mugello: una realtà che oggi, con un protocollo firmato dalla Regione, il Comune di Campiglia Marittima, l’azienda dei servizi ambientali ASA spa e l’Associazione produttori ortofrutticoli Asport, si può ritenere salvaguardata e consolidata lungo tutta la filiera produttiva. Il protocollo dà il via a un percorso che proseguirà nei prossimi mesi, per adeguare lo stabilimento Italian Food che ha sede a Venturina Terme,  nel cuore del distretto del pomodoro della Val di Cornia.

L’intesa è stata illustrata stamani dal presidente Eugenio Giani insieme alla vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi e all’assessore alle attività produttive Leonardo Marras, supportati dal capo di gabinetto dello stesso presidente Paolo Tedeschi, insieme alla sindaca di Campiglia Marittima Alberta Ticciati.

“Italian Food con la famiglia Petti – ha detto il presidente Giani – grazie agli impianti della sua azienda possiede la capacità di trasformare il pomodoro per una portata che arriva al 40% della capacità di lavorazione in Toscana. Con questo protocollo ci impegniamo alla valorizzazione di un settore agroalimentare che gode già di una indiscussa vocazione e a cui vogliamo dare una prospettiva rilevante. Senza dimenticare che il pomodoro in Toscana rappresenta un elemento fondamentale della cucina e della tradizione e, come ricorda Pellegrino Artusi nel suo “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene“, entra dappertutto, è sovrano in una quantità innumerevole di ricette, e ancor più per questo motivo dunque, oggi la filiera toscana del pomodoro deve essere tutelata e sviluppata”

“Questo protocollo si prefigge di salvaguardare innanzitutto una produzione che cerchiamo di non perdere per il valore che rappresenta, per i tanti produttori che coinvolge e che ci danno un pomodoro di qualità e, poi di far fronte a una situazione di difficoltà che l’azienda di trasformazione ha subito negli ultimi tempi – ha detto la vicepresidente Saccardi – ha quindi la funzione di agevolare il sistema e la filiera complessiva, dalla produzione alla trasformazione e di mettere in campo, per la parte di competenza di ciascuno, gli atti necessari perché questa filiera soprattutto in quell’area possa crescere grazie a un lavoro di squadra che punterà a salvare quello che è un vero patrimonio della nostra regione e tanti lavoratori. Vogliamo tenere insieme un prodotto di grande qualità per l’agroalimentare toscano ma anche una filiera che dà lavoro e che consente, non mi stancherò mai dirlo, la manutenzione e la conservazione del territorio”.

“Il protocollo prevede che ci impegniamo tutti nei prossimi mesi perché questo lavoro che è iniziato si completi e offra tutte le condizioni per un effettivo rilancio – ha detto l’assessore Marras – Lo scorso anno ci siamo occupati di una situazione che rischiava di aprire una crisi quasi definitiva dopo varie vicende che poi sono diventate oggetto di questo protocollo. Adesso l’idea è di stabilizzare la situazione provando a razionalizzare gli spazi e adeguare l’impianto perché i tanti produttori agricoli che coltivano pomodoro e, al contempo, la significativa iniziativa industriale, possano avere una prospettiva”.

“ll protocollo è un punto di arrivo ma anche, ce lo auguriamo, di ripartenza per la filiera del pomodoro toscano ed in particolare per la Val di Cornia, che rappresenta il 40% del prodotto toscano oggi lavorato da Italian Food – ha detto la sindaca Alberta Ticciati – L’azienda di trasformazione del pomodoro di Venturina Terme occupa circa 400 persone, collabora con circa 400 aziende agricole, numeri importanti nella filiera, ed è per questo motivo che la nostra amministrazione comunale si è fatta promotrice di una iniziativa come questa, che ha coinvolto la Regione, Asport che è l’associazione dei produttori che maggiormente e da sempre collabora con Italian Food e Asa, per tutelare e possibilmente sviluppare questa azienda molto importante per la filiera del pomodoro, oltre che per il tessuto sociale ed economico della Val di Cornia. Come comune abbiamo cercato di mettere insieme tutti i soggetti e gli enti competenti al fine di condividere gli obiettivi di tutela e sostegno a un’azienda che per noi rappresenta un elemento importante dal punto di vista sia occupazionale sia economico produttivo, ringraziamo la Regione toscana per questo sostegno, per avere aver accolto la nostra richiesta sin dall’inizio e per averci supportato in questo percorso. Grazie all’associazione dei produttori che anche nel momento di maggiore criticità è intervenuta facendosi garante, e grazie ad Asa per l’impegno nella gestione del depuratore di Venturina che raccoglie i reflui dell’azienda e sul quale insiste un progetto importante. La sottoscrizione di questo protocollo pone le basi concrete non solo per la conservazione della realtà attuale, ma anche per il suo sviluppo. Il nostro territorio è pronto per questa nuova sfida ed è soddisfatto del risultato che oggi andiamo a raccogliere, senza nascondere che il percorso che ci aspetta sarà tutt’altro che semplice, ma che oggi ci sono tutte le condizioni per portarlo a termine”.

Con questa firma, in particolare, il Comune di Campiglia Marittima, assicura di valutare l’approvazione di varianti urbanistiche volte a rendere possibile l’edificabilità dell’area posta a margine dello stabilimento attuale con la realizzazione di nuovi manufatti di stoccaggio/lavorazione funzionali al più ampio complesso edilizio esistente.

La Regione da parte sua, garantisce di valutare le proposte progettuali del Comune e si impegna, per quanto di sua competenza, all’accelerazione delle procedure di autorizzazione ambientali oltre alla necessaria assistenza tecnica a supporto dell’attività pianificatoria urbanistica del Comune.

Asport si impegna a agevolare il mantenimento della continuità della filiera e dei livelli occupazionali e Asa  a prestare la propria assistenza tecnica per la migliore integrazione della capacità del depuratore consortile di Campo alla Croce con l’impianto di trattamento aziendale anche mediante scambio di informazioni in tempo reale sulle condizioni operative di entrambi gli impianti.

Lo stabilimento Italian Food, che ha una estensione di oltre 45.000 mq, dei quali circa 11.000 mq coperti adibiti a uffici e produzione, rappresenta circa il 40% della capacità di lavorazione del pomodoro in Toscana.

 

 

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