A Villa Bardini la riscoperta di un geniale pittore nella prima esposizione antologica a 20 anni dalla sua morte: Giovanni Colacicchi (1900 – 1992) fu una delle intelligenze artistiche emergenti, nella Firenze anteguerra, la Firenze dei caffè letterari e delle riviste prestigiose e questa mostra intende rendergli omaggio con la presentazione di 80 opere provenienti da collezioni private e da prestiti di importanti musei.
Giovanni Colacicchi di può definire un “poeta musicofilo armato di pennello” interprete del moderno ritorno alla realtà e alla figura in un momento storico in cui imperavano l’astrattismo, lo strutturalismo e il concettualismo.
La mostra è promossa dal Comune di Firenze con la Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron e il Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Palnck-Institut ed è curata da Susanna Ragionieri e Mario Ruffini, con la consulenza di Carlo Sisi.
Ritorna visibile un’ opera nota ai fiorentini l’Allegoria della danza, della musica, della commedia, della filosofia per un cinematografo, per oltre mezzo secolo esposta nella hall dell’ex cinema Gambrinus, in cui Colacicchi concentra la sua estetica: l’ammirazione per la bellezza del corpo, l’amore per la natura, per tutte le arti in un’immagine leggera e perfetta nella geometrica armonia, ricca di luce, di sole e di sensualità mediterranea.
Colacicchi per lungo tempo fu incerto se dedicarsi alla poesia o alla pittura e aveva ricevuto in seminario anche un’educazione classica e musicale, nella prospettiva di un futuro sacerdozio.
Quando muore la madre e lui appena sedicenne si trasferisce a Firenze, capisce le sue doti pittoriche ed espone ben presto opere che risentivano l’influenza della metafisica di De Chirico, poi superata.
Si sposò con la giovane allieva Flavia Arlotta, anche lei raffinata pittrice, le cui opere verranno esposte tra maggio e settembre all’Accademia delle Arti e del Disegno e a Casa Siviero con conferenze e concerti.
Villa Bardini, Costa San Giorgio n. 2, Firenze
www.bardinipeyron.it