Festival Verdi, il governo nega i fondi. Parma insorge

Per il ministro della Cultura Franceschini quello parmigiano è un “evento localistico”. Polemica tra M5S e Pd.

E’ bastato che il governo bocciasse un emendamento sui finanziamenti strutturali al Festival Verdi per scatenare una polemica in puro stile parmigiano. Il punto di partenza, infatti, è la solita presunta “lesa maestà” nei confronti della città che si ritiene unica depositaria legittima della memoria del “Cigno di Busseto” e quindi delle prebende necessarie per celebrare adeguatamente il Maestro.

E’ stato sufficiente che il ministero della Cultura guidato da Dario Franceschini definisse il Festival Verdi parmigiano “evento localistico” per aprire le cateratte di un pianto corale degno della migliore tradizione del melodramma verdiano. Inevitabile, poi, che la polemica si riversasse sul versante politico con campanilismo da provincia doc. Il sindaco a 5 Stelle Pizzarotti contro il ministero culturale del governo Renzi, e i parlamentari parmigiani del Pd a ricordare che la loro battaglia per i finanziamenti non è stata appoggiata granché dal primo cittadino, e men che meno dai parlamentari del suo stesso movimento. Immancabile l’appello finale – in coro, ancora una volta – a marciare uniti da qui in avanti per chiedere e ottenere con una voce sola gli agognati fondi, necessari per organizzare un Festival annuale degno di questo nome senza patemi da conti in rosso.

LE POLEMICHE
Danze aperte da Pizzarotti. Si noti, nelle sue parole, l’equazione “Parma uguale Verdi”.
“Franceschini – attacca il sindaco via facebook – ha detto che il Festival Verdi è localistico, come se stessimo parlando di un piatto di tortelli. Verdi è il compositore più eseguito al mondo e nel 2013 si è celebrato il bicentenario della nascita con manifestazioni nazionali e internazionali. Forse questo è sfuggito al ministro. Come è sfuggito il fatto che la commissione per le celebrazioni concludeva la sua relazione auspicando una stabilizzazione dei contributi per un festival che esprime uno dei nostri maggiori vanti internazionali e un intero territorio di musica, paesaggi e sapori”.

E adesso? “Ci deve essere un messaggio corale. Tutta la città deve farsi sentire. C’è un intero territorio dietro Verdi, non si può definire il Festival un evento localistico. Scriveremo al ministro Franceschini ma organizzeremo una serie di iniziative per sensibilizzare e attrarre l’attenzione del governo. Quella per il Festival deve essere una battaglia corale, non di un solo partito”.

Pronta la risposta di Patrizia Maestri. “Sono lieta che la bocciatura del mio emendamento per ottenere il finanziamento al Festival Verdi sia servita a qualcosa: ricordare al Sindaco di Parma che dovrebbe essere lui in prima persona ad impegnarsi per far sì che il Festival sia riconosciuto e sostenuto ufficialmente a livello nazionale; meglio tardi che mai. Ad oggi quelli del Pd sono stati gli unici parlamentari che hanno esperito tentativi concreti per intercettare un finanziamento strutturale al Festival con emendamenti, ordini del giorno e con una proposta di legge depositata in Parlamento ma sottoscritta da un solo deputato e una sola senatrice del Movimento 5 Stelle. Ma questo non è certamente sufficiente per portare avanti quel lavoro corale che finalmente oggi il Sindaco di Parma ha ritenuto di volersi impegnare ad implementare”.

Una punzecchiatura in più, infine, dal senatore Giorgio Pagliari. “L’occasione, che forse gli è parsa utile (a Pizzarotti, ndr) per distrarre l’attenzione rispetto alle sue difficoltà amministrative, lo ha portato a non rendersi conto che per protestare bisogna avere chiesto e avere visto rifiutata la propria richiesta. Nel caso il sindaco non ha chiesto e non ha neanche trovato alcun deputato 5 stelle che firmasse l’emendamento. E’ davvero singolare, ma ciascuno è libero di fare come crede, l’invio di una lettera di protesta quando non c’è quella di richiesta”.

SOLUZIONI?
Al di là del gioco politico, è utile tenere ben presenti due punti fermi. Primo, Giuseppe Verdi è il compositore di musica lirica più rappresentato al mondo. Nato a Busseto, formato musicalmente tra il suo paese e Milano visse gran parte della sua carriera proprio nel teatro alla Scala (con significativo intermezzo parigino). Parma può quindi vantare un diritto di prelazione? No.
A meno di non organizzare iniziative esclusive, diverse da tutte quelle allestite nel resto del mondo, un po’ come succede a Salisburgo con Mozart.

E’ innegabile che per Parma il Festival Verdi rappresenti un richiamo importante: ottobre, per dire, è il mese in cui le presenze turistiche in città sono più numerose rispetto a ogni altro periodo dell’anno. Ma per ottenere finanziamenti occorrerebbe magari presentare progetti più ambiziosi e avviare una programmazione di ampio respiro e a lungo termine. E’ vero che siamo in periodo di ristrettezze economiche, ma il programma del Festival 2014 è sotto gli occhi di tutti: un’opera a Parma, più un’opera a Busseto. Chi dice, e sono in tanti, che “un’opera non è un festival” ha ragione da vendere. Chiamarsi Parma ormai non basta più.

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